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Lago inferiore di Ciamousseretto – Noasca (TO)
Quota | 2504 |
Dislivello | 1295 |
Difficoltà | E |
Segnavia | s.n., 552 |
Tempo | 3h45′ |
Il Lago inferiore di Ciamousseretto si trova nell’omonimo vallone in un selvaggio anfiteatro roccioso dominato dall’alto dalle suggestive vette del Ciarforon e della Tresenta osservate dal loro versante meridionale. L’escursione si svolge nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso attraversando splendidi ambienti montani percorrendo un tratto della vecchia mulattiera reale che parte da Noasca; con questa si salgono bellissimi versanti erbosi che conducono ad una antica Casa Reale di Caccia ora ben ristrutturata ed adibita a casotto del Parco situata nella solitaria conca erbosa di Gran Piano. L’itinerario non presenta alcuna difficoltà tecnica se non qualche breve perdita della traccia dalla conca erbosa dove si trovano le baite a quota 2407 m ma sempre con percorso ben intuibile; le pendenze si alternano con alcuni tratti un po’ ripidi ad altri dove esse sono più blande e comunque senza mai essere eccessivamente faticose. La natura dei luoghi, proprio perché sono all’interno del parco, offrono paesaggi molto belli con anche la possibilità di osservare numerosi esemplari di fauna alpina.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Ivrea dove si seguono le indicazioni per Ceresole Reale. Risalito il fondovalle si supera di poco l’abitato di Noasca svoltando a destra, appena prima della galleria, verso Balmarossa; si sale sulla stradina sino a quando termina di essere asfaltata lasciando l’auto in qualche slargo adiacente.
Descrizione
Dalla fine della strada asfaltata si prende il sentiero, ben indicato, che sale nel bosco in corrispondenza del tornante; percorsi pochi metri di salita si riprende la sterrata dove, superata una presa per l’acqua, si trova nuovamente il sentiero che sale tra la vegetazione. Si percorre ora una comoda mulattiera protetta da un muretto a secco che si alza tra le balze erbose del bosco; giunti ad una cappelletta bianca antistante il borgo di Varda si percorrono pochi metri ancora e si trova un incrocio si sentieri segnalato alle paline (1563 m). Qui si devia alla destra seguendo le indicazioni per Gran Piano imboccando un bel sentiero che passa subito alla sinistra delle baite di Crestet (1583 m) e continua su buona pendenza nel bosco di faggi e betulle. Il percorso si sposta leggermente sulla destra per aggirare una bastionata oltre la quale, uscendo dal bosco si riporta nuovamente a sinistra verso alcune rocce montonate; prima di raggiungerle si piega a destra seguendo i bolli di vernice su alcuni paletti di legno passando dapprima tra le baite diroccate di Muracci inferiore (1798 m) e subito dopo da quella diroccata di Muracci superiore (1827 m). Da queste ci prosegue per un breve tratto in traverso e, dopo una breve risalita, si piega a destra giungendo in breve ad un bivio (1903 m) in corrispondenza dei ruderi di Muracci superiore; qui, ignorata la deviazione alla sinistra, si scende leggermente col sentiero che va ad attraversare una zona di grossi massi erratici superando il torrente con un paio di ponticelli. Poco dopo aver superato il secondo ponticello si arriva ad un bivio con la mulattiera reale proveniente da destra (1903 m); questa dapprima sale con stretti tornanti sempre tra i massi arrivando più sopra ad attraversare più volte una vecchia frana. Il sentiero si avvicina ad una punta rocciosa passandoci alla base e, continuando poi verso destra, compie ampi tornanti che però consentono di guadagnare poco dislivello. Attraversata una successiva pietraia si cammina nuovamente su traccia ben battuta che, con tornanti sempre più stretti ma poco pendenti, si dirige verso un ampio vallone dominato sul fondo in alto dalla piramide rocciosa del Ciarforon e da quella, più nascosta sulla destra, della Tresenta. Aggirate alcune rocce alla destra si scende di poco mettendo piede sull’ampio pianoro dove sulla destra si trova l’antica casa reale di caccia ora adibita a casotto del P.N.G.P. di Gran Piano (2221 m). Seguendo le indicazioni sulle paline, si prosegue alle spalle della costruzione attraversando un ruscello oltre il quale si punta ad un grosso masso isolato leggermente alla sinistra in fondo al pianoro; qui si trovano nuovamente i bolli di vernice che, seguendo sempre le tracce della vecchia mulattiera che a tratti si restringe a sentiero, ci fanno compiere un ampio tornante per passare successivamente sotto ad una bassa fascia di rocce. Compiuto un successivo tornante sul ripido pendio erboso si giunge ad un bivio segnalato dalle paline (2412 m) dal quale si continua raggiungendo il vicino ed ampio colletto dal quale si scende di poco verso una conca erbosa dove si trova un piccolo specchio d’acqua; raggiuntolo si passa alla sinistra di esso dove si trovano un paio di vecchie baite (2407 m). Superatele ci si indirizza verso il canale alle loro spalle dove si attraversa una breve pietraia oltre la quale si ritrovano le tracce che si alzano sul pendio alla destra (sin. orografica) del torrente dirigendosi poi verso una bassa fascia di rocce rotte; le si superano passando alla sinistra di una bassa cascata oltre la quale la pendenza spiana sensibilmente entrando nel selvaggio vallone di Ciamousseretto. Qui si percorrono le tracce della mulattiera che, tenendo la destra di alcune basse rocce lisce, arriva così sulle sponde del lago inferiore di Ciamousseretto.
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