Casotto P.N.G.P. di Gran Piano – Noasca (TO)

29 settembre 2010 at 17:55

giancarlo

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Quota 2234
Dislivello 910
Difficoltà E
Segnavia s.n., 552
Tempo 2h30′

 

Traccia GPS

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L’edificio adibito ora a casotto del Parco è una costruzione ben ristrutturata di una delle tante case reali di caccia usate da Vittorio Emanuele II come punto di appoggio per le sue battute di caccia; esso è ubicato in una conca erbosa sopra il comune di Noasca all’inizio del selvaggio vallone di Ciamousseretto delimitato dall’omonima Punta ad ovest e dal Becco dell’Alpetto ad est. La salita effettuata parte dal borgo di Balmarossa dove un ben segnato sentiero raggiunge la vecchia mulattiera reale che parte dal fondovalle di Noasca; usciti quasi subito dal bel bosco di faggi e betulle si godono i bei panorami della Valle dell’Orco con le caratteristiche Levanne e successivamente, imboccata la mulattiera si risalgono i vasti pratoni delle fiancate della montagna che stringendosi danno adito alla località Gran Piano dove, appunto, si trova il casotto adiacente al vecchio alpeggio. Dal casotto si può opportunamente compiere qualche breve digressione nei dintorni dove si possono avvistare esemplari di fauna alpina.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Ivrea dove si seguono le indicazioni per Ceresole Reale. Risalito il fondovalle si supera di poco l’abitato di Noasca svoltando a destra, appena prima della galleria, verso Balmarossa; si sale sulla stradina sino a quando termina di essere asfaltata lasciando l’auto in qualche slargo adiacente.

Descrizione

Dalla fine della strada asfaltata si prende il sentiero, ben indicato, che sale nel bosco in corrispondenza del tornante; percorsi pochi metri di salita si riprende la sterrata dove, superata una presa per l’acqua, si trova nuovamente il sentiero che sale tra la vegetazione. Si percorre ora una comoda mulattiera protetta da un muretto a secco che si alza tra le balze erbose del bosco; giunti ad una cappelletta bianca antistante il borgo di Varda si percorrono pochi metri ancora e si trova un incrocio si sentieri segnalato alle paline (1563 m). Qui si devia alla destra seguendo le indicazioni per Gran Piano imboccando un bel sentiero che passa subito alla sinistra delle baite di Crestet (1583 m) e continua su buona pendenza nel bosco di faggi e betulle. Il percorso si sposta leggermente sulla destra per aggirare una bastionata oltre la quale, uscendo dal bosco si riporta nuovamente a sinistra verso alcune rocce montonate; prima di raggiungerle si piega a destra seguendo i bolli di vernice su alcuni paletti di legno passando dapprima tra le baite diroccate di Muracci inferiore (1798 m) e subito dopo da quella diroccata di Muracci superiore (1827 m). Da queste ci prosegue per un breve tratto in traverso e, dopo una breve risalita, si piega a destra giungendo in breve ad un bivio (1903 m) in corrispondenza dei ruderi di Muracci superiore; qui, ignorata la deviazione alla sinistra, si scende leggermente col sentiero che va ad attraversare una zona di grossi massi erratici superando il torrente con un paio di ponticelli. Poco dopo aver superato il secondo ponticello si arriva ad un bivio con la mulattiera reale proveniente da destra (1903 m); questa dapprima sale con stretti tornanti sempre tra i massi arrivando più sopra ad attraversare più volte una vecchia frana. Il sentiero si avvicina ad una punta rocciosa passandoci alla base e, continuando poi verso destra, compie ampi tornanti che però consentono di guadagnare poco dislivello. Attraversata una successiva pietraia si cammina nuovamente su traccia ben battuta che, con tornanti sempre più stretti ma poco pendenti, si dirige verso un ampio vallone dominato sul fondo in alto dalla piramide rocciosa del Ciarforon e da quella, più nascosta sulla destra, della Tresenta. Aggirate alcune rocce alla destra si scende di poco mettendo piede sull’ampio pianoro dove sulla destra si trova l’antica casa reale di caccia ora adibita a casotto del P.N.G.P. di Gran Piano (2221 m).

 

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