Punta Valletta – St Rhémy (AO)

19 giugno 2011 at 11:13

giancarlo

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punta-valletta

 

 

 

Quota 2810
Dislivello 1334
Difficoltà EE
Segnavia 8A
Tempo 3h30′

 

 

Traccia GPS

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Altimetria e dettagli

 

Questa salita si sviluppa in un vallone molto solitario (unico neo la presenza di qualche traliccio dell’alta tensione) dove si risale dapprima un bel bosco e successivamente le verdi ondulazioni degli  alti pascoli al termine dei quali si costeggia un piccolo lago dominato dalla punta. Durante l’escursione non vi sono difficoltà tecniche particolari ma bisogna risalire tratti molto ripidi ed esposti sulla dorsale che porta alle due punte della vetta; la solitudine dei luoghi poi consente di vedere facilmente esemplari di fauna alpina come camosci, marmotte e a volte anche l’aquila. Per quanto riguarda il panorama, esso è di prim’ordine sia sull’arco alpino dal gruppo del Bianco sino al Rosa che sul gruppo del Gran Paradiso e sulle altre vette della Valle d’Aosta. Al ritorno, per completare la gita, vale la pena, compiendo una deviazione di pochi minuti, passare dalla Source de Citrin: una piccola fonte di acqua ferruginosa molto ricca di minerali raggiungibile deviando al bivio quota 1831 m, ben segnalato da una palina.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est proseguendo per il Traforo del Gran San Bernardo sino al comune di St. Rhémy; si entra in paese e si raggiunge la chiesetta di S. Leonardo e, scendendo per la stradina, sino alla frazione di Pont dove, superate le poche case, si può lasciare l’auto in un piccolo spiazzo proprio di fronte alle paline.

Descrizione

Dal posteggio si raggiungono le paline situate di fronte e si imbocca la stradina sterrata che si percorre per poche centinaia di metri deviando sul sentiero che si stacca alla destra in corrispondenza di altre paline indicative; si cammina tra i bassi pascoli passando per la baita di Mériby (1514 m) e si entra nel bosco risalendolo sulla destra con qualche tornante arrivando ad incrociare una poderale che si percorre, svoltando a sinistra, sino ad un bivio al quale si può continuare indifferentemente sia a destra, sulla strada, che alla sinistra, sul sentiero che costeggia la strada per qualche decina di metri per ricongiungersi ad essa. Al termine della poderale si giunge nei pressi del torrente di Citrin dove si trova un bivio segnalato da bolli gialli (1631 m) al quale si prosegue sulla destra; ora il tracciato continua nel bosco con la pendenza che aumenta sensibilmente e guadagnando rapidamente quota giunge ad un altro bivio segnalato da una palina (1831 m) dove si devia a sinistra, lasciando alla destra quello che porta alla Source de Citrin. Si continua la ripida salita rimontando una costola boschiva camminando tra i rododendri per uscire poi dal bosco in spazi più aperti e, seguendo i bolli gialli e deviando a destra, si arriva su un poggio dove si trova il panoramico alpeggio di Citrin di metien (2018 m); si passa davanti alle baite e si risale il pendio erboso che porta ai pascoli superiori dove si apre davanti a noi il vallone di Citrin del quale si risalgono le dolci ondulazioni arrivando ad un bivio (2142 m). Proseguendo a destra ci si dirige verso un traliccio dell’alta tensione dal quale si risalgono in lieve pendenza i pascoli e dopo qualche larga curva si giunge a Citrin damon (2316 m) che si oltrepassa continuando alla destra del torrente superando dapprima un rudere e successivamente, dopo aver aggirato un basso promontorio, si arriva ad un bivio (2420 m) segnalato da bolli gialli su un sasso. Si passa sulla destra del piccolo specchio d’acqua risalendo una poco marcata dorsale erbosa arrivando in una piccola conca che si contorna sulla sinistra superando una pozza d’acqua  e puntando ad un colletto a sinistra di una puntina rocciosa che si raggiunge risalendo un’altra bassa dorsale con un ultimo strappo finale (2633 m). Dalla piccola insellatura si inizia a salire a sinistra verso la dorsale che porta in vetta aggirando a sinistra il primo spuntone roccioso per continuare su un corto ma ripido tratto di cresta che ci porta sotto un erto risalto che, anche questo, si contorna a sinistra con un esposto traverso sul versante scosceso e, mentre lo si aggira, si risale un altro tratto molto ripido per ritornare sulla cresta. Una volta raggiuntala la pendenza diminuisce un po’ e con un ultimo sforzo si raggiungono in breve le roccette della punta orientale (2810 m) sulla quale si trova un ometto di pietre; per raggiungere l’altra punta si percorre la corta dorsale di vetta scendendo ad un intaglio che si supera su una corta ma esposta crestina risalendo poi le facili roccette finali.

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