Battelmatthorn – Formazza (VB)

2 ottobre 2011 at 12:15

giancarlo

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Quota 3042
Dislivello 1291
Difficoltà EE
Segnavia G0, G39, bolli bianco-rossi
Tempo 3h45′

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

La salita a questa possente montagna offre l’opportunità di compiere un bel giro ad anello di circa 20 km il cui tracciato si sviluppa al confine Italo-Svizzero nell’alta Val Formazza ad ovest del Griespass; durante lo svolgimento dell’escursione si attraversano tutte le tipologie degli ambienti alpini passando dai verdi pascoli del bacino del lago di Morasco e da quelli superiori della piana di  Bättelmatt per arrivare alle zone moreniche a lato del ghiacciaio del Gries che portano alla panoramica cresta che conduce in vetta. Il percorso della cresta è, a parte le prime decine di metri, ripido ed esposto pur svolgendosi su una traccia: questa è di terriccio e fine detrito dal fondo sdrucciolevole come pure il traverso esposto che si trova oltre la sua parte mediana. Nella parte iniziale del ritorno, inoltre,si passano alcuni punti dove esiste un cavo metallico che però è meglio ignorare dato il cattivo stato degli ancoraggi a volte anche inesistenti.

Avvicinamento

 

Si percorre la A-26 Genova-Gravellona uscendo al suo termine di Gravellone Toce e proseguendo sulla superstrada in direzione del confine di stato. Superate le uscite di Domodossola ed altri due svincoli si esce a quello per Crodo e la Val Formazza. Si percorre il lungo fondovalle sino al suo termine dove si trova il villaggio di Riale e da questo, tenendo la sinistra, si risale ancora per poco arrivano alla diga del lago di Morasco dove si trova un cartello di divieto di transito e dove si può lasciare l’auto ai bordi della strada; sembra comunque che il proseguimento sino al termine superiore del lago, e cioè sino alla partenza della funivia di servizio dell’Enel, sia abbastanza tollerato guadagnando una decina di minuti di cammino ed un dislivello pressoché nullo.

Descrizione

Dalla diga si costeggia il lago sulla sterrata giungendo, dopo qualche minuto, all’edificio dove parte la funivia di servizio dell’Enel e dove termina anche la strada. Si imbocca ora il sentiero che dalla destra si avvicina ad un torrentello che si attraversa a sinistra andando a risalire un pendio disseminato di bassi cespugli dove quasi subito si trova un bivio segnalato da una palina (1933 m)  dove si prende la diramazione di destra. Con ampi tornanti si arriva al grande pianoro di Bättelmatt che, dopo aver passato un ponticello in pietra ed abbandonata la larga mulattiera, si attraversa in tutta la sua lunghezza rimanendo alla destra dell’alpe Bättelmatt; giunti alla testata del vallone si trova evidente il sentiero che con una diagonale verso destra e qualche tornante si alza deciso sui ripidi pendii erbosi. Passato un piccolo colletto si perde qualche metro di quota andando ad attraversare un torrente dal quale, con alcuni tornanti un po’ ripidi, si compie un traverso a sinistra giungendo alla larga insellatura del Griespass (2464 m). Ora, seguendo una visibile traccia, si prosegue sulla sinistra passando davanti ad una piccola cappella in legno indirizzandosi verso una zona morenica i cui dossi si superano con qualche saliscendi; in questo tratto si passa poco più sopra le sponde del Lago Gries che, salendo, si trova alla destra così come la parte terminale dell’omonimo ghiacciaio che lo alimenta. Passata una palina (2544 m) si compie ancora qualche tornante e, giungendo nei pressi di un ometto di pietre e di un paletto arcuato (2669 m), si devia a destra prendendo una traccia che rimonta una bassa dorsale alla sinistra di un nevaio; dopo un tratto un po’ più ripido si compie un traverso a sinistra indirizzandosi verso la parte bassa della cresta che scende alla sinistra del Bättelmatthorn che si raggiunge dopo aver incrociato un’altra traccia proveniente da sinistra e dove si trova un ometto di pietre (2814 m). Da qui parte verso destra la traccia che dapprima in linea retta e poi con alcuni tornanti risalgono la cresta e raggiungono un punto dove questa si impenna decisamente e la progressione si fa più faticosa anche per il terreno sdrucciolevole di fine detrito; terminati questi stretti tornanti si compie un traverso esposto, sempre sullo stesso tipo di terreno, lungo un centinaio di metri circa che porta sotto la verticale della vetta. Ora, sempre su pendenze sostenuta, si risalgono le ultime decine di metri che ci fanno arrivare appena sotto il filo di cresta; raggiuntala, si percorre un breve tratto aereo che ci porta alla croce metallica posta sulla vetta.

Per la discesa si ritorna all’inizio della cresta e, percorsi pochi metri della traccia di salita, si devia a destra all’incrocio can l’altra proveniente dal basso; perdendo rapidamente quota si arriva ad un paletto, già ben visibile dall’alto, e che si trova al termine dell’ampia dorsale (2687 m); si gira ora a destra scendendo di pochi metri sul sentiero e subito si affronta un tratto ripido ed esposto attrezzato con una fune metallica: si sconsiglia di usarla perché attualmente gli ancoraggi di sostegno non sono affidabili. Al termine di questo passaggio si continua con un traverso in discesa a mezzacosta che attraversa un canalone dove anche qui si trova una fune metallica da non utilizzare per le cattive condizioni degli ancoraggi addirittura divelti. Passato anche questo punto critico si prosegue su terreno più sicuro col sentiero che prosegue la sua discesa verso la sottostante Piana dei Camosci dove si trova anche il cippo che ci ricorda che stiamo percorrendo il Sentiero Castiglioni; dopo aver toccato la parte più bassa del pianoro si inizia una breve risalita verso il rifugio Città di Busto situato su un panoramico promontorio (2493 m). Passati alla destra della costruzione si trova un sentiero che scende in un vallone, sempre alla destra, dove sul fondo si vedono i tralicci della funivia di servizio dell’Enel; perdendo rapidamente quota con molti tornanti si arriva ad un bivio (2253 m) dove si rimane a sinistra e si continua la discesa in un largo, e a tratti ripido, canale erboso. Usciti dal canale ci si sposta sulla sinistra, sempre sul sentiero, e si arriva al bivio di quota 1933 già passato all’andata da dove, svoltando a destra si ritorna in breve sulle sponde del lago di Morasco.

 

 

 

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