Lyskamm, traverstat est-ovest – Gressoney L.T. (AO)

24 luglio 2013 at 16:56

giancarlo

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Quota 4543
Dislivello 1412
Difficoltà AD

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il massiccio del Lyskamm si trova nel gruppo del Monte Rosa e fa parte dei numerosi 4000 che lo compongono; è composto da due vette principali: l’orientale, la più alta, e l’occidentale che è l’ultima punta dopo la quale la cresta scende verso il ghiacciaio di Felik. La sua conformazione è caratterizzata da un ampio e ripido versante settentrionale ghiacciato e da quello meridionale di rocce miste con un ghiacciaio nella parte centrale della parete; questi versanti sono separati da una lunga e sinuosa cresta ghiacciata che segue il percorso altalenante tra le due vette. L’ascensione al Lyskamm e la traversata delle sue vette è considerata una “classique” dell’alpinismo; il suo sviluppo aereo ed esposto ne fanno una delle più belle delle Alpi con percorso e panorami mozzafiato. I versanti che da essa scendono precipitano per centinaia di metri sui ghiacciai del Lys e di Grenz. La vista spazia a 360° su tutte le Alpi italiane, francesi e soprattutto sui numerosi 4000 del Vallese; l’ambiente della traversata è sicuramente spettacolare ma richiede concentrazione nei numerosi passaggi delicati e molto esposti che la percorrono; questi variano repentinamente a seconda dell’innevamento, del meteo e delle temperature per cui prima di intraprendere l’ascensione, bisogna valutare bene tutte le variabili. La traversata è consigliata da est ad ovest per il fatto che in discesa si trova ancora in ombra, o appena entrato al sole, il tratto di discesa dalla vetta occidentale che presenta normalmente tratti di ghiaccio vivo. Per il tempo di percorrenza bisogna considerare all’incirca 7 ore da rifugio a rifugio.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Pont St. Martin prendendo la direzione per Grassoney. Risalita tutta la valle superando il capoluogo proseguendo sino alla frazione di Staffal dove si trova un ampio parcheggio in prossimità degli  impianti di risalita. Qui si prendono le cabine che, passando dal Gabiet, portano al Passo dei Salati e da questo al ghiacciaio di Indren.

 

Descrizione

Dall’arrivo della funivia si mette piede sul ghiacciaio per traversarlo verso sinistra in direzione di un’alta fascia rocciosa dove, abbandonata la traccia che si dirige a destra verso un canale attrezzato, poco più avanti si trovano le corde fisse situate all’inizio del sentiero (3369 m). La traccia, spostandosi a sinistra, contorna un promontorio roccioso arrivando alla base del pendio sopra il quale si trova il rifugio Città di Mantova che si raggiunge con una breve salita (3451 m). Dal retro del rifugio si sale la parte bassa del ghiacciaio del Garstelet tenendosi dapprima sulla destra e proseguendo successivamente più direttamente sul pendio arrivando alla quota del rifugio Gnifetti; qui la pendenza spiana temporaneamente per riprendere quasi subito decisamente con la traccia che, tenendosi preferibilmente sulla destra, risale il ripido ghiacciaio che presenta, soprattutto in stagione avanzata, molti crepacci trasversali al senso di marcia. Arrivati all’altezza del Balmenhorn si inizia a traversare a sinistra puntando la base della grande calotta ghiacciata alla base della cresta est del Lyskamm. Si inizia la ripida salita (30/35°) appena alla destra del filo arrivando alla sommità dove, per evitare le cornici, ci si sposta alternativamente sui due versanti e si continua per un tratto pianeggiante ma molto aereo ed esposto portandosi alla base del successivo risalto. Qui si abbandona il filo di cresta e, tenendosi sulla destra di esso, si affronta la successiva ripida cresta (40/45°) portandosi successivamente, sulla parte alta, più vicini al filo; a mano a mano la pendenza diminuisce sensibilmente e si arriva così alla croce metallica sulla vetta del Lyskamm orientale (3543 m). Risalita la piccola gobba ghiacciata accanto alla croce si perde quota rimanendo alla destra delle imponenti cornici e, con qualche saliscendi, si arriva ad una calotta poco esposta dalla quale si scende verso  un’ampia insellatura che si trova alla base della cresta che sale alla vetta occidentale. Passato il colle con un tratto aereo ed esposto si attacca la successiva cresta che inizia con un tratto ripido per poi abbattersi e con qualche saliscendi, dove si supera con un breve tratto delicato un piccolo affioramento roccioso, si giunge alla base di un risalto di rocce che si supera direttamente (III°) trovando alla sua sommità un punto di sosta attrezzato. Oltre questo punto la cresta prosegue con poca inclinazione su un tratto aereo e poi, rimanendo alla destra del filo, si giunge sulla vetta del Lyskamm occidentale (4446 m). Da questo si prosegue per un breve tratto ancora sulla cresta scendendo successivamente per l’ampio pendio che porta, dopo aver superato un paio di gobbe nevose, al Colle Felik (4099 m). Si continua ora la discesa seguendo la traccia che, scendendo dal Castore, porta per facili pendii al rifugio Sella (3620 m) dal quale si prosegue verso il sentiero attrezzato che scende i rocciosi versanti sino alla stazione della seggiovia del Colle Bettaforca da cui si ritorna al parcheggio.

 

 

1 Commento

  1. Giovanni Consigli (Giocons) 4 agosto 2013 Rispondi

    Queste immagini mi riportano a 45 anni fa ... anni delle mie prime vacanze, da bambino, in Valle d'Ayas, a Periasc. La vista dei due Lyskamm dalla casa dove trascorrevo la mia villeggiatura, mi ha sempre fatto sognare e ricordo l'emozione nel guardare le foto di Gianfranco Bini sulla traversata dei Lyskamm nel suo libro "Ayas" allora (1968) fresco di stampa. Un sogno che non si è mai interrotto e che, anche se oramai so che non potrò mai fare questa escursione, prosegue guardando queste splendide fotografie. Un "bravo" di cuore a Giancarlo e complimenti per la splendida serie di salite su queste meravigliose montagne! Per me è come essere lì, è un ambiente che conosco bene e sono punte che ho "sfiorato" nelle mie salite alpinistiche fatte in gioventù. Ma queste immagini riescono a trasmettere un senso così forte di questo ambiente di grande montagna che, anche il profano non può non rimanerne ammirato ...

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