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Piramide Vincent – Gressoney L.T. (AO)
Quota: 4218 m
Dislivello: 774 m
Difficoltà: PD -
L’ascensione a questo 4000 si sviluppa nei grandiosi ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa snodandosi tra i grandi seracchi e i numerosi crepacci dei ghiacciai del Garstelet e del Lys i quali, questi ultimi, se sono celati da ponti di neve diventano pericolosi da attraversare allorché non si riescono ad individuare: il tratto in cui bisogna prestare più attenzione è quello che va dalla diramazione dei due ghiacciai al punto in cui bisogna deviare per la salita alla vetta. La parte più ripida è senz’altro quella tra lo sperone del rifugio Gnifetti sino a sotto l’isolotto roccioso del Balmenhorn, il tutto però ripagato ampiamente dal panorama incomparabile che si gode dalla cima sia sui vicinissimi 4000 del gruppo montuoso del Rosa che su quelli più lontani della Valle d’Aosta e della Svizzera senza tralasciare le altre cime valdostane e piemontesi. A questa salita si può senz’altro abbinare anche quella al vicino Balmenhorn dove si trova un’alta statua metallica del Cristo delle vette e, poco sotto, il bivacco Giordano.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Pont St. Martin dal quale si seguono le indicazioni per Gressoney e la valle del Lys. Risalita la valle si superano i comuni di Gressoney St. Jean e La Trinité continuando sulla strada sino alla frazione di Staffal dove si trova un comodo parcheggio in corrispondenza degli impianti di risalita. Si prendono quindi gli impianti sino al troncone che porta direttamente sul ghiacciaio di Indren.
Descrizione
Dall’uscita della funivia si imbocca la pista che si dirige verso il ghiacciaio di Indren e la si percorre per qualche decina di metri per fare poi una deviazione sulla sinistra, su tracce quasi sempre presenti, e compiendo un ampio semicerchio da destra a sinistra in modo da raggiungere la parte opposta della conca glaciale in corrispondenza di una poco marcata crestina rocciosa (3375 m). Sulle roccette si individua una grossa corda fissa che ne facilita la salita e si contorna la bassa cresta verso destra seguendo le tracce quasi sempre presenti ed alcuni ometti di pietre e poi si risale un corto pendio nevoso in direzione dell’ormai visibile rifugio Città di Mantova che si raggiunge in breve dopo un corto traverso a sinistra (3458 m). Dal retro del rifugio si risale la lingua terminale del ghiacciaio del Garstelet rimanendone prevalentemente sulla destra, meno ripido, sino ad arrivare alla quota del rifugio Gnifetti che si supera per lasciare sulla sinistra lo sperone roccioso su cui sorge. Si giunge così alla confluenza dei ghiacciai del Garstelet e del Lys che conviene risalire tra i contrafforti della Piramide Vincent e i grossi e ben visibili seracchi sulla sinistra; qui la pendenza aumenta sensibilmente e compiendo qualche zig-zag si guadagna quota prestando la massima attenzione agli eventuali ponti di neve sui crepacci sempre presenti su questo tratto di ghiacciaio. Sempre su pendenza costante si arriva ad una quota di poco sopra i 4000 m, e comunque prima di raggiungere l’isolotto roccioso del Balmenhorn, si devia sulla destra per entrare in una piccola conca glaciale che si percorre per poche decine di metri puntando poi decisamente alla destra in direzione dell’alto scivolo ghiacciato. Si guadagna quota compiendo qualche tornante e qualche traverso un po’ esposto raggiungendo in breve la larga cresta che conduce in piano alla vetta ghiacciata.
Volendo estendere la salita al vicino Balmenhorn si ritorna all’incirca alla base del pendio, senza però scendere troppo nella conca, e si rimonta con un lungo traverso un po’ esposto a semicerchio che taglia il ripido scivolo al termine del quale si raggiunge la base delle rocce sommitali; lasciate le racchette alla base di queste si salgono facilmente, con l’aiuto di un canapone e di gradini metallici, gli ultimi metri che ci separano dalla vetta su cui è situata una grande statua metallica del Cristo delle vette e appena sotto di essa si trova il bivacco Giordano (4193 m). In discesa da questa vetta conviene dirigersi, per evitare il pendio troppo ripido, sul lato opposto della salita dove comodamente si scende per un dolce pendio del ghiacciaio contornando a distanza l’isolotto roccioso appena salito e riprendendo verso sinistra l’itinerario di salita.
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