Bishorn – Zinal – Vallese (CH)

9 settembre 2015 at 23:15

giancarlo

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Quota 4157
Dislivello 2431
Difficoltà F+

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

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Il Bishorn si trova nel Vallese francofono a cavallo tra le valli di Zinal a est e quella di Zermatt ad ovest. Esso è considerato a tutti gli effetti un quattromila a sé stante anche se praticamente è la marcata calotta ghiacciata che da inizio all’estetica cresta nord del Weisshorn; la gita, con minime difficoltà tecniche, proprio per questo è molto frequentata e può considerarsi propedeutica per chi vuole cimentarsi per le prime volte con salite ad alta quota, considerato anche il contenuto dislivello dal rifugio, considerando che quest’ultimo però si raggiunge con un lungo avvicinamento dal fondovalle che bisogna sommare al rientro dalla vetta. La parte iniziale richiede attenzione, soprattutto in stagione avanzata, per i numerosi crepacci presenti sul ghiacciaio di Turtmann anche se la traccia quasi sempre presente rende ben visibile l’itinerario di salita, La pendenza sui pendii aumenta solo nella parte più alta nel tratto per raggiungere la spalla tra la vetta e l’anticima e su quello, breve ma ripido, che da essa porta in vetta; vista l’esposizione a sud questo può anche presentarsi anche con ghiaccio vivo anche se comunque quasi sempre ben gradinato. Il panorama, infine, è semplicemente spettacolare abbracciando i numerosi “4000″ dell’Oberland, quelli più vicini del territorio di Zermatt sino al più lontano Monte Bianco e Grandes Jorasses.

Avvicinamento

Si percorre l’autostrada Martigny-Briga, raggiunta dall’Italia col Tunnel del Gran San Bernardo o dal valico del Sempione, uscendo a Sierre e, seguendo le indicazioni per Zinal, si percorre l’omonima valle sino a raggiungere il capoluogo. Rimanendo sulla strada che attraversa il paese, lo si supera arrivando al termine delle case e si sale su una strada asfaltata a sinistra,l’ultima prima di scendere verso il torrente di fondovalle; al primo tornante si prende una stradina sterrata che in breve porta ad uno slargo erboso dove si lascia l’auto.

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue di pochi metri per la larga sterrata sino a quando, in prossimità di un vicino bivio al quale si prosegue diritto, questa diventa sentiero; attraversato il torrente Tarcuit si arriva subito ad un bivio dove, seguendo l’indicazione delle paline, si rimane sul sentiero di destra. Poco sopra si giunge ad una poderale che si percorre a destra per qualche minuto trovando un sentiero che si alza sulla sinistra (1818 m); compiuti alcuni tornanti, dove si ignora una traccia che si stacca sulla destra (1914 m), si ritorna sulla stradina che si percorre sino a riprendere il sentiero che si trova alla sinistra (1844 m). Camminando nel rado bosco si percorrono ampi tornanti panoramici e ai arriva ad una croce lignea in prossimità di un bivio (2023 m); qui, ignorati i due sentieri che si dipartono a destra e a sinistra, si prosegue ancora per poco sulla sterrata dove si trova subito il sentiero col quale ci si alza alla sinistra che sale più direttamente con stretti tornanti sul pendio erboso. Si arriva così alle baite di Le Chiesso (2098 m) che si lasciano alla destra continuando sul tracciato prosegue sul pendio aperto con ampi tornanti; nei pressi di uno di questi si trova un bivio segnalato dalle paline (2262 m) dove si continua a sinistra iniziando un lungo traverso che taglia con pochi saliscendi il pendio arrivando alla quota di 2351 m dove si sale sul sentiero che si alza in diagonale a sinistra. Avvicinandosi ad un costone roccioso si sale un tratto di terreno ripido ed umido protetto da un corrimano sopra il quale la pendenza diminuisce mettendo  piede su un pianoro erboso al cui inizio si trova un bivio indicato dalle paline (2485 m). Ignorato il sentiero che si diparte alla destra, ci si addentra nel pianoro camminando in lieve pendenza tra massi erratici; spostandosi leggermente alla sinistra si arriva alla baita di Combautanna (2578 m) da dove si gode un bel panorama sull’alta valle di Zinal. Si taglia ora il pendio erboso sulla destra orografica con percorso pressoché rettilineo passando un paio di paline che indicano l’itinerario per il rifugio dove, alternando tratti pianeggianti ad altri in leggera salita, ci si avvicina sempre più alla parte alta del vallone. Superati alcuni dossi erbosi si piega più decisamente a sinistra verso una punta rocciosa sotto la quale ci si alza verso la bastionata arrivando ad un bivio segnalato da una palina (3004 m); continuando in salita sulla sinistra si giunge ad una pietraia dove, all’inizio, la traccia è comoda mentre nella parte più alta, sempre ben segnalata dai segni di vernice, bisogna passare su massi instabili e di dimensioni più grandi. Arrivati sotto una puntina rocciosa si sale il ripido ma corto pendio che conduce ad uno stretto intaglio dove si trova una catena alla base di un ripido camino roccioso; si sale dunque questo breve tratto arrivando alla dorsale di rocce rotte dove, deviando a destra, si passa leggermente al di sotto del suo filo ormai in vista del rifugio che in breve si raggiunge (3265 m). Dal rifugio ci si dirige verso il dosso detritico e, seguendo gli ometti, si scende di pochi metri sempre su sassi rotti tenendo prevalentemente la destra per evitare l’accesso al ghiacciaio nella sua zona centrale più crepacciata. Messo piede sul ghiacciaio si sale in leggera pendenza un dosso rimanendone alla sinistra scendendo poi verso un piccolo avvallamento dove prestare attenzione ai crepacci; scesi di poco ed attraversato verso sinistra un ampio tratto pianeggiante del ghiacciaio Turtmann si riprende a salire sul pendio poco inclinato. Si aggira a debita distanza una lunga costola rocciosa sormontata da un alto e lungo seracco camminando verso l’evidente e lunga cresta rocciosa alla parte opposta del pendio. Giunti poco oltre il centro di questo pendio si devia sulla destra e lo si risale direttamente o con ampi tornanti; con la pendenza che aumenta sensibilmente si raggiunge la parte alta, dove sono presenti alcuni crepacci, e si guadagna quota puntando ad una puntina rocciosa sulla sinistra. Giunti ad una certa distanza dalla sua terminale si devia leggermente a destra per raggiungere l’ampia spalla che si trova tra la calotta sommitale, sulla destra, e l’anticima, a sinistra (4130 m). Da questo punto si raggiunge il ripido ma corto pendio che con una ventina di metri di dislivello porta sull’ampia calotta nevosa della vetta.

 

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