Cima Trubbio – Craveggia (VB)

16 luglio 2009 at 17:09

giancarlo

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la-vetta

Quota 2078
Disl. 1188
Diff. E
Segnavia Nessuno
Tempo 3h15′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

Craveggia è la perla architettonica della Valle e il centro di Craveggia costituisce un vero e proprio museo all’aperto con case signorili, decorazioni e affreschi ne costituiscono la peculiarità: il tutto è frutto di una fortunata emigrazione: il famoso tesoro conservato in chiesa, che comprende pissidi, croci, paramenti sacri, il manto funebre di Luigi XIV e il quello nuziale di Maria Antonietta ne è testimonianza. L’escursione, anch’essa bella e remunerativa, col suo percorso ci consente di attraversare i belli e panoramici alpeggi di Craveggia e le numerose baite disseminate lungo il tracciato ma conviene effettuarla quando la pista da sci, nella parte terminale, è ancora chiusa in modo da godere appieno del candore e del silenzio tipici dell’inverno in montagna.

Avvicinamento

Si percorre la A26 sino al suo termine a Gravellona Toce e si prosegue ancora sulla superstrada oltrepassando Domodossola per uscire al successivo svincolo per la Valle Vigezzo. Si risale la valle ed appena passato il comune di Santa Maria si seguono sulla sinistra le indicazioni per Craveggia e, prima di giungere alla frazione di Vocogno si svolta a destra e si posteggia l’auto nei piccoli slarghi che si trovano nei dintorni della casa di riposo o poco oltre.

Descrizione

Giunti alle paline poste alla partenza dell’itinerario si deve seguire l’indicazione per la Colma di Craveggia e si sale per la stradina, dapprima asfaltata, che con comodi tornanti si addentra nel bosco. Continuando la salita si incontra un bivio al quale si tiene la direzione di sinistra, si passa accanto ad una piccola cappelletta e, non volendo proseguire per la poderale si può salire per il sentiero, quando visibile, e che comunque, tagliando intuitivamente i numerosi tornanti, ci permette di raggiungere in minor tempo la panoramica alpe Fontana (1160m). La si attraversa per abbandonare temporaneamente la strada e, stando un po’ sulla destra delle baite,si sale senza percorso obbligato verso Nord per gli assolati pendii innevati: il percorso si sviluppa infatti completamente esposto a Sud e passa accanto a baite e piccoli alpeggi che, a mano a mano che si sale, diventano. uno più panoramico dell’altro. Innalzandosi con percorso che alterna dolci pendenze a brevi strappi più ripidi e passando al margine del bosco che si fa sempre più rado, si raggiunge ancora la poderale che si percorre per pochi tornanti ed arrivare così poco sopra le baite della Colma di Craveggia (1635m) per raggiungere un alto ed evidente crocifisso ligneo nel pressi del quale si trovano delle paline segnaletiche. Da questo punto si ha ben visibile davanti a noi la nostra meta alla quale ci si avvicina passando poco sopra una serie di piccole baite e, deviando sulla sinistra per contornare in leggera salita nel bosco un promontorio, si arriva nella parte alta del vallone. Da questo punto, appena sopra le baite dell’alpe Pidella, non conviene risalire la punta alla nostra sinistra per fare la dorsale (perché poi bisognerebbe ridiscendere ad un successivo colletto) ma raggiungere, traversando in salita nel bosco, il punto più basso sotto il colletto e da qui, salendo a fatica per un canalino breve ma molto ripido, raggiungerlo. Ora davanti a noi abbiamo la dorsale, anche questa ripida, che si rimonta senza percorso obbligato passando sotto la seggiovia e raggiungendo in diretta l’evidente cima dove si trova una bella cappelletta. Il punto è molto panoramico sulle cime della Valle Antigorio e Vigezzo: lo Ziccher, il Gridone la Pioda di Crana e la Scheggia. Più lontano il panorama verso ovest ci consente di vedere l’himalayana parete est del Rosa. La discesa si può effettuare per l’itinerario di salita o, in alternativa si può scendere direttamente dall’arrivo della seggiovia sino alla traccia della strada e da questa al colletto e al canalino. Poi conviene deviare leggermente a sinistra per passare dalla Colma, dove c’è il ben tenuto oratorio di San Rocco, ed in seguito ancora giù passando per i prati coperti di neve e per le belle baite sino a riprendere il tracciato di salita.

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