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Cima del Bonom – Trivero (BI)
Quota | 1881 |
Dislivello | 824 |
Difficoltà | E |
Segnavia | F11,F1, Giro del Bonom17 |
Tempo | 4h30’ (giro completo) |
La Cima del Bonom si trova nelle prealpi biellesi sulla dorsale che separa le valli Cervo ad ovest e Sessera ad est; è una salita classica e, a ragione, molto frequentata della zona che consente di fare un bel giro ad anello percorrendo dapprima una dorsale molto panoramica e successivamente un bel fondovalle mai monotono su una comoda sterrata. Il sentiero, sempre ben segnato ed evidente, non oppone alcuna difficoltà di percorrenza o tratti eccessivamente ripidi; una volta raggiunta la lunga dorsale non resta che percorre alcuni dolci saliscendi che, senza farci accorgere di guadagnare gradatamente quota, ci conducono alla vetta. Da questa il panorama, solo un po’ limitato dalle cime più alte verso nord, è ampio e bello sulle vicine zone prealpine e sulle adiacenti valli Cervo e Sessera con un bello scorcio sulla piramide del Corno Bianco. Escursione adatta a tutti che è consigliabile effettuare, viste la quota e l’esposizione, in primavera o, meglio ancora per apprezzarne i colori, in autunno inoltrato.
Avvicinamento
Si percorre la A-4 Torino-Milano e si esce al casello di Carisio prendendo poi la direzione per Biella e Cossato; alla prima rotatoria si seguono le indicazioni per Cossato e successivamente per Vallemosso e Trivero. Superato il comune si sale verso la Panoramica Zegna che si percorre sino alla località di Bocchetto Sessera dove si lascia l’auto nei comodi slarghi adiacenti.
Descrizione
Dal parcheggio si raggiunge il terrazzino panoramico verso le vallate alla cui sinistra si trova la scalinata in pietra dove si trova il pannello con le indicazioni per l’escursione; si raggiunge in breve un’ampia dorsale erbosa che si percorre tra la rada vegetazione arrivando ad un cippo commemorativo dei caduti in guerra. Seguendo l’evidente sentiero che si snoda alla sinistra del bosco di conifere ci si avvicina alla ripide salita verso una puntina dove sono situati alcuni pannelli frangivento e, dopo averla superata (1583 m), si prosegue sempre sulla larga cresta verso quella successiva che si raggiunge senza difficoltà (1625 m); scesi di pochi metri verso un’ampia insellatura (1619 m) si risale brevemente verso un poggio erboso (1674 m) dal quale in pochi minuti si arriva sulla cima del Monticchio (1698 m) dove si trova una croce lignea. Oltrepassata la punta si scende verso il colle sottostante (1633 m) dal quale, appena iniziata la risalita si supera un bivio con un sentiero che scende alla sinistra (1660 m) dirigendosi verso la poco pronunciata elevazione della Colma Bella (1679 m). Da questa, proseguendo in discesa sulla dorsale, si raggiunge un successivo bivio con un sentiero che scende alla destra (1660 m) per toccare, subito dopo, un’altra insellatura (1653 m); da questa in pochi minuti si arriva all’affioramento roccioso della caratteristica Punta Forata (Pera Furà, 1646 m) che si supera dirigendosi, seguendo sempre fedelmente la cresta, verso una prima puntina che si oltrepassa leggermente alla destra scendendo poi un breve tratto pietroso. Il sentiero ora ci porta verso quella successiva dalla quale in breve si arriva alla punta a quota 1810 m che è l’anticima della Punta del Bonom; ora non resta che percorre la parte finale della dorsale che in breve ci porta sulla vetta (1881 m) sormontata da un palo di legno. Dalla punta si scende sulla cresta che si diparte leggermente verso destra percorrendo dapprima un breve tratto ripido per poi camminare più comodamente verso una puntina sormontata da roccette che si aggira alla destra. Ripresa la cresta erbosa, si risale alla vicina quota 1878 m dalla quale si raggiunge, subito sotto di essa, alle paline situate alla Bassa del Campo (1875 m); abbandonata la dorsale si scende sul sentiero di destra che dapprima traversa un tratto della fiancata erbosa e poi scende più decisamente con stretti tornanti che lambiscono alcune piccole pietraie per arrivare, più sotto, all’alpe La Bassa (1690 m). Da questa inizia una mulattiera che, piegando verso destra, passa un piccolo pianoro erboso dal quale, scendendo alla sinistra, si arriva ad incrociare la strada sottostante (1434 m); deviando a destra la si percorre comodamente per tutta la sua lunghezza senza deviare verso altre diramazioni passando dall’alpe Montuccia (1427 m) dopo di che, aggirati alcuni costoni boschivi, si arriva al punto di partenza.
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