Monte Cavalgrosso, Monte Cavalpiccolo – Andrate (TO)

7 dicembre 2015 at 20:19

giancarlo

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Quota 2233, 2193
Dislivello 1147
Difficoltà EE
Segnavia 872, s.n., bolli bianco-rosso
Tempo 4h30′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

 

I Monti Cavalgrosso e Cavalpiccolo si trovano sulla cresta che separa il grande vallone sopra Andrate da quello di Trovinasse nella zona del canavese sopra Ivrea; sono sicuramente cime minori rispetto al più frequentato e vicino Mombarone ma offrono un bel percorso su una panoramica cresta per lo più erbosa che offre però qualche passaggio un po’ delicato in un paio di zone rocciose. Questa escursione è sconsigliata con terreni ghiacciati soprattutto sui tratti rocciosi della cresta ed umidi sui pendii di erba olina e da effettuare anche con buona visibilità per la discesa verso l’Alpe Valpera; essendo un po’ allenati il consiglio è quello di abbinare anche alla salita al vicino Mombarone compiendo così un bell’anello di prim’ordine.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Ivrea; entrati in città si seguono le indicazioni per Aosta percorrendo la circonvallazione interna. Usciti dalla città si raggiunge Borgofranco d’Ivrea e, dall’interno del paese, si devia a destra seguendo l’indicazione per Andrate; attraversato anche quest’ultimo paese si seguono le indicazioni per San Giacomo che si raggiunge dopo qualche chilometro. Arrivati al ristorante si lascia l’auto poco dopo di esso negli slarghi adiacenti l’area pic-nic.

Descrizione

Dallo slargo adiacente la chiesetta di S. Giacomo si cammina per qualche decina di metri sulla strada asfaltata dove, in prossimità di una curva si trova l’inizio del sentiero che si alza tra le rade betulle; dopo una breve salita si riprende la strada nelle vicinanze delle case di Moschetta (1312 m) e, avvicinandosi alla baita più a destra, si riprende il sentiero che si stacca sulla sinistra. Tagliati un paio di tornanti si giunge ad una curva in prossimità di uno slargo che si attraversa, abbandonando la sterrata, per proseguire diritto verso il bosco (paletto in legno con vernice bianco-rossa). Incrociata di nuovo la strada asfaltata (1484 m) la si attraversa trovando subito il sentiero che entra di nuovo nel rado bosco per tagliare un tornante; qui il sentiero, spostandosi leggermente sulla destra, sale dolcemente a mezzacosta raggiungendo nuovamente la strada asfaltata (1518 m). Ora la si segue verso destra per qualche decina di metri e, superato un ponticello, si trova sulla destra una palina lignea con l’indicazione “Mombarone” in corrispondenza di una curva (1542 m); abbandonata la strada, si sale a mezzacosta un pendio dove, attraversata una piccola pietraia, si raggiunge un poggio con un grande ometto di pietre. Deviando a sinistra si arriva subito alla sterrata che si percorre verso destra passando davanti alla baita Pinalba (1589 m); appena dopo la costruzione, ignorando la palina del trail “Ivrea-Mombarone” che indica di proseguire sulla strada, si sale su una sconnessa mulattiera (bolli bianco-rosso) sino alla prima curva dalla quale sulla destra si stacca il sentiero. Questo si alza con poca pendenza attraversando un pianoro erboso per raggiungere il pendio di fronte; qui si alza con pendenza più marcata risalendolo con alcuni tornanti raggiungendono la sommità dove si trovano le baite di Valpera (1764 m). Passati tra le due baite si ritrova il sentiero che ora inizia un lungo traverso che, senza guadagnare eccessiva quota taglia i pendii erbosi della montagna; alzandosi leggermente verso sinistra, si entra in una conca dove si compie un semicerchio verso destra per passare poco sotto ad una baita diroccata ed in breve raggiungere poi l’Alpe Fornelli (1943 m). Ignorato il sentiero che proviene dalla destra, si continua per pochi metri col traverso deviando alla sinistra verso un ripido canale erboso; risalitolo su pendenza marcata si arriva, dove questa spiana leggermente, ad una palina indicante il vicino Lago Pasci che si raggiunge con una brevissima deviazione a destra. Ritornati sul sentiero si prosegue entrando in un ampio vallone nel quale, dirigendosi verso il suo restringimento, si sale un ultimo ripido strappo per raggiungere la Bocchetta di Quam (2188 m). Dal colletto si scende di qualche metro sulla sinistra individuando alcuni bolli di vernice sulle pietre della fiancata rocciosa che si risalgono senza difficoltà per pochi metri; giunti ad un evidente intaglio sulla sinistra lo si risale con l’aiuto di una corda in loco guadagnando così il filo di cresta. La si percorre brevemente su grossi massi trovando un secondo camino più stretto del precedente che si supera, anche questo, con l’aiuto di una corda; ripresa la cresta ci si avvicina al punto in cui questa si impenna e, tenendosi leggermente sulla sinistra, la si sale su ripide zolle erbose spostandosi poi verso il termine un po’ a destra per raggiungerne la sommità rocciosa. Ora la pendenza spiana decisamente e si percorre la facile dorsale erbosa raggiungendo la quota 2236 m dalla quale in breve si raggiunge la spoglia vetta del vicino Monte Cavalgrosso (2233 m); si scende ora dalla parte opposta per tracce arrivando al sottostante ampio colle (2152 m) dal quale si raggiunge la base del corto pendio di rocce ed erba da risalire. Si inizia la salita per tracce sulla sinistra spostandosi poi alla destra delle roccette sommitali (bollo) che si rimontano con un breve passaggio esposto. Giunti in vetta (2193 m) si prosegue sulla lunga dorsale per vaghe tracce scendendo verso il successivo colle dopo aver aggirato sulla sinistra un piccolo affioramento roccioso; dal colle (2137 m) si risale su zolle erbose raggiungendo facilmente l’ometto situato sulla quota 2168 m. Da questo punto si inizia la discesa percorrendo il pendio di erba olina verso sinistra indirizzandosi verso l’ampia dorsale che si scende seguendo anche qui qualche vaga traccia; raggiunto un ampio poggio erboso si trova una traccia che lo attraversa e si scende, traversando sempre un po’ a sinistra, su pendii un po’ più ripidi con bassa vegetazione ed erba olina verso la tozza dorsale. Ora si vedono alcuni ometti e qualche sbiadito bollo di vernice che indica la direzione della labile traccia facendoci abbassare sino a riprendere il sentiero di salita poco sopra l’Alpe Valpera e da questa a ritroso sino al punto di partenza.

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