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Bivacco Comino – Courmayeur (AO)
Quota | 2438 |
Dislivello | 649 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | 22 |
Tempo | 2h00′ |
Il bivacco Gianni Comino, di proprietà della sezione CAI di Mondovì, si trova sotto le pendici rocciose del Mont Rouge de Greuvetta sulla destra orografica dell’alta Val Ferret; è una comoda costruzione in legno con 7/8 posti letto su tavolato che offre uno splendido panorama sulla valle sottostante e sulle vette che si trovano di fronte. Il raggiungimento del bivacco è fine a se stesso perché da esso non si dipartono altri percorsi escursionistici ma solo avvicinamenti alle difficili vie di roccia sulle pareti dietro di esso. L’escursione, anche se con poco dislivello, si effettua dapprima su una lunga morena e successivamente su ripidi versanti alternati alla risalita di bassi camini rocciosi ed erti canalini erbosi; la pendenza, oltre la morena, è quasi sempre sostenuta sul sentiero sempre ben segnato ma anche con tratti erosi dall’a cqua che ci obbligano a passi un po’ “lunghi”. La vista, oltre che sulla bella Val Ferret, ci offre un bel primo piano del vicino ghiacciaio del Triolet con l’ omonima Aiguille e Aiguilles Rouges, le Aiguille Savoie e Talefre.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta superando la barriera di Aosta est ed uscendo al suo termine di Courmayeur; qui si seguono le indicazioni per la Val Ferret che si percorre per tutta la sua lunghezza sino a poco oltre le baite di Arnouva dove si lascia l’auto negli slarghi adiacenti il cartello di divieto di transito.
Descrizione
Dal cartello di divieto di transito si prosegue sulla sterrata sino ad una curva dove, sulla sinistra, si trova una palina che indica l’inizio del sentiero. Si passa un ponticello metallico e, su terreno pianeggiante. si costeggia il torrente arrivando ad un successivo ponte più lungo del precedente col quale si supera la Dora di Ferret. Si percorre un breve tratto tra grossi massi ritrovando subito dopo il sentiero che, su terriccio e detriti, si inoltra con poca pendenza nella bassa vegetazione indirizzandosi verso una morena; arrivati sul filo di questa ci si alza con passaggi tra sassi alternati a brevi tratti di sentiero sino a quando ci si avvicina alla fiancata della montagna dove la traccia si divide (2060 m). Ignorata la traccia che prosegue sul filo della morena, si devia decisamente a sinistra alzandosi sul ripido pendio; si sale subito per un ripido canalino al quale si esce alla sinistra proseguendo poi faticosamente con stretti tornanti e tratti più diretti sul sentiero tra i rododendri. Quando la pendenza si attenua ci si alza con un paio di tornanti più larghi dirigendosi verso una zona di pietre levigate tra le quali si supera un ripido camino oltre il quale si rimontano alcune roccette; ora la pendenza si attenua nuovamente spostandosi con un traversa alla sinistra verso un poco pronunciato promontorio roccioso sormontato da un ometto. Deviando successivamente a destra si raggiunge una grossa roccia che, seguendo la freccia di vernice, si costeggia alla base per attraversare poi una successiva zona di erba e sassi; qui, risalito un altro breve camino, la pendenza spiana ancora temporaneamente col sentiero che, snodandosi sempre tra pietre e rododendri, si insinua tra le rocce obbligandoci a qualche strappo un po’ ripido. Avvicinatisi ad un’alta parete rocciosa si piega alla sinistra con un traverso che ci porta all’imbocco di un erto canale prevalentemente erboso che si rimonta sino al suo restringimento; qui si trova una corda fissa che agevola la salita di alcune rocce lisce sopra le quali si arriva ad una larga roccia liscia che si attraversa su una breve ma stretta cengia (delicato se bagnato). Ripreso il sentiero, questo si snoda sul pendio passando tre le rocce lisce arrivando ad una strettoia sulla destra dalla quale si vede il bivacco poco sopra di noi che si raggiunge con un ultimo strappo.
Siamo ritornati al Bivacco ieri 04/07/2019 dopo più di tre lustri.
Sempre uno spettacolo.
Meglio la vostra indicazione EE, per quanto riguarda la difficoltà, che non la sola E indicata sulle paline segnaletiche.
Francesca ed Alessandro