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Aiguille d’Artanavaz – La Salle (AO)
Quota | 3070 |
Dislivello | 1333 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | s.n. |
Tempo | 4h00′ |
L’Aiguille d’Artanavaz si trova alla testata di una vasta conca ed è il punto di incontro di quattro valloni che culminano ad essa: l’alta Comba di Planaval (quella di salita) a sud, il Belle Combe a nord, il Malatrà ad ovest,ed il Merdeaux ad est. Esteticamente, vista dal versante di salita, non è una “aiguille” svettante come le adiacenti ma una volta raggiuntane la vetta ci si rende conto di trovarsi su di una punta veramente aerea; l’ambiente di salita è veramente suggestivo e, soprattutto dalla cima, le impervie vette circostanti ed i solitari valloni adiacenti lo rendono ancor più selvaggio. L’escursione si svolge su sentiero e tracce che terminano al torrente oltre l’alpe Bonalex mentre il salto della cascata si percorre senza percorso obbligato su ripido terreno sino all’ampia conca superiore dove, con l’aiuto degli ometti, ci si porta senza difficoltà sotto lo sfasciumato pendio finale. In caso di nuvole basse o fitta nebbia ci possono essere problemi di orientamento e bisogna prestare attenzione dal termine delle tracce e quindi dal torrente in poi sino all’attraversamento del vasto vallone superiore. Il panorama è tra quelli più belli della zona con splendide viste sul gruppo del Monte Bianco e, più ravvicinate, sulle Grandes Jorasses con la catena alpina che giunge sino al Mont Dolent; a sud si arriva sino alla lontana Grivola e Gran Paradiso mentre molto belle e, come detto, selvagge sono le più vicine Aiguilles de Bonalex e Malatrà, il Grand Creton e la Grande Rochére.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino – Aosta sino alla barriera di Aosta est che si oltrepassa per uscire al casello di Morgex; svoltato a destra sulla statale si raggiunge subito il comune di La Salle dove, entrando in paese, si seguono le indicazioni per Morge e Planaval. Raggiunta quest’ultima località si può lasciare l’auto nel parcheggio vicino al torrente in corrispondenza del cartello di divieto di transito.
Descrizione
Dal parcheggio si prende la strada sterrata che in piano si addentra nel vallone alla sinistra del torrente e, senza guadagnare molta quota, arriva nei pressi dell’alpeggio di Eculés dove la strada si biforca (1883 m) imboccando il breve tratto che scende sulla destra sino al vicino ponte di legno. Attraversato il ponte ha inizio il sentiero che, in leggera salita, taglia a mezzacosta il pendio sino a trovare un masso con l’indicazione per Bonalè dopo di che, tenendo sempre più la destra, si inizia la faticosa risalita di un conoide erboso ripido; dapprima direttamente e poi con qualche tornante si guadagna rapidamente quota e, giunti sotto ad un canale più ripido, si devia a sinistra per rimontare un più dolce pendio che in alto sbuca sopra un’insellatura. Da qui la pendenza diminuisce sensibilmente e la traccia passa tra alcuni bassi dossi erbosi dove si trova un bivio (2347 m); ora, ignorato il sentiero che prosegue sulla destra, si tiene la sinistra per raggiungere quasi subito l’alpeggio di Bonalex (2345 m). Lasciatolo alla destra si continua sulla traccia evidente che arriva ad un poco distante muro diroccato che si oltrepassa trovandosi poi ad attraversare un pianoro erboso dove la traccia diviene più labile. Tenendo leggermente la destra ci si indirizza verso la cascata che scende di fronte salendo sullo sfasciume della sua sponda; giunti all’incirca all’altezza di una roccia biancastra isolata che si trova sulla sponda opposta (2450 m circa), si cerca il punto migliore per guadare il torrente. Ora, allontanandosi leggermente dal corso d’acqua, si rimonta su zolle erbose il ripido pendio cercando qualche rara traccia di passaggio; giunti nella parte superiore ci si sposta nuovamente verso il torrente attraversando una pietraia sulla destra o si risale ancora un tratti erboso ripido sino al promontorio superiore arrivando comunque ad una vasta conca detritica. All’ingresso di questa si trovano alcuni ometti che, seguendoli, ci portano verso la parte bassa della cresta che scende dall’Aiguille di Malatrà dove, dopo una breve risalita di un canale erboso, si contorna sulla destra un basso promontorio: qui si ha una bella visuale sulla parte alta dell’itinerario e, sul fondo, la meta dell’escursione. Proseguendo sempre su sfasciumi o nevai residui si rimane leggermente sulla sinistra della conca spostandosi poi gradatamente verso il centro per raggiungere una evidente cresta morenica che si trova sotto la verticale della vetta alla testata del vallone. La si risale faticosamente sino a dove essa termina sul pendio di sfasciumi terminale e da qui, su traccia di terriccio friabile, si raggiunge in pochi minuti uno stretto intaglio dal quale si devia sulla sinistra arrivando così all’aerea guglia rocciosa della vetta.
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