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Aiguille des Angroniettes – Courmayeur (AO)
Quota | 2859 |
Dislivello | 1155 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | TMB, 25, s.n., 26 |
Tempo | 3h15’ |
Altimetria e dettagli (salita)
Altimetria e dettagli (discesa)
Questa bella ed impegnativa escursione circolare si sviluppa, fuori dall’affollamento dei classici sentieri, nell’alta Val Ferret percorrendo i solitari e selvaggi valloni de la Combette e di Bella Comba e ci fa raggiungere una panoramica vetta situata al confine con l’alta Val Ferret in Svizzera. La prima parte del percorso, nel vallone de la Combette, non presenta particolari difficoltà oggettive che sono concentrate solo sull’esposta cresta finale con terreno un po’sdrucciolevole; nella seconda parte, nel vallone di Bella Comba, bisogna prestare attenzione già da subito con la discesa dal colletto che si svolge su terreno molto friabile con un lungo traverso su un pendio molto inclinato, la discesa sui ripidi pendii erbosi ed ultimo, ma più pericoloso, il tracciato del “sentiero balcone” che presenta una forte e continua esposizione con tratti attrezzati nei punti più critici. Il consiglio è quello di non intraprendere il giro in caso di nebbia o nuvole basse, per la difficoltà di orientamento nelle pietraie e sui pendii erbosi senza sentiero, ed in caso di pioggia o terreno bagnato, per i pericolosi passaggi sul “sentiero balcone”: in questo caso conviene senz’altro tornare dall’itinerario di salita. I panorami si sprecano soprattutto sulla splendida catena che dal Monte Bianco arriva al Mont Dolent, senza però trascurare il Grand Combin ed il Mont Velan in territorio elvetico.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e, superata la barriera di Aosta est, si continua sino al suo termine di Courmayeur; da qui si seguono le indicazioni per la Val Ferret che si percorre sino al suo fondo dove si può lasciare l’auto dopo il ponte appena oltre le baite di Arnova in uno slargo presso la Dora dove sono presenti le paline sulla destra.
Descrizione
Dalle paline si prende il sentiero che si alza sulla sinistra tra i pascoli guadagnando subito quota con qualche tornante per poi, iniziando un lungo traverso dove la pendenza diminuisce, passare dalla baita diroccata di Tsa de Jean (1902 m); più avanti si attraversa un torrente su un ponte di legno e, guadagnata la dorsale erbosa, si arriva al panoramico rifugio Elena (2053 m). Superato il rifugio si raggiungono le paline all’inizio del sentiero che si stacca dalla poderale e percorre le fiancate erbose che si alzano nella parte iniziale del Vallon de la Combette; dopo aver percorso alcuni tornanti ed un tratto più rettilineo si giunge ad una decisa svolta a sinistra (2316 m) dove il sentiero si dirige su una larga dorsale. Qui si abbandona il tracciato più marcato per proseguire diritto inoltrandosi nel vallone e perdere qualche metro di dislivello con un percorso a mezzacosta; su una traccia non troppo marcata ci si dirige verso una cascatella di un torrente che si supera sui prati alla sinistra (destra orografica) arrivando al ripiano superiore dove si prosegue tra bassi dossi erbosi spostandosi verso il centro. Ora, scomparso quasi del tutto il manto erboso, si punta un evidente canalino di sfasciumi situato sul fondo di questa grande conca detritica seguendo qualche ometto di pietra e poi, vicino alla bastionata, individuando una labile traccia che sale tra i sassi mobili; arrivando vicino al canalino la traccia si fa più evidente e, aumentando di pendenza, compie alcuni tornanti che si risalgono faticosamente. Arrivando verso il termine della bastionata si prosegue per un breve tratto con un traverso su terreno friabile e poi con un breve strappo si guadagna la conca superiore. Raggiuntala ci si sposta subito alla sinistra e si risale un ripido pendio dove, deviando gradatamente a destra, si trova una traccia che con percorso poco inclinato percorre la pietraia a mezzacosta e si dirige verso il fondo della conca dove si trova la larga insellatura del Col du Ban Darrey; raggiuntolo (2698 m) si mette piede sulla sua stretta crestina e si devia a destra percorrendola con percorso dapprima poco inclinato che poi si impenna un po’ nel suo proseguimento arrivando nei pressi di una puntina all’inizio di una cresta rocciosa. Rimanendone alla destra, e senza raggiungere il colle di fronte, si risale la dorsale momentaneamente più larga e comoda che alzandosi si restringe con la traccia che ne percorre il filo costituito da pietrisco rimanendo un po’ esposto sul lato sinistro; percorrendo la cresta aerea e rettilinea si giunge in breve sulla prima punta e poi, con un breve percorso aereo, si raggiunge anche la seconda di un paio di metri più bassa. Ridiscesa la cresta si raggiunge un colletto (2833 m) dal quale, sulla destra, scende una traccia che taglia il pietroso e molto inclinato pendio sotto la vetta perdendo leggermente quota su terreno instabile di terriccio. Si raggiunge la zona erbosa sotto la verticale della vetta che porta ad una dorsale la quale si scende liberamente arrivando al fondo della conca dove si svolta a destra per arrivare ad un sottostante pianoro detritico dove si trova un ometto di pietre (2629 m); si prosegue sino alla cresta erbosa che delimita il pianoro e da questa, avendo come riferimento il sottostante torrente, si scende senza percorso obbligato percorrendo il pendio, a tratti un po’ ripido, sia tra i punti di minor pendenza dei dossi che dalle fenditure scavate dai ruscelli. Arrivati quasi sul fondo del vallone si incrocia una traccia (2260 m circa) che si segue svoltando a destra arrivando in breve alle baite diroccate di Belle Combe desot (2224 m); da queste si scende sul poco inclinato pascolo spostandosi gradatamente sulla destra arrivando ad attraversare dapprima un largo greto pietroso e poi, continuando la discesa, a guadare il torrente nel suo punto migliore. Dalla parte opposta si trova un sentiero che scende, rimanendo di poco più in alto del corso d’acqua, con un traverso tra la bassa vegetazione; quasi subito l’esposizione aumenta sensibilmente e diventa continua camminando sopra la forra del torrente incontrando tratti di terreno friabile e pietre mobili attrezzati con corde fisse nei punti di maggior pericolo. Dopo questo lungo percorso caratterizzato da continui pericoli oggettivi si aggira uno sperone erboso e, camminando ora su terreno sicuro, si arriva alla fine delle difficoltà trovando un cartello che avverte dei pericoli gli escursionisti in salita. Dopo qualche minuto si arriva alle panoramiche baite di Arnouva di metien (2019 m) dove, qualche metro più avanti, si trovano le paline in corrispondenza di un bivio al quale si prende il sentiero che scende alla destra; dopo una decina di minuti si arriva ad un altro bivio(1938 m) ed anche qui si prende il sentiero di destra che, compiuti molti tornanti, porta alle baite di fondovalle da dove si attraversa il ponte alla destra ed in pochi minuti, chiudendo l’anello, si arriva al punto di partenza.
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