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Pizzo Pioltone (Camoscellahorn) – Bognanco (VB)
Quota | 2628 |
Dislivello | 1095 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | D8, D0 ove visibili |
Tempo | 3h00′ |
Il Pizzo Pioltone si trova al confine con la Svizzera e separa la valle di Bognanco dalla Laggintal, nella zona del Sempione, ed il panorama offre una bella vista d’insieme dei 4000 della valle di Saas, con i più vicini Weissmeis e Lagginhorn, delle alte cime del Sempione che sono adiacenti e a nord-est degli altri 4000 dell’Oberland. Questo giro ad anello è, dal momento dell’abbandono della traccia battuta, impegnativo e faticoso con la risalita del versante ovest del Pizzo Pioltone che deve essereconsiderata al momento valutando le condizioni della neve e delle roccette da attraversare che sono mobili e spesso ghiacciate. Bisogna prestare attenzione inoltre all’inclinazione dei pendii superiori il cui manto nevoso è spesso rimaneggiato dall’azione del vento e comunque da affrontare con neve ben assestata. Il resto del percorso si svolge su percorso quasi sempre ben battuto e ci porta ad esplorare l’alta valle di Bognanco passando per begli alpeggi e i due rifugi della zona: Il Dosso ed il Gattascosa.
Avvicinamento
Si percorre la A-26 Genova-Gravellona e si esce al suo termine di Gravellona Toce proseguendo sulla superstrada in direzione di Domodossola. Raggiunto il capoluogo della valle si esce allo svincolo e si prosegue seguendo le indicazioni per Bognanco; si attraversa la stazione termale e si seguono le indicazioni per San Bernardo. Dopo alcuni chilometri si raggiunge la località in corrispondenza di una chiesetta dove, alla destra, si trova una piazzola per il parcheggio.
Descrizione
Dal parcheggio si passa di fianco alla chiesetta e si arriva subito ad un bivio segnalato dalle paline al quale bisogna proseguire sulla destra seguendo l’evidente tracciato della sterrata. All’inizio il percorso scende nel bosco di sempreverdi con poca inclinazione perdendo alcuni metri di dislivello sino ad incontrare una chiusa nei pressi di un torrente; si attraversa il ponticello e, dopo un breve tratto ancora in piano, si inizia la salita dove in corrispondenza del primo tornante si trova un bivio (1629 m) al quale si prosegue a sinistra. Con pochi comodi tornanti si giunge ben presto in vista delle baite dell’alpe Arza dove è situato anche il rifugio Il Dosso (1749 m). Sopra le baite si trova ancora un bivio segnalato da una palina (1802 m) dopo il quale il bosco si dirada e si esce in spazi aperti da dove è già ben visibile la cima meta dell’escursione; il percorso passa accanto all’alpe Monscera (2022 m) e subito dopo supera una palina segnaletica alla quale si prosegue diritto. A questo punto si prosegue ancora per poco sul tracciato battuto e si inizia a salire verso un largo colletto posto tra un’anticima sovrastata da una croce e la lunga dorsale che scende dalla vetta. Dopo aver compiuto qualche traverso cercando i punti di minor pendenza la salita si fa più ripida e ci si avvicina così al filo della larga cresta che non conviene raggiungere subito ma salire, zigzagando sul ripido, sul fianco sud della montagna. Nel salire ci si sposta sempre più verso nord alternando l’attraversamento di alcune fasce di rocce rotte alla risalita di ripide lingue di neve sino ad arrivare all’inizio di un largo pendio esposto che conviene attraversare appena terminata l’ultima fascia rocciosa: se ci si avvicina alla vetta la pendenza del traverso sarebbe un po’ troppo esposta. Nell’attraversamento si punta alla cresta che scende dal lato opposto ma senza salire troppo e, raggiuntala, la progressione si fa più agevole camminando su pendenze più modeste; ancora qualche zigzag e qualche breve traverso e si arriva in vista della cima che si raggiunge in breve e dove è situato un ometto di pietre con la cassettina contenente il quaderno di vetta.
Al ritorno si percorre a ritroso il tragitto dell’andata ma, invece di scendere sotto il colletto tra le anticime, si prosegue sulla cresta raggiungendo quella con la croce (2217 m); stando sul lato sud si scendo in obliquo e si raggiunge il largo colle di Monscera attraversato da una linea dell’alta tensione. Si scende tenendo la destra e si attraversano con un lungo traverso i dolci pendii che scendono dal fianco della montagna arrivando all’inizio del rado bosco e si raggiunge in breve il rifugio Gattascosa (1997 m) che è già ben visibile dal colle. Si continua a scendere per vallette innevate perdendo rapidamente quota passando vicina ad una palina segnaletica dalla quale, con percorso quasi pianeggiante, si raggiunge una baita adibita a bar e pochi metri più sotto si ritorna al bivio situato alla partenza.
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