Archivio
-
Ultimo aggiornamento
Articoli – Commenti – Tags
Più visti
- Escursioni in Valle d’Aos…: VALLE D’AOSTA Valle di Gressoney 0 commento/i
- Punta Gnifetti, Capanna M…: Quota: 4561 m Dislivello: 1341 m Difficoltà 1 commento/i
- Lago Layet – Saint Marcel…: Quota 2278 Dislivello 783 Dif 0 commento/i
- Indici: Indice Alpinismo Indice Escursionismo Indice escursionismo 0 commento/i
- Laghi di Campliccioli, Ci…: Quota 1358 (Campliccioli),2260 (Cingino), 2339 ( 2 commento/i
Commenti
- Blotto Alessandro su La Nouva de Tronchaney – Torgnon (AO)
- Giovanni su Traversata rif. Chabod, Vittorio Emanuele – Valsavarenche (AO)
- Blotto Alessandro su Punta Tsa Seche – Cogne (AO)
- Blotto Alessandro su Punta Tsa Seche – Cogne (AO)
- giancarlo su La Raye du Sodz – St. Rhémy (AO)
Tags
alpinismo bivacchi canavese-valle dell'orco ciaspole cogne courmayeur escursioni escursioni ad anello escursioni invernali google earth gran san bernardo gruppo del bianco gruppo del rosa laghi alpini la thuile ossola parchi e riserve parco mont avic parco naz. gran paradiso parco valgrande piemonte pila quota 3000 racchette da neve Rhȇmes rifugi saastal san barthelémy scialpinismo sempione svizzera tracce gps val bognanco valdigne valgrisenche valle d'aosta valle d'ayas valle di gressoney vallese valpelline valsavarenche valsesia Valstrona valtournenche verbano
Nordend – Zermatt – Vallese (CH)
Quota | 4617 |
Dislivello | 2807 |
Difficoltà | AD ( III ) |
Come si può facilmente evincere dal toponimo la Nordend è, tra i 4000 del gruppo del Monte Rosa, la punta più settentrionale, essa separa con la sua cresta l’alta valle di Macugnaga, in Piemonte, dall’alta valle di Zermatt nel Vallese in Svizzera. Non è una cima molto frequentata sia perché vicina alla più alta e preferita Punta Dufour sia perché completamente al di fuori del carosello degli altri 4000 più facilmente raggiungibili con l’aiuto degli impianti di risalita dal versante di Gressoney La Trinité. Nel suo complesso è un’ascensione faticosa sia per il dislivello dal rifugio (oltre 1700 m), con la quota che si fa inevitabilmente sentire, sia per la distanza complessiva che, tra andata e ritorno da Rotenboden, sfiora i 30 km. L’accesso al rifugio non è banale nel tratto di attraversamento del ghiacciaio di Granz per la presenza di numerosi crepacci mai troppo grandi ma con punti esposti. Dal rifugio la prima difficoltà, vista la partenza notturna, è il percorso per raggiungere il ghiacciaio che sulla morena si può confondere anche per la eccessiva presenza di ometti che possono sviare dalla giusta direzione. Le difficoltà oggettive si trovano subito all’inizio del ghiacciaio con l’attraversamento di una zona molto crepacciata, nel passare il grande crepaccio sotto la terminale e al termine della salita nell’affrontare il tratto di cresta; questa, causa le grandi cornici dal lato Macugnaga, la si percorre poco sotto la destra del filo con un tratto esposto anche se con poco dislivello da salire mentre per il breve tratto di roccia finale vi sono un paio di passi non difficili ma molto esposti. La vetta, aerea ed esposta, è costituita da un piccolo pianerottolo nevoso sulla quale ci sta comoda solo una persona. Per quanto riguarda l’ambiente ci si trova immersi in uno splendido scenario di alta montagna con lo sguardo che passa dai numerosi 4000 italiani,francesi e svizzeri con tutta la catena alpina e prealpina che fa da corollario; un cenno a sé merita la vista dell’himalayana parete est del Monte Rosa che precipita con un salto di oltre 2000 metri verso Macugnaga.
Avvicinamento
Dall’Italia si raggiunge, passando per il valico del Sempione o del Gran San Bernardo, il canton Vallese in Svizzera e si percorre l’autostrada e, terminata questa, la statale in direzione Visp; prima di entrare nella cittadina si trova una rotonda con le indicazioni per Zermatt che si seguono sino ad arrivare al comune di Täsch. Qui si deve lasciare l’auto nei grandi parcheggi e raggiungere la stazione ferroviaria per prendere il trenino per Zermatt; giunti nella stazione della bella località alpina si raggiunge, appena usciti sulla sinistra, la stazione della ferrovia del Gornergrat e, preso il trenino, si scende alla fermata di Rotenboden.
