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Aiguilles des Marbrèes, traversata – Courmayeur (AO)
Quota | 3541 |
Dislivello | 331 |
Difficoltà | PD + (III) |
Le Aiguilles des Marbrées si trovano tra il Colle del Gigante ed il Col de Rochefort e sono formate da due punte, sud e nord, unite da una cresta frastagliata di neve e rocce; la punta nord è la più elevata delle due e si raggiunge normalmente salendo la sua cresta nord-est che si alza dai pressi del Col de Rochefort. Il dislivello e lo sviluppo consentono di percorrerla comodamente in giornata, mentre le difficoltà tecniche la rendono divertente e molto panoramica, oltre che propedeutica per i neofiti. La salita si effettua prevalentemente seguendone il filo tranne un paio di brevi aggiramenti sulla sinistra. La maggior parte del percorso si svolge su tratti di misto offrendo facile arrampicata alternata ad un paio di brevi crestine nevose ed altrettanti brevi passaggi esposti; il punto più difficoltoso è un tratto di III su una placca ben fessurata nella prima metà della cresta. La cresta di discesa, un po’ più aerea di quella di salita, presenta qualche breve passaggio un po’ esposto che diventa delicato con neve scarsa. L’ambiente della salita si trova in uno splendido contesto di alta montagna tra Monte Bianco e Dente del Gigante con la vista a nord verso l’ampia distesa del ghiacciaio del Gigante e le Aiguilles di Chamonix.
Avvicinamento
Si percorrela A-5Torino-Aostae, superata la barriera di Aosta est, la si percorre sino a Courmayeur; da qui si prosegue verso il Traforo del Monte Bianco arrivando alla stazione di partenza della funivia per la Punta Helbronner ed il Rifugio Torino.
Descrizione
Dal rifugio Torino si mette piede sul ghiacciaio e, percorse poche decine di metri si piega alla destra in direzione del Dente del Gigante; perdendo un po’ di quota si scende leggermente per contornare sulla sinistra le guglie delle Punte Payot dirigendosi poi gradatamente verso destra in direzione dell’ampia insellatura del Col de Rochefort. Senza raggiungerlo si punta verso la base della cresta frastagliata che da esso si diparte e, iniziando a seguirla sulla destra, si percorre la prima parte nevosa. Si superano direttamente i primi blocchi arrivando ad un piccolo gendarme che si contorna sulla sinistra (esposto); qui si giunge alla base di una placca fessurata nel centro che si sale al centro (III) sino al culmine (in alternativa, ma con le condizioni giuste della neve, la si può contornare alla sinistra con un breve traverso esposto risalendo poi subito a destra per riprendere la cresta sopra di essa). Ora le difficoltà tecniche diminuiscono e si prosegue su un tratto di misto sino ad una piccola guglia che si supera, anche qui, sulla sinistra con un breve passaggio delicato che riporta sul filo di cresta. Si sale ora con un breve traverso su ghiaccio arrivando ad una crestina non ripida che si percorre giungendo ad un risalto di rocce e ghiaccio da cui si ha una bella vista sulle rocce sommitali; superatolo con facile arrampicata ci si trova all’inizio di un’altra crestina più affilata della precedente che, percorsa, porta alla base delle rocce finali. Giunti quindi a queste ultime ci si sposta leggermente sulla destra con un traverso esposto dopo il quale, da una piccola guglia, si sale più facilmente per pochi metri di rocce e ghiaccio giungendo sull’aerea vetta. Ridiscesi alla base delle rocce finali si prende la cresta che si dirama a destra seguendola fedelmente ed aggirando, ora a destra ora a sinistra, le piccole puntine rocciose su neve alternata a brevi tratti di sfasciume; dopo un traverso un po’ esposto sulla sinistra si risale un’ultima puntina dalla quale si accede alla piccola forcella dove si trova una catena: da questa, con una doppia, si mette piede sul ghiacciaio sottostante ed in pochi minuti si ritorna al rifugio.
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