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Bivacco Tête des Roéses – Bionaz – (AO)
Quota | 3208 |
Dislivello | 1488 |
Difficoltà | EE/F |
Segnavia | 11,s.n. |
Tempo | 4h15′ |
Il bivacco, chiamato anche “Accademici Valdostani”, si trova appena al di sotto del panoramico dosso detritico della Tête des Roéses in posizione centrale davanti al grande ghiacciaio delle Grandes Murailles. La prima costruzione a semibotte, portata a valle e ben visibile sopra il rifugio Prarayer, risale al lontano 1925 e fu sostituita nel 1994 da una comoda costruzione in legno e lamiera con 12 posti letto su tavolato priva però di stoviglie e gas. Il percorso molto lungo (25 km circa tra andata e ritorno) ed il terreno di pietraie e ripidi canali con qualche passaggio esposto spesso scoraggia gli escursionisti ma raggiunta la meta la grande fatica viene ripagata dallo splendido panorama che da essa si gode; lo si raggiunge dalla diga passando dal rifugio Prarayer, dall’alpe Bella Tsa e poi attraversando e risalendo la bastionata rocciosa che sorregge il ghiacciaio delle Grandes Murailles. Il percorso è ben segnato ed evidente sino a Bella Tsa ma oltre la baita c’è solo una traccia visibile a tratti a seconda dei terreni e si trovano però alcuni segni di vernice gialla ed ometti che, seguiti e cercati con attenzione, indicano bene la via. La salita è, come detto, faticosa ed esposta quasi tutta a nord con la conseguenza di trovare verglass o erba brinata che rendono più delicata la progressione; le grandi pietraie ed i selvaggi pendii consigliano altresì di effettuare la salita con buona visibilità. Dal bivacco e dalla Tête si gode di una spettacolare vista del ghiacciaio che abbraccio l’isolotto con la Dent d’Herens che domina le altre vette minori della catena ma non meno belle quali le Tête Blanche e di Valpelline, le Grandes Murailles con le Punte Margherita,Gastaldi, Guin, Budden sino allo Chateau des Dames; pure unica è la vista sul lago di Place Moulin dominato alla sinistra dalla Becca di Luseney.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est prendendo la direzione per il Traforo del Gran San Bernardo; all’uscita della seconda galleria si devia a destra per la Valpelline dove si seguono le indicazioni per Bionaz. Appena prima dell’abitato si sale alla sinistra per il lago di Place Moulin che si raggiunge lasciando l’auto nei parcheggi sopra la diga.
Descrizione
Dal parcheggio si prende la stradina che sale leggermente verso il lago e lo costeggia con andamento pressoché pianeggiante per tutta la sua lunghezza; senza mai abbandonarla, si supera subito un primo bivio segnalato da una palina con un sentiero che si stacca sulla sinistra (2020 m) e successivamente, appena oltre una cappelletta, un’altro che, come il precedente, si alza alla sinistra (1998 m). Camminando ancora per un breve tratto si arriva al rifugio Prarayer situato all’estremità del lago (1996 m) e lo si supera proseguendo ancora su una larga mulattiera che si addentra nel pianeggiante vallone alle sue spalle. Giunti poco oltre ad un bivio si continua diritto sino ad incontrarne uno successivo al quale si devia a destra (2156 m) arrivando ad un primo ponte di legno che si attraversa e, poco dopo, ad un’altro che ci riporta dall’altro lato del torrente. Ora si cammina verso un basso promontorio, alla destra del valloncello, che si sale contornandolo verso destra passando da un evidente ometto su una grossa roccia; entrati in un’altro vallone parallelo al precedente e risaliti di qualche decina di metri si raggiungono le baite diroccate di Gordze (2156 m). Da queste si cammina alla sinistra del torrente addentrandosi ancora nel pianeggiante vallone avvicinandosi ad un promontorio sul quale, sulla destra, si vede la baita di Deré la Vieille; senza raggiungerla il sentiero, aumentando la pendenza, piega alla destra risalendo con alcuni tornanti un pendio sopra il quale traversa a sinistra andando a superare il torrente Bella Tsa. Superatolo si riprende a salire e, compiuto un semicerchio, si arriva alle baite diroccate di Bella Tsa (2474 m) dove termina il sentiero numerato ma prosegue al sinistra, su una traccia con qualche bollo giallo, con un traverso ascendente sul pendio erboso. Con la traccia abbastanza evidente ci si avvicina ad una bastionata di rocce scure prima della quale si devia a destra risalendo un erto canale sopra il quale si piega a sinistra; giunti nei pressi di una pietraia (ometto) si sale ancora a destra verso alcune rocce lisce seguendo qualche segno giallo che ci fa passare al di sotto ad una punta rocciosa rossastra. Si prosegue in traverso arrivando ad una pietraia dove, senza alzarsi troppo, la si attraversa superando poi un canale per puntare ad un ometto visibile sulla dorsale davanti a noi; raggiuntolo si devia a destra contornando il promontorio roccioso su una larga cengia di sfasciumi dopo la quale, ritrova la traccia con qualche segno giallo, ci si addentra in una grande pietraia in una conca sotto alcune cascatelle. Abbassandosi leggermente di quota si attraversa il suo fondo risalendo un ripido pendio che conduce alla sommità di una morena che si trova dalla parte opposta della conca; oltre questa si sale l’erto pendio di erba e sassi sulla destra arrivando ad un’altra pietraia che, senza salire troppo, si attraversa trovando al suo termine un altro pendio erboso. Lo si risale sulla destra piegando poi a sinistra verso una successiva pietraia che si risale diagonalmente passando sotto ad una bassa bastionata rocciosa per raggiungere una spalla detritica (ometti); da questi si sale a destra su una vaga traccia andando ad attraversare a mezzacosta alcune alte rocce lisce. Sfruttando alcune cenge esposte si passano nella parte bassa dove le rocce sono più chiare (delicato con verglass) arrivando ad un pianoro di rocce rotte con qualche pozza d’acqua di fusione dove, seguendo qualche ometto, lo si attraversa puntando ad un’evidente ometto sopra una puntina rocciosa. Salita dapprima qualche stretta balza erbosa si prende un canale roccioso sulla destra che con facili passaggi tra le rocce (tra cui molti sassi mobili) porta alla puntina si trova un piccolo ripiano dove era posizionato il vecchio bivacco (3131 m). Da questo panoramico punto si rimonta sulla destra un ripido pendio di sfasciumi verso alcune basse rocce lisce; piegando poi gradatamente sulla destra si traversa, su minor pendenza, un successivo breve pendio di rocce mobili alternate a qualche roccia liscia (delicato). Con uno strappo a sinistra si raggiunge un ometto nei pressi della dorsale che si percorre in leggera discesa sulla destra del filo raggiungendo il bivacco che si vede all’ultimo momento (3208 m) e da questo con pochi metri di salita si raggiunge il grande ometto della Tête des Roéses (3222 m).
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