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Rifugio Gonella – Courmayeur (AO)
Quota | 3079 |
Dislivello | 1338 |
Difficoltà | F |
Il rifugio Gonella si trova su un panoramico costone roccioso della Pyramide des Aiguille Grises che separa i rami inferiori de ghiacciai di Bionnassay e del Dôme i quali, a loro volta, confluiscono nella grande lingua del ghiacciaio del Miage in Val Veny, ormai quasi interamente ricoperto da pietraie. Il suo raggiungimento comporta un lungo spostamento su scomode pietraie senza eccessiva pendenze, e la progressione, ammesso che non si riescano ad individuare ometti, si svolge nella parte centrale della lingua glaciale; qui bisogna prestare attenzione, soprattutto nella parte alta, ad alcuni crepacci longitudinali. La traccia del sentiero, segnalato da bolli gialli ed ometti, si sviluppa su terreni ripidi ed esposti di terriccio e roccette dove, nei punti necessari, si trovano alcune scalette e corde fisse; si sale comunque in un ambiente dove, soprattutto ad inizio stagione ed in fase di disgelo, si è in molti punti esposti a caduta pietre. Durante la salita, prima di attaccare il sentiero, si possono vedere, sulla destra, il canale di accesso alla Punta Baretti e, poco oltre, il tormentato ghiacciaio del Monte Bianco. Dal rifugio, invece, il panorama è eccezionale sul percorso di salita e sulla seraccata e la parte alta del ghiacciaio del Dôme; dalla parte opposta, verso ovest, si vedono i grandi seracchi ed i canali di ghiaccio che scendono dall’Aiguille de Trélatête.
Avvicinamento
Si percorre a A-5 Torino-Aostae, superata la barriera di Aosta est, si prosegue sino all’uscita di Courmayeur; qui si seguono le indicazioni perla Val Veny e si percorre la strada che la risale sino ad arrivare ad una sbarra che la chiude e dove si può lasciare l’auto negli slarghi adiacenti.
Descrizione
Dalla sbarra si sale per la strada sino ad arrivare al ponte dove si trova un bivio segnalato dalle paline (1954 m); prendendo la sterrata pianeggiante alla destra si arriva ad uno slargo antistante un punto di ristoro che non si raggiunge ma si tiene la sinistra per imboccare il sentiero a destra delle paline. In breve si entra in una piccola conca erbosa che si attraversa per risalire verso il filo laterale della morena; si prosegue su questo con percorso aereo per un lungo tratto sino ad arrivare, verso il suo termine, alle labili tracce del punto di discesa su terriccio friabile. Come alternativa, non volendo percorrere l’esposto filo della morena, si imbocca il sentiero che, dalle paline al punto di ristoro, conducono al bivacco Rainetto e, giunti poco prima di attraversare il torrente (1994 m), si prende il sentiero di destra (ometto) che con alcuni tornanti conduce un centinaio di metri prima del punto di discesa. Messo piede sul ghiacciaio si avanza piegando verso destra raggiungendo il tozzo filo della pietraia centrale seguendo alcuni ometti. Individuando sempre gli ometti, si tiene prevalentemente il centro del ghiacciaio con alcuni saliscendi e brevi spostamenti laterali sino a raggiungere i primi nevai verso il fondo del vallone; alla destra di questo si possono individuare il canale che adduce alla Punta Baretti e, più avanti la seraccata del ghiacciaio del Monte Bianco. Avvicinandosi alla testata del vallone si trovano i primi crepacci longitudinali dai quali ci si sposta verso destra avvicinandosi alla parete rocciosa dove si trova l’inizio del sentiero (2600 mcirca). Si sale su terriccio arrivando quasi subito all’attraversamento su pietre lisce di un torrentello che conviene attraversare scendendo di qualche metro a destra poco prima di raggiungerlo e risalire subito a riprendere il tracciato. Su terriccio friabile alternato a tratti pietrosi, si arriva alla prima scaletta dopo la quale si prosegue sempre agevolati, dove necessario, da canaponi e scalette sino a raggiungere il primo nevaio. Attraversatolo, si sale ancora seguendo ometti e bolli gialli sul sentiero con tratti esposti alternati a brevi tratti attrezzati sino al secondo nevaio (dal quale si vede distintamente il rifugio) che si attraversa aggirando una piccola costa rocciosa; piegando a sinistra si raggiunge con un breve tratto che può risultare un po’ ripido, la bastionata finale dove si trovano ancora alcuni tratti attrezzati alternati a tratti ripidi ed esposti che portano allo sperone dove è ubicato il rifugio.
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