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Piccolo Monte Bianco – Courmayeur (AO)
Quota | 3430 |
Dislivello | 1478 |
Difficoltà | PD - |
Il piccolo Monte Bianco si trova alla sommità del costone che separa l’omonimo ghiacciaio dal suo ramo secondario orientale ed è situato tra l’Aiguille de Trélatête ad ovest ed il selvaggio ed impervio versante ovest del Monte Bianco ad est. Il percorso, sino al bivacco Rainetto, si sviluppa su terreni ripidi e via via più rocciosi con molti tratti, soprattutto nella parte superiore, un po’ franati di rocce rotte; qui, anche in stagione avanzata, si possono trovare poi nevai residui che possono far deviare, anche se di poco, dal percorso originale costringendo ad orientarsi per ritrovare il sentiero segnato. Questo sino al “catino” glaciale è ben evidente ma, più sopra, essendo anche soggetto a slavine e frane, può risultare poco evidente; in questa zona viene in aiuto la presenza di ometti e bolli di vernice che indicano la giusta direzione. Dal bivacco l’itinerario è evidente e non oppone più difficoltà di progressione sino alla parte rocciosa della vetta dove bisogna prestare attenzione agli sfasciumi ed alle pietre mobili. La vetta è il punto panoramico più vicino e spettacolare del versante ovest del Monte Bianco con i suoi tormentati ghiacciai separati dalle numerose costole rocciose ed i severi ambienti della cresta del Brouillard; alla sinistra poi dell’imponente massiccio si vede più in lontananza la vetta dell’Aiguille de Bionnassay. Dalla parte opposta si trova la vicina ed elegante cresta dell’Aiguille de Trélatête e, poco più ad ovest, la rocciosa vetta dell’Aiguille des Glaciers sulla cui cresta che scende a sinistra si può scorgere ad occhio nudo il piccolo bivacco Hess colorato di verde acceso; anche dal versante di salita è senz’altro suggestiva la vista del percorso effettuato con in fondo il promontorio del bivacco e della sottostante Val Veny con i laghi del Miage.
Avvicinamento
Si percorre la A-Torino-Aosta sino all’uscita di Courmayeur da dove si prosegue in direzione del traforo del Monte Bianco per deviare in direzione della Val Veny; si risale la strada sino ad una catena che la chiude e dove si lascia l’auto sul suo lato sinistro (salendo).
Descrizione
Dalla catena si sale nel bosco seguendo il sentiero che si diparte dalla prima curva della strada e che la riprende poco sopra; la si segue per un lungo tratto addentrandosi nella valle arrivando nei pressi di un ponte dove la si abbandona per tenere la destra e proseguire sulla mulattiera (2381 m). Dopo pochi minuti si giunge ad uno slargo dove si trova un punto di ristoro che non si raggiunge per deviare a sinistra e prendere il sentiero indicato da una palina (2194 m); si cammina a mezzacosta tra il torrente e la fiancata della morena su un percorso con leggeri saliscendi avvicinandosi ad un canale; con la pendenza che aumenta leggermente, ci si alza sulla fiancata erbosa attraversando una piccola frana di pietre e dirigendosi verso alcune basse rocce lisce. Le si superano sulla parte inferiore su una comoda cengia dopo la quale si arriva alla base di un ampio e ripido pendio erboso che si risale con molti stretti tornanti; col sentiero sempre ben evidente, si guadagna velocemente quota alternando terreni erbosi ad alcune piccole pietraie avvicinandosi ad un torrente che si attraversa per proseguire alla sinistra di esso. Si riprende la ripida salite verso il canalone al di sopra dove ci si avvicina ad un gradini roccioso; lo si supera alzandosi, con l’eventuale aiuto delle mani, sulle ripide pietre con piccoli gradini naturali sbucando sulla parte superiore dove si ritrova il ripido sentiero. Questo si avvicina alla parete rocciosa alla sinistra del canale che si costeggia arrivando ad un “catino” glaciale dove, anche in stagione avanzata, si possono trovare nevai residui; arrivati alla sua testata si devia a sinistra proseguendo su terreno pietroso ed avvicinandosi ad un piccolo costone roccioso che si aggira per salirlo subito sulla sua fiancata. Arrivati al di sopra, si raggiungono le pareti rocciose, dove, seguendo qualche ometto e bolli gialli un po’ sbiaditi, si devia a destra per poi risalirle brevemente sulla sinistra; giunti a ridosso della parete si percorre una cengia poco inclinata sopra la quale ci si sposta verso destra salendo dapprima su rocce rotte e successivamente sulla fiancata rocciosa. Da questa zona si può già vedere, alla sinistra in alto, l’ubicazione del bivacco alla sommità del promontorio roccioso. Dopo un breve tratto verso destra, si piega poi più decisamente verso l’alto sempre su rocce solide e con bei gradini naturali; poco sopra di esse si devia a sinistra e, con un traverso in leggera ascesa, si arriva in breve al bivacco Gino Rainetto o Piccolo Monte Bianco (3044 m). Dal qui si sale sulle rocce alla sua destra seguendo gli ometti e dirigendosi direttamente verso l’evidente cima al di sopra del piccolo ghiacciaio; salendo dapprima i nevai ci si avvicina alla calotta del ghiacciaio spostandosi alla sinistra di essa per risalirla, da sinistra a destra, nel punto di minor pendenza e raggiungere così la rocciosa dorsale di destra della cima. Raggiuntala la si percorre rimanendo di poco alla sinistra del filo salendo senza difficoltà tecniche, prestando però attenzione agli sfasciumi ed alle pietre mobili, arrivando in breve alla panoramica vetta.
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