Grande Rochére – La Salle (AO)

18 agosto 2012 at 18:07

giancarlo

0

 

 

 

Quota 3327
Dislivello 1531
Difficoltà EE
Segnavia Nessuno
Tempo 4h15’

 

Traccia GPS

Visualizza con Google Earth

Altimetria e dettagli

 

La Grande Rochére è la vetta più alta dell’omonimo gruppo montuoso costituito da alcune “Aiguille”, che superano anche loro i 3000 m di quota, nella zona a nord di La Salle e si presenta con una imponente e massiccia mole dominando la Comba di Planaval ad est e la Comba di Chambave ad ovest mentre a nord essa si trova alla testata del Vallone di Malatrà; più precisamente queste vette separano la zona montuosa di La Salle con la Val Ferret e sono senz’altro tra i migliori punti panoramici sul gruppo del vicino Monte Bianco. La salita è semplice e su sentiero ben segnato sino all’alpe di Bonalex mentre oltre, dove la ripidità non da tregua sino alla vetta, la progressione è resa faticosa soprattutto nella parte di terreno friabile e di sassi mobili dal canalone che scende dal Col de la Rochére sino alla cima; a volte la traccia scompare nell’erba o nel terriccio ma si è aiutati da qualche sbiadito bollo giallo e da qualche ometto sino al colle. Come già detto i panorami sono veramente eccezionali innanzitutto sul massiccio del Monte Bianco e della sua catena montuosa ma, oltre a questa privilegiata vicinanza, lo sguardo spazia per 360° dal Grand Combin alle vette del Delfinato e ripagano pienamente la fatica fatta per raggiungere questa possente vetta.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino – Aosta sino alla barriera di Aosta est che si oltrepassa per uscire al casello di Morgex; svoltato a destra sulla statale si raggiunge subito il comune di La Salle dove, entrando in paese, si seguono le indicazioni per Morge e Planaval. Raggiunta quest’ultima località si può lasciare l’auto nel parcheggio vicino al torrente in corrispondenza del cartello di divieto di transito.

Descrizione

Dal parcheggio si prende la strada sterrata che in piano si addentra nel vallone alla sinistra del torrente e, senza guadagnare molta quota, arriva nei pressi dell’alpeggio di Eculés dove la strada si biforca (1897 m) imboccando il breve tratto che scende sulla destra sino al vicino ponte di legno. Attraversato il ponte ha inizio il sentiero che, in leggera salita, taglia a mezzacosta il pendio sino a trovare un masso con l’indicazione per Bonalè dopo di che, tenendo sempre più la destra, si inizia la faticosa risalita di un conoide erboso ripido; dapprima direttamente e poi con qualche tornante si guadagna rapidamente quota e, giunti sotto ad un canale più ripido, si devia a sinistra per rimontare un più dolce pendio che in alto sbuca sopra un’insellatura. Da qui la pendenza diminuisce sensibilmente e la traccia passa tra alcuni bassi dossi erbosi tra i quali, prima di arrivare in vista dell’alpeggio di Bonalex, si giunge ad un bivio (2347 m) dove si ignora il sentiero che prosegue sulla destra nonostante vi sia una freccia gialla indicante di proseguire a destra. Lasciato l’alpeggio a poca distanza sulla destra si devia a sinistra superando ancora un paio di dossi per attraversare poi il pianoro dove scorre un torrente che si guada senza difficoltà; proseguendo ancora per poco nel pianoro ci si sposta leggermente sulla sinistra individuando una pietra liscia con un ometto di pietre ed uno sbiadito bollo giallo (2389 m) dalla quale, in diagonale sulla destra, parte una evidente traccia. Questa risale il pendio avvicinandosi ad una larga dorsale erbosa che si rimonta seguendo alcuni ometti di pietre passando poco più in alto alla sinistra di un torrentello che, a stagione avanzata, è asciutto; con la pendenza sostenuta si passa accanto ad una bassa bastionata rocciosa, che si supera passando sul breve pendio appena alla destra, sopra la quale ci si trova alla sinistra di un largo canale valanghivo. Seguendo qualche ometto e qualche sbiadito segno giallo si sale faticosamente questo tratto arrivando ad alcune roccette che si lasciano sulla sinistra per risalire, su terreno più friabile, un canalino di rocce rotte; sopra questo ci si sposta sulla destra per attraversarlo poco più in alto, in corrispondenza di un paio di frecce bianche sulla roccia, con un traverso su terreno infido e proseguire sulla traccia che sale sui sassosi pendii soprastanti. Si giunge così ad una panoramica spalla dalla quale si guadagna quota su una crestina al termine della quale ci si sposta alla destra verso un grande pendio di sfasciumi; ora il terreno diviene di fine detrito e piccoli sassi che rendono un po’ difficoltosa la progressione sulla traccia che a tratti si confonde con quelle provocate dai rigagnoli dell’acqua. Alla sommità di questo pendio si arriva al col de la Rochére (3185 m) dove si devia a destra seguendo la facile cresta oppure, scesi di qualche metro, si riprende la traccia che giunge ad un altro colletto di poco più alto; da questo punto si prende una delle tracce che si allontanano gradatamente verso destra dalla cresta e, risalendo un ripido pendio di sfasciumi dove le tracce si confondono col terreno friabile, si arriva alla panoramica vetta sormontata da un segnale trigonometrico.

 

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *