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Punta Valfredda – Brusson (AO)
Quota | 2904 |
Dislivello | 1054 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | 5, 105 |
Tempo | 2h45’ |
La Punta Valfredda si trova nella media valle d’Ayas e la separa, ad est, con il versante di Gressoney St.Jean; sino al rifugio Arp si percorre una sterrata e poi, con un bel sentiero, ci si avvicina al Passo di Valnera dal quale bisogna seguire anche gli ometti che integrano molto bene i tratti in cui si perde la traccia. Situata nel comprensorio Estoul-Palasina questa vetta, anche se non supera, per poco, i 3000 m, non ha nulla da invidiare come scorci alle vicine e più frequentate cime adiacenti offrendo, soprattutto nel percorso di cresta, estesi panorami sia sul gruppo del Cervino e del Monte Rosa sia sulle innumerevoli vette delle prealpi sino a quelle della valle centrale. La gita è da effettuarsi, soprattutto nella parte oltre il rifugio, evitando nebbia o nuvole basse che possono rendere poco reperibile il percorso.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Verres seguendo poi le segnaletiche per la Valle d’Ayas e Champoluc; giunti a Brusson e appena prima di uscire dall’abitato si devia a destra verso la stazione sciistica di Estoul. Qui si continua sulla strada asfaltata sino a trovare un grande parcheggio sulla destra dove lasciare l’auto.
Descrizione
All’inizio del parcheggio si trovano le paline delle escursioni accanto ad un pannello esplicativo e da qui si imbocca la poderale passando subito davanti ad una bella baita; al primo e secondo bivio si rimane alla sinistra sino ad incontrare, sempre sulla strada, il terzo a quota 1918 m al quale, abbandonando temporaneamente la strada, si tiene la destra. Costeggiando il bosco di conifere si trova un successivo bivio dove, ignorando il sentiero che si stacca alla destra, si prosegue diritto (1957); passando a distanza dalle baite di Chanlochére, che si trovano dalla parte opposta della pista di sci, si risale un breve tratto raggiungendo di nuovo la sterrata. La si percorre verso sinistra, tagliando un paio di tornanti, passando tra le baite di Chavanne (2101 m) e sotto le seggiovie dopo le quali, appena superata una curva a destra si trova un primo bivio al quale si ignora la strada che scende alla sinistra (2116 m) ed al secondo quella che, verso destra, sale al lago Litteran (2174 m). Ora la strada, con lievi saliscendi prosegue sulla fiancata della montagna sino a perdere qualche metro dove si raggiunge una zona con qualche grande masso erratico ed un bivio segnalato dalla paline (2232 m); rimanendo sulla destra si continua sulla sterrata, ora con fondo più accidentato, tagliandone il primo tornante e contornando poi la testata del vallone sopra la quale si arriva al rifugio Arp (2440 m). Raggiunte le paline sul retro di esso si imbocca il sentiero che sulla destra attraversa il piccolo prato avvicinandosi ad alcune basse balze di erba e roccia; giunti ben presto al bivio per la palestra di roccia (2468 m) si tiene la destra costeggiando la parete rocciosa rimontando qualche tratto tra le pietre. Aggirato un costone si passa una grande pioda usata come ricovero dopo la quale si attraversa un colatoio arrivando ad un grosso ometto di pietre dopo il quale il sentiero passa tra un paio di dossi e piccoli stagni per giungere ad un bivio segnalato dalle paline sopra un ometto (2618 m). Svoltati a sinistra si seguono gli ometti e la traccia, ora un po’ labile in alcuni punti, sino al vicino Passo di Valnera (2673 m) dove si rimane alla sinistra seguendo sempre gli ometti; alzandosi leggermente in diagonale si ritrova a tratti il sentiero che si dirige verso una piccola pietraia che si supera rimanendo verso sinistra passando poi sotto una evidente puntina sormontata da un ometto. Oltre questo punto il sentiero con brevi strappi raggiunge la cresta in corrispondenza di una successiva puntina (2817 m) oltre la quale si superano alcune basse roccette sino ad uno spuntone roccioso che si supera alla sinistra; arrivati poi ad un dentino dell’anticima lo si passa anche questo a sinistra e si percorrono gli ultimi metri che conducono all’ometto di vetta.
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