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Ludwigshöhe, Swarzhorn,Piramide Vincent – Gressoney L.T. – (AO)
Quota | 4350, 4332, 4219 |
Dislivello | 1447 |
Difficoltà | PD-, 40/45° |
Tempo | 6h30′ (totale) |
Ludwigshöhe, Swarzhorn, Piramide Vincent: tre dei numerosi “4000″ di cui è composto il gruppo del Monte Rosa e che tracciano il confine tra il Piemonte a sud e la Valle d’Aosta a nord. La salita a queste tre punte è un classico anello alpinistico le cui difficoltà tecniche si concentrano solo sul Ludwigshöhe e, più precisamente, sulla salita del ripido ma breve pendio ghiacciato che offre pendenze sui 40/45°; altre difficoltà, non tecniche ma oggettive, si incontrano sulla risalita dei ghiacciai di Garstelet e del Lys sui quali si aprono, a seconda delle stagioni, numerosi crepacci anche di grandi dimensioni tra i quali quello di quest’anno che taglia longitudinalmente l’alto pendio del ghiacciaio del Lys attraversandolo dalla base della cresta est del Lyskamm sino alla base della Piramide Vincent. L’ambiente è notoriamente grandioso con i suoi splendidi panorami da gustare già dalle prime luci dell’alba ed il percorso che si sviluppa in un paesaggio glaciale unico e stupendo.
Avvicinamento
L’accesso alla partenza può essere effettuato sia da Alagna Valsesia percorrendo la a-26 Genova-Gravellona Toce e, uscendo a Romagnano Sesia seguire le indicazioni per Varallo ed Alagna, sia dalla Valle d’Aosta percorrendo la A-5 Torino-Aosta e, uscendo al Casello di Pont St. Martin seguire le indicazioni per Grassoney la Trinité e la frazione di Staffal. Dalle due località si prendono gli impianti di risalita che confluiscono al Passo dei Salati e da qui la funivia che arriva ai piedi del ghiacciaio di Indren.
Descrizione
Dall’arrivo della funivia si mette piede sul ghiacciaio di Indren seguendo la quasi sempre presente traccia che lo attraversa in leggera salita da destra a sinistra; giunti ad un bivio della traccia si rimane su quella di sinistra che porta, dopo pochi metri, all’inizio del sentiero (3373 m). Seguendo la traccia tra i massi si trova subito una breve cengia che si passa con l’ausilio di una corda fissa; il tracciato ora contorna l’ampio promontorio roccioso giungendo alla base di un pendio di sassi. Sempre sulla traccia si sale il corto pendio, dove si trova un’altra corda fissa, ormai in vista del rifugio Mantova situato alla sua sommità e che si raggiunge in breve (2452 m). Dal rifugio si sale sulla lingua del ghiacciaio del Garstelet tenendo la destra a breve distanza dalla crestina rocciosa per evitare il ripido pendio sotto il rifugio Gnifetti; arrivati alla traccia che sale verso di esso ci si sposta gradualmente verso il centro del ghiacciaio su un tratto in poca pendenza per aggirare l’evidente sperone che scende dalla Piramide Vincent. Ora la pendenza aumenta sensibilmente per risalire il pendio del ghiacciaio piuttosto ripido e con molti crepacci che, in stagione avanzata, obbligano a molti aggiramenti; in questo tratto si mette piede nel più grande ghiacciaio del Lys, sempre solcato da grandi crepacci, sulla cui parte alta si trova un lungo ed alto “gradino” longitudinale del ghiacciaio recentemente formatosi che obbliga ad un delicato passaggio per il suo superamento. Passati alla sinistra dell’isolotto roccioso del Balmenhorn con la statua del Cristo i crepacci si diradano sulla pendenza che spiana leggermente e si prosegue senza deviazioni verso l’ampia insellatura del Colle del Lys. Arrivati qualche metro al di sotto di esso si devia a destra indirizzandosi verso l’elegante cresta nevosa del Ludwigshöhe che si raggiunge in pochi minuti. La si percorre sul lato destro prestando attenzione alle cornici spesso presenti arrivando ad un piccolo colletto nella sua parte mediana; da questo si alza l’ultima parte della cresta, da percorrere sempre sullo stesso lato o sul suo filo, che in pochi minuti porta in vetta al Ludwigshöhe (4350 m). Si ripercorre poi la cresta in discesa per qualche decina di metri per scendere, quando la pendenza lo consente, sul pendio a sinistra verso il Colle Zurbriggen sopra il quale si erge la guglia dello Swarzhorn che si presenta con due versanti ben distinti e più precisamente roccioso a sud e con un ripido scivolo ghiacciato a nord. Dai pressi del colle Zurbriggen dunque ci si avvicina al pendio ghiacciato a nord iniziando la ripida salita (40°/45°) direttamente verso le roccette alla destra della cima; raggiunte quest’ultime e a seconda delle condizioni si traversa per pochi metri su una cengia rocciosa raggiungendo la Madonnina sulla vetta (4332 m). Ridiscesi dal ripido pendio si devia a sinistra verso la piccola insellatura alla sinistra del Balmenhorn che si scende alla sinistra in direzione dell’ampio Colle Vincent che in breve si raggiunge (4111 m). Da qui si inizia a salire il pendio nevoso al suo centro che, verso l’alto, diviene un po’ ripido; raggiunta l’ampia dorsale la si percorre per pochi metri alla sinistra raggiungendo facilmente l’ampia vetta (4219 m). Ripercorsa qualche decina di metri la discesa dal pendio, si tiene la sinistra aggirandolo e dirigendosi verso la traccia percorsa in salita; ora non resta che ripercorrere l’itinerario di salita sino alla stazione di arrivo della funivia.
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