Allalinhorn, Hohlaubgrat – Saas Fee – Vallese (CH)

20 luglio 2010 at 18:51

giancarlo

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la-cresta-di-salita

Quota:       4027

Dislivello: 1102 m

Difficoltà: AD-, III°

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

La salita di questa cresta,abbastanza frequentata, è molto panoramica e durante il percorso consente di avere panorami stupendi e, a mano a mano che si sale, sempre più vari. Dalla vetta poi la vista è eccezionale sui numerosi 4000 della valle di Saas e di Zermatt e sugli altri più lontani dal Bianco all’Oberland. La via di salita è sempre evidente e logica e con l’avanzare della stagione si possono trovare, vista l’esposizione, numerosi tratti di ghiaccio vivo e le difficoltà maggiori si trovano nella parte alta dove i pendii si fanno più esposti e la cresta diventa un po’ affilata e; nel tratto roccioso invece c’è un breve tratto iniziale di III° e poi detriti e rocce rotte dove però bisogna sincerarsi della loro stabilità ma dove il fittone metallico e le soste sono affidabili.

Avvicinamento

Si percorre la statale di fondovalle del Vallese e si arriva a Visp dove si seguono le indicazioni per Saas Fee e Zermatt. Arrivati ad una rotonda si prosegue sulla sinistra verso Saas superando alcuni villaggi e superati anche Saas Balen e Saas Grunde si devia a destra verso Saas Fee dove si può lasciare l’auto nei parcheggi-silos che si trovano all’ingresso dell’abitato. Ci si incammina tra le case e si attraversa un alto ponte per arrivare alla stazione di partenza degli impianti di risalita per la stazione di Felskinn.

Descrizione

Primo giorno:

 Dall’arrivo della funivia si imbocca la traccia che parte proprio di fronte e si indirizza verso il pendio di ghiaccio e sassi; il tracciato, ben battuto, passa su terreno sassoso alternato a tratti di ghiaccio e contorna la fiancata settentrionale del Hint Allalin. La progressione, in assenza praticamente di tratti in salita, non è faticosa ma bisogna comunque prestare attenzione ai vari tagli nel ghiaccio ed ai molti sassi  mobili. Si arriva in breve ad un ben visibile colletto dove si trova l’arrivo di uno skilift ed al quale si continua sulla destra puntando alla ben visibile costruzione del rifugio Britanniahutte; dopo ancora un breve tratto su terreno misto si arriva al colletto dove esso è situato.

 Secondo giorno:

 Dal rifugio si imbocca la traccia che parte alla sinistra delle paline poste di fronte ad esso ed inizia in corrispondenza di un sasso con un bollo bianco-azzurro. Il sentiero scende dapprima con lieve pendenza per poi puntare decisamente verso il basso del vallone morenico perdendo quasi un centinaio di metri di dislivello per raggiungere la lingua terminale del Hohlaubgletscher; toccata la parte più bassa lo si risale spostandosi verso sinistra con percorso che guadagna poca quota e che attraversa molti crepacci perpendicolari al senso di marcia più o meno aperti ma facilmente superabili. Ci si indirizza quindi verso un ripido pendio che si trova tra un alto isolotto roccioso sulla sinistra ed alcune rocce affioranti sulla destra, si risale nel centro di esso (35°) con alcuni tornanti e si raggiunge un piccolo pianetto. Da qui si raggiunge il filo di cresta dirigendosi verso la piccola insellatura superiore dove inizia la dorsale di salita (3470 m circa) alla sinistra di un evidente isolotto roccioso; si cammina sulla larga dorsale rimanendo sulla sua destra ed attraversando tratti di ghiaccio alternati ad elementari roccette sino ad una fascia di queste dopo le quali si scende per qualche decina di metri per arrivare al tratto più impegnativo della salita. Davanti a noi si vede ora con chiarezza lo sviluppo della parte superiore di questa che si inizia attraversando una piccola zona di roccette per poi risalire il ripido pendio (40°) di ghiaccio ponendo attenzione al superamento di qualche crepaccio nascosto; diminuendo la pendenza si continua portandosi un po’ verso sinistra e si attraversa il pendio non molto esposto che scende da un promontorio slanciato. Si arriva ad un piccolo colletto e si risalgono di fronte a noi pendii molto esposti con un primo tratto che può essere di ghiaccio vivo stando anche attenti ad alcuni piccoli crepacci terminali che si trovano appena sotto il filo; seguendo le ondulazioni della cresta, un po’ affilata e ripida nel breve tratto finale, si raggiunge la base del salto di rocce sostando sotto una corda che si trova poco più in alto fissata ad alcuni chiodi. All’inizio delle rocce si trova il tratto più tecnico della salita: qualche metro di III° grado che si supera sulla destra su rocce di cui è meglio controllare la tenuta prima di forzare su di esse; salendo nel breve camino si arriva su rocce rotte ad un punto di sosta dove si trova un fittone metallico sopra il quale si vede una grossa roccia sporgente dove si trova una freccia blu che indica di spostarsi verso destra. Risalite brevemente alcune rocce rotte si arriva di nuovo ad un tratto di ghiaccio dove si prosegue contornando sulla destra un piccolo isolotto roccioso ed si arriva in vista della vetta che si raggiunge percorrendo un breve tratto di cresta orizzontale e sulla quale si trova una croce metallica.

La discesa si svolge lungo la via normale.

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