Descrizione
1° GIORNO – Dalla stazione ferroviaria ci si incammina verso l’ampio colletto sottostante incrociando un altro sentiero e passando per le paline che si trovano sull’evidente itinerario dove si prosegue in discesa; al colletto si devia a sinistra e si imbocca un largo ma esposto sentiero che dapprima in piano e poi in leggera discesa inizia un lungo percorso che taglia il ripido pendio sotto la Gornergrat. Giunti in una zona prevalentemente pietrosa si perdono un centinaio di metri di dislivello ignorando una traccia che si stacca sulla sinistra e si arriva ad un bivio segnalato da una palina (2708m) dove, anche qui, si prosegue diritto; si perde ancora quota indirizzandosi verso la lingua di sinistra (destra orografica) del Gornergletscher e, superata una palina, si tralascia l’inizio del vecchio sentiero per iniziare un tratto su terreno più sconnesso col quale si raggiungono alcune scalette metalliche. Si scendono e si attraversa un ponticello metallico dopo il quale si giunge sulle rocce levigate del piede del ghiacciaio da cui si seguono i bastoni bianco-azzurri che ci guideranno nel suo attraversamento; superate queste rocce con percorso quasi pianeggiante si scende decisamente su una ripida traccia con qualche corrimano nei punti più esposti giungendo così sul ghiacciaio vero e proprio. Da qui si scende leggermente tenendo la sinistra compiendo poi un largo semicerchio che ci porta ad una fascia del ghiacciaio coperta da rocce rotte dalle quali si scende ancora per prendere la parte sottostante della lingua centrale del Gornergletscher. Su questo tratto si attraversa una zona un po’ crepacciata con il percorso, sempre indicato dai bastoni, che per i numerosi buchi diventa più delicato per il suo attraversamento; si piega poi leggermente sulla sinistra puntando ad un’alta bastionata rocciosa abbandonando il ghiacciaio ad una quota di circa 2548 m dove si imbocca la traccia che rimonta verso destra una cengia obliqua con un corrimano. Camminando su placche poco inclinate alternate a tratti di sfasciumi, si giunge alla base di alcuni gradini in ferro che superano una placca liscia un po’ più verticale dopo la quale si devia sulla sinistra e si attraversa un’altra fascia di rocce lisce con l’aiuto, anche qui, di un corrimano; al suo termine si devia a destra e si supera un altro tratto ripido con l’aiuto di alcuni gradini in legno poco sopra i quali si arriva sul filo di una morena che si segue sulla destra. Passati sotto la verticale del rifugio ormai ben visibile il sentiero svolta decisamente sulla sinistra e, con un tratto poco inclinato, raggiunge in breve la scintillante costruzione.
2° GIORNO – Uscendo dal rifugio si sale sulla morena alla sinistra puntando ad un grande masso isolato che, seguendo ometti e tracce, si raggiunge passandolo alla destra; salendo ancora di poco si arriva ad alcune rocce levigate sotto una bastionata alla quale si prosegue ancora sulla destra. Arrivati alla base di un canale di sfasciumi un po’ ripido lo si risale e, quando la pendenza spiana leggermente, si mette piede sulla lingua inferiore del grande ghiacciaio del Monte Rosa. Inizialmente si continua in leggera salita tenendosi nel centro per poi, avvicinandosi ad una zona molto crepacciata, spostarsi un po’ alla destra per attraversarla nei punti di miglior passaggio. Terminato questo tratto delicato si avanza dapprima sulla sinistra con le stesse pendenze per poi, con la pendenza che aumenta , tenere la destra camminando verso alcuni grossi seracchi situati alla sinistra di un pendio che scende da un grande spuntone roccioso. Dopo esservi passati ben al di sotto (3900 m) questi si aggirano sulla destra raggiungendo un plateau dove, di solito, si trova la traccia che sulla destra si porta alla base della cresta nord della Punta Dufour (4100 m circa). Qui si prosegue sulla sinistra passando, anche in questo caso, a debita distanza da un grande seracco pensile dopo il quale si sale ancora a sinistra raggiungendo un enorme crepaccio (4407 m circa). Si segue il suo bordo inferiore sulla sinistra e poi, perdendo qualche metro, si devia a destra entrando nel suo interno dove si raggiunge un ripido ponte di neve col quale si arriva al suo bordo superiore. Salendo direttamente si supera un lungo crepaccio terminale sotto alla Silbersattel dopo il quale si taglia il pendio a destra arrivando poco al di sotto dell’ampia insellatura (4503 m circa). Abbandonata la traccia che porta al canale che sale alla Punta Dufour si risale a sinistra il pendio che raggiunge la cresta da percorrere; arrivati poco sotto il suo filo (attenzione d’ora in poi alle grandi cornici) la si segue superando una prima gobba alla quale ne seguono alcune altre non molto alte che portano alle rocce terminali. Giunti alla base di queste ci si sposta di un paio di metri sulla sinistra per pio salire una breve cengia rocciosa verso destra; arrivati su uno spigolo lo si aggira con un passaggio non difficile ma strapiombante sul versante Macugnaga (III) salendo successivamente i pochi metri delle rocce soprastanti. Con brevi passaggi più facili si arriva così alla breve ma esile crestina che porta alla piccola calotta ghiacciata della poco spaziosa vetta.
Meraviglioso ... non c'è altro da aggiungere ...