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Mont de Prial – Fontainemore (AO)
Quota | 2422 |
Dislivello | 1288 |
Difficoltà | E |
Segnavia | 1 |
Tempo | 3h00′ |
Questa escursione risale un bellissimo vallone disseminato di alpeggi e di baite, molte delle quali ben tenute, ed è consigliabile effettuarla nel periodo autunnale sia per la quota bassa e l’esposizione in pieno sud che per i bei colori con cui sono tinti boschi e pascoli. Il sentiero, soprattutto nella parte alta, si perde nell’erba e tra i sassi ma si può sempre avere un riferimento sicuro dai numerosi bolli e frecce gialle che indicano il percorso già di per sé intuibile. Il panorama dalla vetta è chiuso verso nord ovest da alcune guglie pietrose mentre nelle altre direzioni si può godere sia di belle visuali verso il lontano gruppo del monte Mars e le montagne del biellese a sud che di primi piani ravvicinati delle vette dei monti Crabun a ovest e Voghel a nord est.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Pont St. Martin; si seguono le indicazioni per la valle di Gressoney e, superato di poco il comune di Fontainemore, si trova un bivio sulla sinistra con le indicazioni per la frazione di Cara. Si imbocca la strada e percorso qualche chilometro si giunge alle poche case di Cara dove si può lasciare l’auto nel piccolo parcheggio antistante ad esse.
Descrizione
Dal parcheggio si ritorna indietro qualche decina di metri verso una palina segnaletica dove arriva il sentiero proveniente dal fondovalle e, subito di fronte ad essa, si imbocca il bel sentiero che si innalza subito con una decisa pendenza nel rado bosco di faggi e noccioli; arrivati ad un muro di contenimento in pietra, si lambisce la poderale nei pressi di un tornante e si continua sulla sinistra sull’evidente percorso formato ora da gradini di pietra affiancati da uno steccato. Si arriva poco sopra ad una baita (1404 m) che si lascia alla sinistra per attraversare la poderale e riprendere subito il sentiero che prosegue salendo dal muro di contenimento. In pochi minuti si arriva alla chiesetta dedicata a S. Maria Maddalena (1456 m) situata appena sotto le baite di Coulot (1466 m) che si oltrepassano sulla poderale per riprendere il sentiero sulla sinistra in corrispondenza di una palina. Il tracciato prosegue ora in spazi più aperti superando subito alcune baite e poco oltre un rudere col bollo segnavia si giunge all’alpeggio di Kiry (1568 m) da cui, volgendo lo sguardo a sinistra sulla dorsale di fianco si vede l’inconfondibile sagoma del Bec Fourà che svetta dal fitto bosco; a questo punto, attraversate le poche case e raggiunto uno steccato con un legno posto di traverso al senso di marcia,, si possono prendere due brevi tratti di sentiero, ambedue segnati col numero 1, che portano allo stesso punto: col primo si supera il legno e si continua costeggiando un muretto a secco (bolli gialli) arrivando a risalire un corto pendio che porta alla sterrata dove, risalitala di qualche decina di metri, si giunge ad una bella chiesa, mentre col secondo, senza superare il legno, si devia a destra per incrociare poco sopra di nuovo la poderale e si rimonta subito (bolli gialli) verso un’evidente baita in legno oltre la quale, deviando a sinistra, si percorre un bel sentiero compreso tra due muretti in pietra che raggiunge anch’esso la chiesa dedicata a S. Pietro in Vincoli (1637). Dalla chiesa si prende il sentiero che parte dalla palina e che, costeggiando un muretto a secco, ci porta a superare dapprima le vicine baite di Ceve (1676) e poi le quelle soprastanti di Calasc (1744 m) con un percorso quasi pianeggiante che taglia per un lungo tratto al fiancata della montagna. Dalle baite di Calasc però il sentiero diventa un po’ più ripido e risale una costola erbosa con un rado bosco di conifere dalla quale, all’incirca quando ci si trova alla stessa quota di un paio di baite situate sulla dorsale alla sinistra, si trovano due bolli segnavia a due quote diverse (1782 e 1791 m) che ci fanno passare il ruscello e ci portano sulla dorsale a fianco, il primo è ben segnalato con visibili frecce gialle mentre per il secondo è ben visibile solo il bollo mentre la freccia è ormai sbiadita: anche se la traccia prosegue ben visibile, ma non segnata, sulla costola conviene attraversare in basso il ruscello in corrispondenza dei bolli perché più avanti il suo alveo diviene un po’ impervio. Camminando sulla dorsale, anche questa un po’ ripida, si raggiunge di nuovo la poderale in prossimità dell’alpeggio di Prial desot (1964 m) e la si percorre verso destra per pochi metri per prendere di nuovo il sentiero che raggiunge un’altra ben visibile baita situata poco sopra; la si supera sulla destra e, giunti al termine della poderale, si continua per un tratto gradinato che passa da alcune piccole opere idrauliche protette da steccati e, con pendenza costante si raggiunge la parte superiore del vallone: da Prial desot in poi il sentiero si perde per lunghi tratti nell’erba ma sono sempre ben visibili i bolli segnavia. Giunti quasi in fondo alla testata del vallone si piega a sinistra per arrivare al ben visibile alpeggio di Prial damon (2252 m) dietro il quale la traccia prosegue per risalire il breve tratto che lo separa dal colle di Prial (2341 m) dove si trova una croce lignea. Si devia ora a destra e si rimonta leggermente sulla destra la larga dorsale che, sempre con la traccia che si perde nell’erba, conduce ad un alto ometto di pietre posto alcuni metri sotto la vetta che si raggiunge senza difficoltà.
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