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Corno Vitello – Brusson (AO)
Quota | 3063 (Corno Vitello) – 2792 (Punta Palasina) |
Dislivello | 1383 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | 5,5B,3D,4 |
Tempo | 3h15′ (Corno Vitello) – 6h00′ (anello completo) |
Questa lunga escursione parzialmente circolare, oltre 18 km di sviluppo, si svolge nei bellissimi territori sopra il piccolo comprensorio sciistico di Estoul nel comune di Brusson in Val d’Ayas. Valloni con verdi pascoli nella parte bassa, ameni laghi alpini in quella intermedia e, in quella più alta, pietraie ed ambienti selvaggi tipici delle alte quote: queste le caratteristiche salienti della gita che si percorre sempre su sentieri ben marcati. L’escursione qui descritta si può percorrere anche in senso opposto e, volendo, si può eventualmente abbreviare tralasciando la salita alla Punta Palasina ed il relativo ritorno dagli omonimi laghi per scendere di nuovo dal rifugio Arp. La cima si trova isolata ed un po’ defilata rispetto alle altre che fanno da contorno al vallone rimanendone però ad esso collegata da una dorsale che, più in là, si protende verso la Testa Grigia. Il Corno Vitello è uno dei molti punti privilegiati per osservare da vicino il gruppo del Monte Rosa con i suoi grandi ghiacciai e le sue vallate che confluiscono in quella sottostante di Gressoney; da non trascurare anche il panorama a 360° che ci viene offerto sulle altre cime della media e bassa Valle d’Aosta.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Verres seguendo poi le indicazioni per la Valle d’Ayas. Giunti al comune di Brusson si svolta a destra verso la stazione sciistica di Estoul dove si lascia l’auto nel comodo parcheggio al termine della strada.
Descrizione
Dal parcheggio ci si incammina la strada sterrata che inizia in corrispondenze della paline e del cartello con le escursioni della zona e subito, al primo bivio, si devia su quella di destra mentre a quello successivo si tiene la sinistra seguendo le indicazioni per il rifugio Arp; dopo qualche decina di metri si stacca sulla destra un sentiero (1943 m) che si imbocca camminando al limitare del bosco. Poco oltre si ignora un altro sentiero che devia alla destra (1966 m) arrivando più sopra ad incrociare una poderale (2025 m) dove si trovano alcune paline; svoltando a sinistra si sale su di essa in leggera pendenza tenendo la destra ad un bivio (2050 m) per poi abbandonarla temporaneamente tagliando con il sentiero alcuni tornanti. Dirigendosi verso la seggiovia la si supera passando dall’alpeggio di Chavanne (2106 m) e, poco prima che la sterrata scollini, si devia sul sentiero che, a destra, ne taglia un paio di tornanti per riprenderla appena sopra. Proseguendo su di essa si giunge ancora ad un bivio (2183 m) al quale si prosegue diritto lasciando quella che si alza sulla destra; ora ci si addentra nell’ampio vallone con la strada che costeggia la sua sinistra idrografica e, avvicinandosi al torrente, si giunge ad un successivo bivio segnalato dalle paline (2243 m). Proseguendo sulla poderale di destra si taglia un ampio tornante con un sentiero che la riprende e, aggirato un basso promontorio, si arriva in vista del rifugio Arp che in breve si raggiunge (2434 m). Lasciatolo alla sinistra ed ignorate le prime paline, si raggiungono quelle successive poco distanti e, deviando alla destra, si imbocca il sentiero che da queste si diparte. Risalita con alcuni tornanti la vicina spalle erbosa la pendenza spiana un po’ e si passa tra i punti di minor pendenza tra alcuni dossi erbosi poco marcati; ben presto si giunge in prossimità del Lago di Valfredda inferiore (2541 m) oltrepassandolo in corrispondenza dell’emissario. Proseguendo la comoda salita sul