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Mont Facebelle – Ayas (AO)
Quota | 2619 |
Disl. | 772 |
Diff. | E |
Segnavia | 3 |
Tempo | 2h30′ |
Itinerario frequentato soprattutto nella parte bassa sino all’alpeggio di Vascotchaz ed all’attigua chiesetta mentre oltre, soprattutto per l’accentuarsi della pendenza nella parte terminale, necessita di un po’ di esperienza per affrontarlo negli ultimi traversi. La cima si può anche raggiungere salendo al colle Vascotchaz e da qui percorrere la cresta sulla destra che però, se ghiacciata od in caso di neve ventata con qualche piccola cornice, può creare qualche difficoltà. Per fugare ogni dubbio è meglio salire direttamente per il pendio alla cima: è senz’altro più ripido ma al limite si fa qualche tornante in più (alla fine il dislivello è sempre lo stesso).
Avvicinamento
Raggiunta l’uscita dell’autostrada A5 di Verrès si seguono le indicazioni per la Val d’Ayas e, superato di qualche chilometro l’abitato di Brusson, arrivati alla frazione di Corbet si svolta a sinistra per Antagnod. Poco fuori l’abitato si arriva al bivio con l’indicazione per Mandriou e si raggiunge il parcheggio proprio davanti alle prime case dove si può lasciare l’auto.
Descrizione
Dal parcheggio ci si avvia per prati innevati in direzione ovest verso le ben visibili piste di sci. Si risale il dolce pendio attraversando un paio di volte una stretta stradina; in seguito la pendenza aumenta e, costeggiando a zig-zag la pista, deviando un poco verso destra si giunge ad un piccolo pianetto. Da qui si prende come riferimento l’alpeggio di Vascotchaz e la vicina chiesetta ben visibili sulla destra e si può anche vedere la seconda parte dell’itinerario di salita: proseguendo ora in leggera salita sulla destra orografica del vallone (la sinistra salendo) e passati un paio di torrentelli che scendono dalle pendici sovrastanti si giunge nei pressi dell’alpeggio che si lascia sulla destra. Salendo sopra di esso con alcuni tornanti, la pendenza ora si accentua leggermente, si tiene all’incirca il centro del vallone per poi, arrivati dopo alcuni traversi in un punto in cui la salita diminuisce di intensità, ci si dirige verso una solitaria pietra a punta che emerge dal manto nevoso. Superatala ci si alza verso destra (diritti si va al colle Vascotchaz e sulla sinistra si vede l’imponente sagoma del Bec de Nannaz) seguendo anche le eventuali tracce esistenti e, aumentando la pendenza progressivamente, ci si innalza verso il pendio finale che ormai abbiamo di fronte. Prima di giungere in vetta bisogna passare però qualche traverso un po’ ripido sia sotto che attraversando alcune roccette affioranti. Dopo questa fatica le pendenza diminuisce sempre più e si raggiunge così l’aerea crestina finale che conduce sulla cima.
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