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Lago Gelato – Pila (AO)
Quota | 2975 |
Dislivello | 1297 |
Difficoltà | E |
Segnavia | 19, 14 |
Tempo | 4h30′ |
Questa escursione, che può essere un valido prolungamento della salita in giornata al rifugio Arbolle, raggiunge un isolato laghetto situato in una conca pietrosa delimitata dalle pendici dalle Punte del Lago Gelato e dal Piccolo Emilius; bastano poche decine di metri di deviazione dal più frequentato sentiero per l’Emilius e ci si trova in un severo ambiente di media montagna indicato agli amanti dei luoghi silenziosi e solitari. Il panorama dal lago è chiuso dai contrafforti rocciosi delle cime circostanti mentre, durante tutta la salita, non mancano gli scorci suggestivi su vette e valloni circostanti. Il sentiero è ben segnalato sino alle paline del bivio di quota 2973 m e non presenta alcuna difficoltà anche nelle poche decine di metri in cui scompare per arrivare sulla sponde del lago.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est e si segue la direzione per Aosta per poi seguire quelle per la stazione sciistica di Pila; arrivati alla frazione si prosegue sino al grande piazzale situato nei pressi dell’arrivo delle telecabine dove si lascia l’auto.
Descrizione
Dal piazzale si sale al vicino arrivo della telecabina raggiungendo la stradina che la costeggia e, svoltando a destra, si raggiungono le paline situate al bivio che si trova poco sopra continuando diritto per qualche decina di metri per deviare a sinistra a quello successivo. Si prosegue sulla sterrata passando davanti ad una stalla dopo la quale si attraversa una pista da sci dove si trova un tracciato per “down hill” e,stando attenti alle eventuali biciclette in discesa, si raggiunge una seconda pista (1850 m); svoltando a destra (il bollo giallo si trova seminascosto su una pietra posizionato sul bivio con il proseguimento della strada) si inizia a risalirla direttamente dapprima con qualche tratto ripido alzandosi nel bosco incrociando un sentiero proveniente dalla destra (2059 m). Salendo ancora per poco nel bosco la pendenza si attenua e si arriva ad un ampio pascolo dove, alla sinistra, si vede l’alpeggio di Chamolé; rimanendo alla destra del pianoro si passa accanto al rudere di Chanté e subito dopo si giunge ad un bivio (2133 m) al quale si svolta a sinistra compiendo un semicerchio che, con dolce pendenza, arriva all’alpeggio di Chamolé (2167 m). Passando dall’alpeggio, dove si trovano alcune paline, si arriva sulla poderale prendendo il sentiero che sale leggermente sulla destra in prossimità di un bivio segnalato da bolli gialli sulle pietre; la traccia sale leggermente attraversando un bel bosco di conifere e, dopo la confluenza di un sentiero che sale da sinistra, ben presto si giunge al panoramico Col Plan Fenêtre (2240 m) dove si trova una croce lignea e dal quale si ha un bello scorcio della Becca di Nona. Qui si prende il sentiero che scende in diagonale perdendo un centinaio di metri di dislivello ed arrivando sul fondo del vallone si supera l’alpeggio di Comboé oltre il quale, passato un ponticello, si trovano le paline ad un bivio (2148 m) dove si ignora il sentiero di sinistra che sale verso la Becca di Nona e si prosegue nel pianoro verso la testata del vallone. Dopo aver trascurato ad un successivo bivio, dove si trova il rudere di Grand Plan (2180 m), un sentiero che sale a sinistra ci si dirige con percorso diagonale verso un alto promontorio roccioso che si trova oltre una bastionata; arrivati alla base del promontorio si devia decisamente a destra imboccando un canalino molto ripido nel quale si sale con stretti tornanti attrezzati in un paio di punti. Superate le rocce si compiono ancora alcuni tornanti e poi, quando la pendenza diminuisce sensibilmente si arriva in una conca di erba e pietre sulla sinistra della quale si vede sopra un dosso la costruzione del rifugio Arbolle che in pochi minuti si raggiunge (2527 m). L’escursione prosegue dalle paline situate oltre il rifugio sul sentiero che, dapprima in leggera salita e poi con qualche saliscendi, segue a mezzacosta la fiancata della montagna passando da un pianoro addentrandosi poi in una vallettina dove scende un torrente. Sopra questa si apre un altro grande vallone pietroso, dominato dall’alto dalla Punta Garin, e si arriva ad un bivio (2538) dove ci si tiene sempre sulla sinistra continuando a salire sui dossi erbosi che a mano a mano si trasformano in morene pietrose. Quando il terreno si fa completamente pietroso si arriva ancora ad un bivio con le paline (2973 m) al quale si prosegue alla sinistra in direzione di un palo metallico dal quale si vede il lago poco più in basso e che si raggiunge facilmente scendendo senza percorso obbligato tra le pietre.
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