sentiero ben marcato si raggiunge in breve una piccola conca dove si trova il lago di Valfredda superiore (2580 m) che si supera anche questo alla sinistra dal suo emissario; si percorre quindi un breve tratto tra alcune pietre per tagliare con poca pendenza il pendio erboso e, giunti sotto un colletto, il sentiero risale verso sinistra per raggiungerlo con alcuni ripidi tornanti dove si trova un ometto che segnala un bivio (2770 m). Deviando a destra si percorre ora la comoda dorsale avendo già di fronte la meta dell’escursione; il sentiero raggiunge una tozza puntina oltre la quale la pendenza diminuisce ed avvicinandosi ad un promontorio di rocce rotte si passa da un bivio del sentiero (2835 m). Rimanendo sulla traccia di sinistra si aggira il promontorio sul sentiero tra rocce rotte ritornando di nuovo sulla dorsale; toccata la quota 2987 m si raggiunge un piccolo spuntone oltre il quale, aggiratolo anche questo alla sinistra, si trova uno stretto intaglio (2945 m). Da questo, seguendo i bolli gialli, si prosegue con percorso poco inclinato sulla pietraia arrivando quasi sotto la verticale della cima; ora la traccia si fa decisamente ripida e risale quasi direttamente su terreno friabile le poche decine di metri che ci separano dalla cresta. Raggiuntala faticosamente si devia a sinistra percorrendo i pochi metri che ci separano dall’omino di vetta.
Al ritorno si raggiunge di nuovo il colletto del bivio a quota 2770 m e da questo si prosegue diritto e si percorre la cresta toccando subito la vicina elevazione quotata 2785 e poi col sentiero che dapprima rimane sulla destra del filo e poi si sposta sull’altro versante dove si attraversa un intaglio con alcuni corrimano metallici raggiungendo un colletto (2716 m); qui il sentiero in un breve tratto un po’ esposto passa alla destra una roccia isolata dove c’è una corda che aiuta in caso di terreno scivoloso. Superato questo tratto si taglia il breve pendio erboso arrivando sin contro la bastionata rocciosa dove si devia a destra e con alcune ripide svolte si ritorna in cresta; qui in breve si raggiunge un grande ometto di pietre (2755 m) e rimanendo sulla larga dorsale si raggiunge la vicina vetta della Punta Palasina (2792 m) abbandonando il sentiero negli ultimi metri. Ritornati al sentiero si passa sotto le rocce della vetta traversando il pendio per riguadagnare di nuovo la cresta e dirigersi verso una successiva puntina rocciosa; passata anche questa sulla sinistra e dopo un breve tratto in cresta si perde quota raggiungendo il sottostante Col Palasina (2681 m). Ora si scende alla sinistra sfiorando il vicino Lac du Couloir e, sempre sul marcato sentiero, si perde rapidamente quota giungendo tra i laghi Verde e Battaglia dove si trova un bivio (2501 m); passato un ponticello si costeggia il Lago Battaglia giungendo all’emissario che si attraversa incrociando un sentiero proveniente da destra (2500 m). Scendendo alla sinistra si raggiunge in breve una poderale che si percorre passando poco distante da un paio di baite isolate; giunti ad una successiva baita isolata (2446 m) si abbandona la strada e si scende col sentiero alla sua destra che guadagna i pascoli sottostanti. Ritrovata la poderale si passa da un alpeggio (2366 m) ed attraversatala ancora un paio di volte si ritorna in poco tempo al bivio quota 2243 incontrato all’andata chiudendo così l’anello.
Bellissima montagna ... ricordo la mia salita del 2011 dal Pinter via Lago Perrin e la traversata a Champoluc via Colle Palasina. Luoghi ancora incontaminati, soprattutto la cresta che sale dal Passo di Mascognaz, splendido ambiente popolato da un gran numero di stambecchi. Complimenti a Giancarlo e Stefania, oramai avete calcato tutte le vette della Valle d'Aosta!