Passo della Gronda – Rassa (VC)

11 ottobre 2015 at 16:44

giancarlo

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Quota 2390
Dislivello 1547
Difficoltà EE
Segnavia 261-61, 265-65, 251-51, bolli bianco rosso
Tempo 7h45′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il Passo della Gronda separa la parte alta dell’omonima Valle dalla parallela Val Sorba che a loro volta si dipartono ad ovest di Rassa nell’alta Valsesia; questo itinerario ad anello lungo oltre 20 km consente di percorrere zone poco frequentate ed incontaminate dove si trovano vecchi alpeggi ancor oggi usati per l’attività pastorizia. La parte bassa del percorso si svolge, in entrambi i sensi, per un breve tratto su poderale comodo sentiero mentre la parte alta,soprattutto della Val Gronda oltre l’Alpe del Lago, ci fa attraversare ambienti selvaggi con pietraie e terreni anche ripidi, ma sempre ben segnati,che conviene percorrere in condizioni asciutte dovendo camminare su tratti un po’ esposti con erba olina o risalire qualche canale franoso.

Avvicinamento

Si percorre la A-26 Genova-Gravellona Toce e si esce al casello di Romagnano Sesia prendendo la direzione per Varallo e Alagna; dopo aver superato il comune di Piode si devia a sinistra  all’indicazione per Rassa. Attraversato il Sesia e raggiunto il comune dopo qualche chilometro si lascia l’auto nel comodo parcheggio alla sinistra del torrente.

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue sulla strada asfaltata per qualche decina di metri per attraversare il ponte dopo il quale, tenendo la destra, si cammina sulla poderale passando accanto alla cappella di San Nicola e ad un’altra edicola votiva; sempre con poca pendenza si prosegue giungendo al termine della strada dove inizia il sentiero (1155 m) e dove, subito dopo, si trova un bivio. Ignorata la diramazione alla destra, si giunge ben presto al villaggio di Rassetta (1189 m) dove sino agli anni ’40 vivevano stabilmente alcune decine di persone e dove, sino alla metà degli anni ’50, vi era una scuola che serviva i villaggi di Fontana e Mezzanaccio. Dopo pochi minuti si arriva al bel villaggio di Fontana (1222 m) dove si trova un’antica segheria idraulica ed il ben tenuto Oratorio della Madonna della Neve risalente alla fine del ’500; subito dopo il villaggio si prosegue diritto al bivio del sentiero che, staccandosi alla destra, conduce alla vicina frazione di Mezzanaccio dal quale si costeggia il torrente per arrivare allo slargo erboso dell’alpe Concrenno (1298 m). Poco oltre si trova un bivio con un sentiero (1308 m) che si dirige verso un ponte con una tettoia al quale si rimane alla destra salendo nella boscaglia; passati sotto le baite dell’alpe Goreto si lascia sulla destra il sentiero che sale al Colle del Rossone continuando in falsopiano sino all’alpe Straiga(1487 m) dalla quale, in pochi minuti, si arriva alla baita di Casere (1528 m). Ora si devia alla destra per risalire un pendio erboso alla destra di una bella cascata sopra la quale ci si addentra nel vallone soprastante; qui, ignorata dapprima una traccia che si diparte alla sinistra (1670 m) si giunge subito  ad un successivo bivio (1699 m) dove si prosegue diritto per arrivare all’alpe Pian d’Ovago ben visibile poco sopra sul pendio (1751 m). Passati i ruderi alle spalle di essa, si risale una dorsale erbosa dirigendosi verso pendio erboso che, dopo un primo tratto ripido, si incunea sulla fiancata di bassa vegetazione alzandosi poi verso sinistra per arrivare alla panoramica alpe del Lago (2048 m). Alzandosi sopra di esse col sentiero che rimane un po’ a sinistra, si compiono alcuni tornanti in direzione di alcuni evidenti ed alti ometti di pietre nei pressi dei quali si trova un bivio segnalato dalle paline e da un’indicazione sulla roccia (2166 m); tenendo ora la sinistra si prosegue su un comodo traverso erboso arrivando ad un colletto dal quale si sale a sinistra sulla dorsale di erba e rocce lisce che offre una bella visuale del sottostante lago della Seia. Giunti in una piccola conca si tiene la sinistra seguendo anche gli ometti in direzione di una larga pietraia dove si sale faticosamente il ripido canale di sfasciumi alla destra; al di sopra di esso si traversa ancora a sinistra per attraversare la parte alta della pietraia arrivando alla base di un successivo ripido canale di sfasciumi. Al di sopra di esso si giunge ad una forcella (2378 m) dalla quale si scende di qualche decina di metri su un ripido pendio di erba olina traversando poi una piccola pietraia; senza perdere quota si traversa sulla destra per cenge erbose ed un largo pendio di erba olina (delicato se bagnato) arrivando alla sommità di un ampio canale (ometto): a questo punto si può arrivare, in caso di terreno ed erba bagnata, scendendo poco sopra i laghetti della Gronda e traversare a destra sino alla base del largo ed evidente  canale per risalirlo a destra su pietre e zolle erbose. Proseguendo per un breve tratto pianeggiante e rimanendo sulla fiancata della montagna ci si avvicina al corto pendio finale che in breve porta al Passo della Gronda (2390 m). Si scende ora su terreno ripido di erba olina tenendo leggermente la destra verso il pianoro sottostante e, quando la pendenza si attenua, si giunge ad incrociare un sentiero (2259 m) dove, deviando a sinistra, si arriva in breve alle paline segnaletiche del bivio in prossimità dell’alpe del Prato (2205 m). Rimanendo sulla destra del pianoro si scende sull’evidente sentiero che, staccandosi più sotto dal corso del torrente, scende un ampio canale verso un promontorio dal quale si ha una bella vista del sottostante pianoro con l’alpe Lamaccia e l’attiguo laghetto. Raggiunte le baite (1917 m) si attraversa sulla sinistra il torrente allontanandosi da esso con un breve traverso per poi scendere più decisamente a riprenderlo nel fondovalle. Costeggiando il greto del torrente ci si abbassa arrivando ad un bivio (1657 m) dove si ignora il sentiero che si stacca alla destra e si arriva subito dopo al punto di appoggio del CAI all’alpe Toso (2657 m). Rimanendo sulla sinistra orografica della valle si percorre un lungo tratto sino all’alpe Masucco (1517 m) che si lascia alla destra per scendere alla sinistra del promontorio roccioso alla base del quale è situata. Subito sotto di esso si prosegue diritto ad un bivio (1506 m) e, rimanendo poco distanti dal torrente, con percorso pressoché rettilineo si arriva all’alpe Il Dosso (1383 m); poco sotto di essa si incrocia una poderale che si attraversa continuando a scendere  sempre sul sentiero che si inoltra nel bel bosco di betulle proseguendo diritto ad un successivo bivio sulla destra (1202 m). Superate più avanti le belle baite dell’alpe Sorba (1170 m) si raggiungono quelle di Campello (1102 m) dalle quali in breve si incrocia di nuovo la poderale che si segue in discesa ritornando in breve al punto di partenza.

 

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