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Bivacco Davito Pier Mario – Ronco Canavese (TO)
Quota | 2298 |
Dislivello | 1124 |
Difficoltà | E |
Segnavia | 608, bolli bianco-rossi |
Tempo | 3h00′ |
Il bivacco Pier Mario Davito si trova nell’alto vallone di Lavina, in Val Soana, nei territori piemontesi del Parco Nazionale del Gran Paradiso ed appartiene alla sottosezione Canavesana del CAI di Torino. E’ una vecchia costruzione a semibotte del tipo Ravelli, consta di quattro posti e, pur essendo spartano, è pulito, ben tenuto ed attrezzato con l’indispensabile; serve come punto d’appoggio per le ascensioni delle montagne circostanti, prima fra tutte la Torre di Lavina, e per la traversata al vallone di Bardoney in territorio valdostano. Il sentiero è sempre ben segnato dai bolli bianco-rossi che, anche nei brevi tratti dove si perde un po’ nell’erba, consentono una progressione sicura; le pendenze non sono mai proibitive e rendono la salita piacevole nel bel Vallone di Lavina il quale, anche se un po’ lungo, offre molti scorci pittoreschi e la possibilità di vedere animali come camosci e marmotte nel loro habitat naturale. Il panorama è un po’ chiuso nella parte alta dove si vedono comunque le più importanti vette che la delimitano, mentre verso sud si ha una bella visuale d’insieme del territorio dove si è svolta la salita.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Ivrea; qui si prende la direzione per Ceresole Reale e giunti a Pont Canavese si devia sulla destra verso Ronco Canavese e la Valle Soana. Prima di giungervi si svolta a sinistra in località Bosco e si risale la strada con le indicazioni per Molino di Forzo; si percorre la valle sino a dove termina la strada al villaggio di Forzo dove si lascia l’auto nel piccolo parcheggio antistante le case.
Descrizione
Dal parcheggio si passa alla destra del pannello turistico e si sale tra le poche case uscendone ben presto dove per ultima si lascia una chiesetta sulla destra. Si cammina su un bel sentiero che si inoltra in un bosco di faggi e betulle passando dapprima da una cappelletta spoglia e, subito dopo, da un’edicola votiva; a pochi minuti da questa si lasciano sulla destra prima l’alpe Giavertè (1266 m) e successivamente le mura diroccate dell’alpe Trasi (1323 m) dopo le quali si giunge ad un ponte di legno col quale si passa sul pendio opposto del vallone. Giunti sulla sinistra idrografica si percorrono pochi metri arrivando ad un bivio con un sentiero proveniente da destra che si ignora svoltando a sinistra (1343 m); raggiunta la vicina alpe Nasasse (1375 m) si cammina ancora per poco arrivando ad un ponte col quale si passa il torrente appena oltre il quale si trova un bivio in prossimità di alcune paline indicative (1383 m). Prendendo il sentiero di sinistra si prosegue in lieve pendenza uscendo temporaneamente dal bosco per attraversare un pascolo e rientrare nella vegetazione; il sentiero, rimanendo un po’ alto sul torrente, giunge al bel villaggio di Boschiettiera (1497 m) dove si trascura il sentiero che si stacca sulla sinistra attraversando le poche baite sulla destra. Facendo così ingresso nel Vallone di Lavina si sale un po’ più decisamente col percorso che ora rimonta a mezzacosta il ripido pendio boschivo con un lungo traverso ascendente; abbandonato provvisoriamente il pendio si entra sulla destra in un canale erboso risalito il quale si riprende a camminare sul sentiero a mezzacosta che in breve ci porta verso l’uscita dal bosco. Qui la pendenza spiana leggermente e si apre davanti a noi la parte alta del vallone che si inizia a percorrere verso la sua testata. Arrivati in prossimità di un torrente che scende da destra, lo si guada nel suo punto migliore giungendo ben presto alla diroccata alpe Lavina (1803 m) ed alla vicina, ma di poco più alta, alpe Pian Lavina (1823 m) che si trova spostata sulla destra. Passati dietro la baita si svolta a sinistra col sentiero che, aumentando di pendenza, passa al di sopra di un’alta placca liscia e prosegue guadagnando quota sul pendio prevalentemente erboso alle sue spalle. Giunti all’altezza dell’alpe Costa, che si vede sulla destra, senza raggiungerla si tiene la sinistra andando ad attraversare un torentello dopo il quale si aggira un piccolo promontorio arrivando all’alpe Lavinetta inferiore (2018 m); oltrepassatala si sale per il costone erboso alle sue spalle e, quando la pendenza spiana leggermente, si perviene all’alpe Lavinetta superiore (2086 m). Anche qui si inizia a salire il pendio alle spalle di questa dove il sentiero, nella parte superiore, si sposta leggermente sulla sinistra per aggirare un piccolo promontorio roccioso; arrivati sopra a questo si traversa in piano alla destra giungendo così al bivacco che si vede solo all’ultimo momento.
Ritornati dopo tre lustri.
Come allora il ritorno è stato fatto passando da Boschietto su sentiero 610A.
Francesca ed Alessandro Blotto
Bellissimo questo bivacco! Non lo conoscevo!!! Per ora sono stata solamente al Bivacco Gias Nuovo in Val Grande. Ve lo consiglio perché è molto bello, tutto in legno e nuovo di zecca! A presto!