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Punta Chaligne (traversata) – Sarre (AO)
Quota | 2626 |
Dislivello | 1165 |
Difficoltà | EE |
Segnavia | 7b (ove visibile) |
Tempo | 3h00′ |
Escursione lunga ed impegnativa, non sempre tracciata, per amanti degli spazi aperti e dei bellissimi panorami che a 360° ci accompagnano lungo tutto il percorso sia di salita, tutto a sud, che di discesa; dati gli ambienti che si attraversano il giro ad anello non è consigliato a chi soffre di vertigini e comunque, una volta raggiunta la vetta anche solo della Punta Metz, si può ritornare per l’itinerario si salita. Le difficoltà si trovano soprattutto nella parte centrale e cioè dalla discesa dalla Punta Metz sino al colletto quota 2539 da cui si inizia la discesa nel vallone; a seconda delle condizioni della neve e dell’azione del vento le creste si presentano con cornici ed esposti tratti affilati da percorrere con cautela e dove, con presenza di ghiaccio, possono essere utili i ramponi; inoltre dall’uscita del bosco l’esposizione diviene sempre più elevata a causa dei versanti che si abbassano per alcune centinaia di metri verso i fondovalle.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta superando la barriera di Aosta est per uscire al casello successivo di Aosta ovest; si prende la direzione per Aosta e arrivati nel comune di Sarre si devia a sinistra sulla statale seguendo le indicazioni per Ville sur Sarre. Risalite le pendici della montagna con molti tornanti si super la frazione e si prosegue per Thouraz dove, una volta giunti si continua ancora per poco sino ad un tornante (1636 m) dove si trova una strada che all’inizio ha un cartello di divieto di transito e dove si può lasciare l’auto ai margini dell’ampia curva.
Descrizione
Dal cartello di divieto di transito ci si incammina sulla poderale che si addentra nel vallone sino ad incontrare ben presto la traccia di un’altra strada (1670 m) che si alza sulla destra che si imbocca e si percorre anche questa per alcune centinaia di metri. Si giunge nei pressi di una curva (1696 m) e si inizia a risalire nel bosco, con qualche tratto un po’ ripido, cercando di individuare la traccia del sentiero estivo e comunque rimanendo alla sinistra (salendo) dell’ampia dorsale boschiva; dopo aver risalito abbastanza faticosamente un po’ meno di duecento metri di dislivello ci si sposta sulla destra e compiendo qualche tornante si guadagna la dorsale vera e propria che, data la sua larghezza, si percorre comodamente in linea retta seguendone il filo o, al massimo, rimanendo un poco alla sinistra di esso. Si arriva così in spazi aperti al di fuori del bosco e si riprende a salire per la dorsale, che d’ora in poi si seguirà sino al raggiungimento della cima, per arrivare abbastanza faticosamente una prima anticima dalla quale, aumentando ulteriormente la pendenza, si supera un breve tratto in cui la cresta si appiattisce un po’ passando poco al di sopra di alcuni paravalanghe; ora la pendenza ritorna ben sostenuta e, a seconda delle condizioni della neve, si raggiunge la cima della Punta Metz (2559 m) o direttamente o compiendo qualche zigzag, stando però attenti in questo caso, ad alcuni brevi traversi un po’ esposti. Dalla Punta Metz si scende per la breve cresta opposta, che a seconda delle condizioni si può presentare abbastanza delicata, stando attenti alle cornici e comunque tenendosi alla sinistra del filo dove si cammina traversando il pendio che è esposto; in breve si raggiunge la larga insellatura del Col de Metz (2496 m) da dove è facile congiungersi alle tracce, prevalentemente scialpinistiche, che arrivano dal rifugio Chaligne e si inizia la risalita dell’opposta dorsale, ora ampia e comoda, che ci porterà sino alla vetta. Il tratto di risalita dal colle è breve e senza percorso obbligato in qualche decina di minuti si raggiunge la panoramica vetta della Punta Chaligne (2625 m) dove sono situate due croci, una lignea ed una di metallo. Dalla vetta si scende sul versante opposto percorrendo la cresta che essendo aerea e, a seconda della presenza di cornici, la si deve percorrere rimanendo il più possibile sul filo prestando molta attenzione alle cornici ed ai ripidi pendii che scendono dallo spartiacque; arrivati verso la fine della cresta si giunge ad un ripido risalto che si scende rimanendo sulla sinistra di esso prestando sempre attenzione all’esposizione del pendio. che la dorsale si allarga di molto. Si continua sulla dorsale che ora è larga e comoda e, senza arrivare al colle Tardiva, si devia prima di un dosso in corrispondenza di un colletto (2539 m) sulla sinistra compiendo dapprima un traverso e poi scendendo liberamente verso le ondulazioni del vallone che si trovano più in basso; senza spingersi troppo verso il suo centro, conviene deviare sulla sinistra rimanendo a distanza di sicurezza dal fianco delle pendici che scendono dalla Punta Chaligne e, scendendo nei punti più comodi, passare tra i dossi sino ad individuare più sotto una baita isolata. Sempre in “discesa libera” la si raggiunge così la baita di Tsa de Chesére (2313 m) dalla quale si prosegue spostandosi, al di sotto di un risalto, verso destra per passare poco distante dall’alpeggio di Chesére. Si continua a scendere per valloncelli e dossi con qualche tratto un po’ ripido sino ad incontrare più in basso la traccia di una strada che taglia le pendici della montagna deviando su di essa verso sinistra; ora le difficoltà ed i tratti ripidi sono finiti e comodamente, passando poco sopra la baita di Moron ed ignorando più oltre una strada che scende a destra, si ritorna in breve al punto di partenza.
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