Colle Montagnaya – Bionaz (AO)

27 agosto 2018 at 22:27

giancarlo

2

 

 

 

Quota 2901
Dislivello 1430
Difficoltà EE
Segnavia 15, s.n.
Tempo 3h45′

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

 

Il Col Montagnaya è uno stretto intaglio che si trova alla testata dell’omonimo vallone, nell’alta Valpelline, confinante con la valle di St Barthélemy trala Beccad’Arbiére, a nord, ela PuntaMontagnayaa sud; per l’asperità del terreno di avvicinamento e l’ubicazione geografica questo colle non viene usato per compiere traversate o mettere in comunicazione le due vallate per la ripidezza del terreno soprattutto dal versante St Barthélemy. La salita dal vallone di Montagnaya si svolge in grandiosi ambienti di media ed alta montagna che si aprono soprattutto quando si esce dal bosco; qui la “wilderness” si mostra nel suo abito migliore a cominciare dai pascoli di fondovalle sino alle solitarie e grandi pietraie della parte alta. Il sentiero di salita è ben segnato sino all’alpeggio di Aquelou e da questo ad Avoley si perde per brevi tratti nell’erba senza però creare problemi di progressione. Da Avoley la traccia scompare progressivamente per scomparire del tutto e bisogna seguire gli ometti, non molti sulla pietraia, anche se l’itinerario da seguire è abbastanza logico; solo nel ripido pendio finale si trova una molto vaga traccia che si snoda su terreno infido di terriccio franoso. Visto l’ambiente di salita, è meglio effettuare l’escursione con condizioni di buona visibilità e da parte di escursionisti abituati alla progressione su pietraie e dove, sempre per l’ambiente selvaggio, è possibile incontrare numerosi esemplari di faune alpina.

Avvicinamento

Si percorrela A-5Torino-Aosta uscendo alla barriera di Aosta est e proseguendo in direzione del tunnel del Gran San Bernardo; appena usciti dalla seconda galleria si devia a destra in direzione della Valpelline. Si prosegue per alcuni chilometri sino a Bionaz dove, appena prima dell’abitato, si svolta a sinistra verso la diga di Beauragard, percorsi pochi chilometri si arriva alla località La Ferrera(1720 m) dove, in prossimità di un bivio, con una strada poderale si trovano le paline dell’inizio dell’itinerario e dove si può posteggiare l’auto nei piccoli slarghi adiacenti.

Descrizione

Dalle paline si scende per la poderale perdendo un centinaio di metri di dislivello, si passa davanti ad una baita e si arriva ad un ponte sovrastato da una chiesetta dove, subito dopo, si trova la baita di Pouillay (1639 m). Da qui il sentiero inizia a salire nel bosco di conifere e subito si trova un bivio (1655 m) dove si ignora la traccia che sale a sinistra con bolli rossi; si prosegue compiendo qualche largo tornante che guadagna subito quota e, passati di fianco ad una parete rocciosa, si supera uno slargo nel bosco dopo il quale si supera un cancelletto di legno per il bestiame. Usciti in una piccola vallettina aperta, si traversa brevemente passando di fianco ad un cartello esplicativo della flora locale; risaliti pochi metri alla sinistra, si trova un bivio segnalato dalle paline (1899 m) dove si continua alla destra entrando in una stretta valletta. Salendo tra bassa vegetazione si passa da alcune opere idriche (1972 m) oltre le quali ci si addentra nel vallone; camminando tra qualche masso ed alberi abbattuti si giunge alle baite diroccate di Arp Damon (2013 m) che si lascia alla sinistra andando ad attraversare il torrentello. Usciti dalla vegetazione si attraversa un ampio pianoro dove ci sposta gradatamente alla destra passando dal letto asciutto di un torrente per arrivare nella parte alta del vallone; lo si percorre sul sentiero un po’ inerbito spostandosi leggermente alla sinistra arrivando alla baita di Aquelou (2182 m). Lasciata la baita alla destra, si salgono alcuni ripidi tornanti giungendo al pianoro superiore dove si prosegue diritto ad un bivio con una traccia che si stacca alla sinistra (2299 m); in seguito si salgono alcuni bassi gradini erbosi col sentiero che a tratti si perde un po’ tra erba e sassi arrivando alle baite diroccate di Avoley (2367 m). Dopo queste si deve seguire bene il sentiero che si snoda su un poco inclinato pendio dirigendosi poi verso un’evidente dorsale erbosa sulla sinistra del vallone verso alcuni promontori rocciosi; la si risale con tratti ripidi arrivando sulla parte alta dove si devia decisamente a destra verso un canale morenico che si attraversa giungendo sulla piccola pietraia dalla parte opposta. Qui la traccia inizia a scomparire e bisogna seguire e cercare gli ometti presenti. Tornati su terreno erboso, si risale il pendio in direzione del suo restringimento dove si trova l’inizio della grande pietraia che ci accompagnerà per il resto della salita. Arrivati all’intaglio superiore si entra in un lungo canale della pietraia dove si rimane prevalentemente al centro per raggiungere l’intaglio successivo; da questo si sale rimanendo leggermente alla sinistra nel successivo canale più breve ma un po’ più ripido del precedente. Arrivati alla sua sommità ci apre davanti il lungo canale finale da dove, in alto a destra, si vede lo stretto intaglio del colle di Monagnaya. Dapprima lo si percorre di poco alla sinistra rispetta al suo centro per poi spostarsi alla destra verso il pendio detritico che adduce al colle; qui, cercandola, si trova una molto ma molto labile traccia che lo rimonta con tornanti molto ripidi su fine detrito franoso. Negli ultimi metri la traccia diviene più evidente e, con un ultimo strappo ripido ed infido, giunge al colle spostandosi da destra a sinistra salendo gli ultimi metri più direttamente.

 

2 Commenti

  1. giancarlo 29 agosto 2018 Rispondi

    Un saluto a Lorenzo di Sorrento che ci segue sul sito e che ci ha riconosciuto durante la salita; con lui abbiamo piacevolmente condiviso parte della salita e della discesa.

  2. Francesca ed Alessandro Blotto 15 settembre 2018 Rispondi

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    Andati oggi 15/09/2018.
    Effettivamente il percorso, soprattutto nella sua parte finale, è da EE e non da E come indicato sulle paline; non è pericoloso ma bisogna sapersi destreggiare sulle pietre e sul terreno sdrucciolevole della parte finale (il tempo di 4h,40 indicato sulla cartellonistica sembra eccessivo).
    A presto.
    Francesca ed Alessandro
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