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Rifugio Crêtes Seches, Bivacco Spataro – Bionaz (AO)
Quota | 2391 (rifugio), 2598 (bivacco) |
Dislivello | 701 (rifugio), 912 (bivacco) |
Difficoltà | E |
Segnavia | 2 |
Tempo | 2h15′ (rifugio), 2h45′ (bivacco) |
Questo bel rifugio si trova nella media Valpelline proprio sopra il comune di Bionaz ed offre, dal piccolo spiazzo su cui è ubicato, un bellissimo panorama sulle vette del comprensorio a partire dalla bella piramide della Becca di Luséney, ad est, sino alla becca di Viou, a sud ovest, con un bellissimo scorcio sulla lontana Grivola. Il suo raggiungimento, facile e senza nessun pericolo oggettivo, si svolge in parte su una comoda strada poderale ed in parte su un bel sentiero che, snodandosi sulla fiancata della montagna, ci offre belle vedute sulla vallata; una volta giunti al rifugio è consigliabile prolungare la gita sino al vecchio bivacco Spataro, raggiungibile anche questo su sentiero, da cui il panorama è un po’ più aperto oltre che verso sud anche verso le cime e le grandi morene che circondano il vasto pianoro glaciale del Plan de la Sabla.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est per proseguire verso il tunnel del Gran San Bernardo, dopo la seconda galleria si imbocca lo svincolo sulla destra con le indicazioni per la Valpelline. Si segue la strada di fondo valle sino all’ingresso del territorio del comune di Bionaz dove sulla sinistra si trova la strada per la frazione di Ruz che si raggiunge dopo qualche tornante e dove si può lasciare l’auto nel parcheggio all’ingresso dell’abitato.
Descrizione
Dal parcheggio ci si dirige verso le poche case superandole e continuando sulla strada poderale che si alza con dolci tornanti sulla fiancata boschiva della montagna; dopo qualche tornante si trova sulla sinistra il sentiero indicato da bolli gialli che, compiendo numerose svolte, taglia la poderale in più punti. Dopo aver incrociato più volte la strada si trovano ora dei bolli gialli ben visibili su un sasso (1839 m) che ci indicano la direzione di salita del sentiero il quale, con un tratto in falsopiano, attraversa una piccola frana di sassi raggiunge le baite di Primo (1892 m); da queste si risale ancora alla sinistra col sentiero che in breve raggiunge di nuovo la strada per percorrerla brevemente arrivando, nei pressi di una curva, a riprenderlo indirizzandosi verso delle piccole opere idriche. Senza raggiungerle si devia a sinistra incrociando poco sopra di nuovo la strada dove, proprio di fronte, si alza una evidente traccia non segnalata, una comoda scorciatoia ,che rimonta un largo pendio erboso-detritico al termine del quale si ritrova il sentiero per il rifugio (2253 m). Svoltando a sinistra lo si percorre contornando a mezzacosta la fiancata della montagna sino ad incrociare un’altra traccia (2286 m), che si trascura, percorrendo l’ultimo tratto che raggiunge una marcata dorsale sopra alcuni paravalanghe; ora camminando brevemente su di essa si raggiunge il piccolo spiazzo dove è situato il rifugio. Da questo si sale sul sentiero che, partendo col segnavia su un sasso proprio davanti all’ingresso, si dirige verso destra risalendo le basse alture erbose che si addentrano nel piccolo vallone; all’inizio si cammina comodamente su fondo terroso per poi salire su pietre e terriccio con percorso però sempre evidente e segnalato. Ci si dirige verso la parte alta dove si trova una bastionata rocciosa la cui base si raggiunge deviando a destra ad un bivio (2500 m) con bolli ben evidenti su un sasso e poi si inizia a risalirla, sempre sul lato destro, con numerosi ripidi tornanti che fanno guadagnare subito quota. Il bivacco è ormai ben visibile alla nostra sinistra oltre l’impluvio del torrente e, quando la pendenza diminuisce, si arriva al grande pianoro detritico denominato Plan de la Sabla, circondato da grandi morene, che si percorre di pochi metri per poi cercare alla sinistra un comodo guado dei torrentelli; attraversato il corso d’acqua si prosegue scendendo di qualche metro e, sulla destra, si raggiunge facilmente la vecchia struttura in lamiera.
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