Punta di Medzove – Champdepraz (AO)

22 settembre 2010 at 18:55

giancarlo

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punta-di-medzove

 

Quota 2855
Dislivello 1696
Difficoltà E
Segnavia 6, 5C
Tempo 3h40′

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Il vero pregio di questa escursione è quello di vedere ben 9 laghi, tra cui il Gran Lac che è il lago d’alta quota più ampio della Valle d’Aosta, disseminati nei valloni e nelle conche del Parco del Mont Avic e con il raggiungimento della Punta di Medzove si tocca il punto di passaggio più alto nonché obbligato del giro dei laghi del Parco; nel compiere questa lunga escursione (poco più di 21 km) si attraversano tutti gli ambienti della montagna: dai pascoli, ai boschi ed alle pietraie tipiche dell’alta quota godendo di ampi panorami sui lontani 4000 della catena alpina e sulle vicine vette come la Tersiva, il Mont Glacier, l’Avic e le altre dei territori adiacenti. L’itinerario è ben tracciato (la segnaletica è stata ripristinata quest’anno) e non presenta difficoltà elevate se non per un breve tratto un po’ esposto sulla cresta in discesa dalla vetta e soprattutto per il dislivello e la lunghezza. Per la discesa bisogna calcolare circa lo stesso tempo della salita alla Punta e, naturalmente, il percorso può essere effettuato anche in senso inverso anche se, fatto nel senso di questa descrizione, risulta più corta e diretta la salita alla Punta e si ha più tempo durante la discesa di soffermarsi ai molti laghi.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Verres per proseguire verso Aosta, dopo qualche chilometro si svolta a sinistra ad un bivio con le indicazioni per Cahmpdepraz e il Parco Naturale del Mont Avic. Si attraversa l’abitato e si risale la valle per alcuni chilometri giungendo in corrispondenza di un tornante alla deviazione per Blanchet dove si trova un comodo parcheggio (a Veulla il transito è riservato ai clienti dell’albergo).

Descrizione

Dal parcheggio si sale su una stradina selciata sino alle case di Veulla che si attraversano sulla sinistra passando davanti all’albergo e proseguendo ancora sulla strada asfaltata per alcune decine di metri sino ad arrivare ad un piazzale nel quale la sosta è consentita solo ai mezzi autorizzati o di soccorso. Da questo piazzale si imbocca la stradina lastricata che si alza a destra della chiesetta e si inoltra nei pascoli arrivando quasi subito ad un bivio (1360 m) al quale, ignorato il sentiero che si stacca sulla destra, si prosegue sempre sulla strada che ora è diventata sterrata. Il tracciato segue a mezzacosta la fiancata della montagna addentrandosi in un bellissimo bosco superando qualche torrente; si arriva così ad un largo spiazzo chiamato “magazzino” dove ci sono le paline in corrispondenza di un bivio (1473 m). Lasciata ora la sterrata si continua sul sentiero che prosegue davanti a noi e che, con pendenza più accentuata e continua, si alza con percorso quasi rettilineo sui versanti scoscesi della montagna. All’uscita del bosco il sentiero compie qualche tornante per indirizzarsi ad un’evidente insellatura dalla quale, rifiatando un po’, ci si immette su una grande pietraia; la si attraversa senza problemi su una vecchia ma ben tenuta mulattiera di pietre che, a mano a mano che si prosegue,si sposta verso sinistra verso un altro colletto. Compiuto qualche ripido tornante si sale verso un alto muro a secco oltre il quale si ritrova la mulattiera che passa tra i resti delle vecchie miniere; con percorso che ora diviene pianeggiante si prosegue per qualche decina di metri arrivando così sulle sponde del Lac Gelé (2600 m). Dalle sponde del lago si tiene la sinistra per attraversare il suo emissario seguendo il sentiero che, ben segnalato anche da ometti di pietre, lo contorna alzandosi verso il fondo della conca; ora si deve risalire abbastanza faticosamente che, tra le molte pietre, sbuca ad un colle che immette in un grande pianoro. Lo si attraversa seguendo il sentiero che si indirizza verso il pendio di fronte al senso di marcia e che, risalito con qualche tornante, arriva ad una cresta da percorrersi verso sinistra giungendo in breve alla sommità della Punta di Medzove (2855 m). Da qui si inizia la lunga discesa proseguendo sulla parte opposta della cresta che presenta un breve tratto esposto al termine del quale si scende ad un’ampia insellatura; il sentiero ora scende ripido e perde velocemente quota per arrivare ad un largo pianoro in fondo al quale si trova una baita del Parco adibita a foresteria e, appena oltre, si toccano le sponde del Gran Lac (2501 m). Si contorna il lago sulla sinistra e, poco prima dell’emissario in corrispondenza di un alto muro di contenimento in pietre, il sentiero riprende a scendere con stretti tornanti passando accanto ad un rudere (2487 m) e proseguendo su terreno prevalentemente pietroso raggiunge il pianoro sottostante; si passa un ponte e poi si attraversano i ruderi di Pisonet (2310 m) per continuare con una leggera discesa a mezzacosta che si addentra in un rado bosco. Con qualche saliscendi si passa sopra il bacino del Lac Cornu e poi si scende nuovamente passando accanto al Lac Noir (2166 m) e al Lac Blanc situato al suo fianco dalla parte opposta del sentiero; Attraversato un ponte si sale brevemente sulla sinistra lasciando a destra la diramazione di un altro sentiero (2197 m) raggiungendo quasi subito il rifugio Barbustel (2208 m). Appena dietro la costruzione si trovano le paline in corrispondenza di un bivio, da dove si vede il vicino Lac Vallette, al quale si devia a sinistra seguendo il sentiero col quale, su terreno pietroso, si scende  velocemente al pascolo dove si trova l’alpeggio di Coucy (2070 m); anche qui si trova un bivio segnalato dalle paline al quale si tiene la sinistra e si passa accanto alla baita rientrando subito nel bosco che si attraversa per un primo tratto in piano passando tra qualche piccola torbiera. Si arriva ad un grosso ometto di pietre situato alla sommità di un pendio abbastanza ripido che si scende su stretti tornanti su terreno pietroso in fondo al quale si trova la piccola conca dove si trova il Lac de Servaz (1820 m); aggiratolo sulla sinistra ci si abbassa con l’evidente sentiero che rientra nuovamente nel bosco e, dopo molti tornanti e dopo aver superato un bivio (1581 m) al quale si tiene la sinistra, giunge alle baite di Servaz desot (1560 m). Da qui si prende la strada che scende con qualche tornante arrivando poi al bivio a quota 1473 m trovato all’andata e da questo in breve si rientra a Veulla.

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