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Rifugio Boccalatte – Courmayeur (AO)
Quota | 2803 |
Dislivello | 1261 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | 21 |
Tempo | 4h00′ |
Il rifugio Boccalatte è situato sul versante sud delle Grandes Jorasses ed è il punto di appoggio per chi vuole salirvi per la sua via normale; esso si trova su un grande promontorio roccioso alla sinistra della lingua terminale del crepacciatissimo ghiacciaio di Planpicieux del quale si ha una impressionante vista ravvicinata. Si tratta di un rifugio “storico” essendo stato edificato nel lontano 1881 ed è il più antico nel gruppo del Monte Bianco; la sua struttura in legno è quella tipica della “capanna” alpina degli inizi dell’alpinismo con gli interni spartani ma razionali costituiti da un locale adibito a mensa e, attiguo, il dormitorio con letti su tavolato. Il sentiero è semplice sino all’attraversamento dei torrenti ma oltre, divenendo saltuariamente una traccia, risulta impegnativo per il terreno più ripido e roccioso dove ogni tanto bisogna anche usare le mani; nei punti più difficili e rocciosi sono stati messi dei canaponi ed una scala che ne consentono un loro agevole superamento. I bolli e le frecce gialle non sono numerose ma si trovano nei punti necessari all’orientamento, mentre gli ometti di pietre, più numerosi, facilitano la direzione da tenere soprattutto nella pietraia sottostante il rifugio. Per la salita può essere necessario uno spezzone di corda da utilizzare nei brevi tratti rocciosi non attrezzati quando questi si trovano bagnati o con verglas.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e, superata la barriera di Aosta est, si prosegue uscendo al suo termine a Courmayeur; seguendo le indicazioni per il Traforo del Monte Bianco si trova sulla destra la deviazione per la Val Ferret. Presa questa direzione risale la valle sino al villaggio di Planpincieux dove si lascia l’auto nel comodo parcheggio.
Descrizione
Dal piazzale ci si dirige verso il bosco passando tra le poche case dove, arrivati ad una fontana subito dopo il bar Brenlo, si sale a destra giungendo alla chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi. Risalito un breve canale boschivo si arriva in spazi più aperti dove la vegetazione si dirada e dove, oltre al magnifico anfiteatro del versante sud delle Grandes Jorasses, si hanno begli scorci su Monte Bianco; camminando su buon sentiero con scarsa pendenza ci si avvicina all’imponente bastionata rocciosa raggiungendo la lingua erbosa con meno pendenza sulla sinistra. Giunti sul suo bordo si scende diagonalmente a destra per attraversare un primo torrente dopo il quale si contorna un costone avvicinandosi ad un secondo e un po’ più impetuoso torrente. Seguendo la traccia si arriva al punto di guado segnalato da un paletto ligneo al centro del corso d’acqua; attraversatolo si rimonta sulla destra un canale su terriccio e roccette giungendo ai primi canaponi (2185 m). Risalito questo breve tratto attrezzato ci si sposta sulla sinistra superando qualche breve pezzo di sentiero un po’ esposto; poco più sopra, in un intaglio nella roccia, si trova una scala metallica che, con al suo termine un successivo spezzone di coda, ci permette di arrivare sopra l’alto gradino roccioso. Ripresa la traccia si sale ancora per poco su terreno un po’ ripido e roccioso giungendo su terreno erboso avvicinandosi ad una morena che, con pendenza accentuata, si percorre sino quasi al suo termine nei pressi di un grande promontorio roccioso; qui un paio di ometti segnalano di scendere alla sinistra perdendo pochi metri per raggiungere una pietraia dove alcuni ometti permettono di attraversarla e poi salirla verso sinistra. Camminando tra grossi massi ci si avvicina ad una lingua di rocce lisce ben segnalate da un visibile bollo giallo dove inizia l’ultimo tratto di canaponi (2697 m); qui, dapprima, si traversano le placche lisce su piccole cenge poi, deviando decisamente a sinistra, si rimontano pochi metri più ripidi dove terminano temporaneamente le corde. Percorsi pochi metri su sentiero esse si riprendono ancora per salire su rocce più ripide sopra le quali si ritrova il sentiero che, anche in questo caso, si segue per poco arrivando alle ultime corde sotto il rifugio; queste ci aiutano a risalire dapprima una cengia obliqua ed in seguito le rocce verticali che adducono alla scala di accesso al rifugio.
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