Monte Emilius – Pila (AO)

20 agosto 2011 at 22:48

giancarlo

 

monte-emilius

 

 

 

Quota 3564
Dislivello 2063
Difficoltà EE
Segnavia 19,14
Tempo 6h30′

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

L’Emilius è considerata la montagna di Aosta dominandola dall’alto con la sua possente mole dalla sagoma triangolare; la sua salita è frequentata e ben segnata da un sentiero sino alla vetta anche se, per spezzare il lungo avvicinamento, dal Colle dei Tre Cappuccini si può salire alla vetta seguendo la cresta con facile e divertente arrampicata. Il panorama dalla vetta è veramente eccezionale trovandosi di fronte, verso nord, ad un semicerchio di montagne che dal Gran Paradiso si spinge alla catena delle Alpi con il Monte Bianco, le Jorasses, il Gran Combin ed il gruppo del Monte Rosa; il resto del panorama spazia sulle altre innumerevoli valli e cime valdostane e piemontesi. L’escursione si può effettuare sia in giornata, se ben allenati, sia pernottando al rifugio Arbolle che si trova nel pianoro poco al di sopra dell’omonimo lago.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est e si segue la direzione per Aosta per poi seguire quelle per la stazione sciistica di Pila; arrivati alla frazione si prosegue sino al grande piazzale situato nei pressi dell’arrivo delle telecabine dove si lascia l’auto.

Descrizione

Dal piazzale si sale al vicino arrivo della telecabina raggiungendo la stradina che la costeggia e, svoltando a destra, si raggiungono le paline situate al bivio che si trova poco sopra continuando diritto per qualche decina di metri per deviare a sinistra a quello successivo. Si prosegue sulla sterrata passando davanti ad una stalla dopo la quale si attraversa una pista da sci dove si trova un tracciato per “down hill” e,stando attenti alle eventuali biciclette in discesa, si raggiunge una seconda pista (1850 m); svoltando a destra (il bollo giallo si trova seminascosto su una pietra posizionato sul bivio con il proseguimento della strada) si inizia a risalirla direttamente dapprima con qualche tratto ripido alzandosi nel bosco incrociando un sentiero proveniente dalla destra (2059 m). Salendo ancora per poco nel bosco la pendenza si attenua e si arriva ad un ampio pascolo dove, alla sinistra, si vede  l’alpeggio di Chamolé; rimanendo alla destra si arriva al rudere di Chantè  (2116 m) dopo il quale, in prossimità della curva a sinistra del sentiero, si continua su una traccia che continua diritto in una vallettina con bassa vegetazione. Proseguendo la salita si arriva ad incrociare ancora la pista che si risale sino al vicino arrivo della seggiovia, da dove parte il tracciato di “down hill”, accanto alla quale si trovano delle paline da dove parte sulla sinistra il sentiero per il Lago di Chamolé; con un breve percorso pianeggiante lo si raggiunge (2326 m) e lo si contorna sulla sinistra arrivando ad un bivio, segnalato anche qui dalla paline, dove si prende il sentiero che parte alla destra. Il percorso sale, facendosi un po’ ripido, con molti tornanti panoramici per raggiungere lo stretto intaglio del Colle Chamolé (2648 m) dal quale si vede sul fondo del vallone il lago ed il rifugio. Con un tratto ripido iniziale si perde rapidamente quota per poco più di un centinaio di metri e, raggiunto il pianoro, in pochi minuti si raggiungono le sponde del Lago Arbolle dove, poco sopra la sua sponda sinistra, si trova l’omonimo rifugio (2527 m). La salita prosegue dalle paline situate oltre il rifugio sul sentiero che, dapprima in leggera salita e poi con qualche saliscendi, segue a mezzacosta la fiancata della montagna passando da un pianoro addentrandosi poi in una vallettina dove scendo un torrente. Sopra questa si apre un altro grande vallone pietroso, dominato dall’alto dalla Punta Garin, e si arriva ad un bivio (2538) dove ci si tiene sempre sulla sinistra continuando a salire sui dossi erbosi che a mano a mano si trasformano in morene pietrose. Quando il terreno si fa completamente pietroso si arriva ancora ad un bivio (2973 m) con le paline al quale si prosegue diritto verso un’altra morena dalla cui sommità si vede sulla sinistra il bacino del Lago Gelato; risalendo sul percorso sempre evidente si arriva all’ultimo bivio (3037 m) al quale si prosegue sul sentiero di sinistra lasciando alla destra quello per il Colle d’Arbolle e giunti poi alla sommità della morena si scende verso una grande pietraia pianeggiante al di sotto del Colle dei Tre Cappuccini le cui caratteristiche sagome rocciose si distinguono in alto. Attraversato brevemente il pianoro si riprende a salire dirigendosi verso un promontorio roccioso isolato che si supera passandolo alla base per poi, con numerose svolte ripide, spostarsi verso destra tra grossi massi ed arrivare così senza difficoltà al Colle dei Tre Cappuccini (3247 m). Da qui si può proseguire sulle tracce evidenti del sentiero che sale alla destra del filo di cresta su terreno di terriccio sdrucciolevole ma, per rendere più divertente la salita, è anche possibile, e forse più sicuro, rimanere sul filo salendo con brevi e facili arrampicate tra i grossi massi; alternando i passaggi sulle roccette con brevi tratti di sentiero e seguendo i vari ometti presenti si arriva alla parte finale un po’ più ripida; spostandosi dapprima sulla destra si ritorna sul filo e, sempre con divertente arrampicata panoramica ma mai molto esposta, si arriva dove la pendenza diminuisce sensibilmente arrivando sulla traccia del sentiero che in pochi minuti porta alla vetta su cui si trova una caratteristica croce  metallica ed una statua, anche questa metallica, della Madonna.