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Mont Gelé, via normale dal rif. Crêtes Seches – Bionaz (AO)
Quota: 3522 m
Difficoltà: F
Dislivello: 1832 m
Traccia GPS
Il Mont Gelé si trova proprio davanti al massiccio del Grand Combin nell’alta Valpelline e con la sua sagoma slanciata si protende come una balconata dalla quale il panorama è semplicemente eccezionale sulle più importanti vette dell’arco alpino, italiano e svizzero, e delle prealpi per un arco completo di 360°. L’avvicinamento al colle del Mont Gelè, da dove inizia il ghiacciaio, si svolge per la gran parte su lunghe e ripide morene peraltro ben segnate da qualche bollo giallo e da una buona traccia mentre, oltre il colle, la progressione si fa più piacevole e, nella parte delle roccette, anche divertente e molto panoramica; proprio per la sua facilità tecnica, la lunghezza e la completezza di fattori (sentiero, morene, ghacciaio e roccette) è particolarmente adatto a chi si vuole avvicinare al mondo alpinistico.
Avvicinamento
Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si esce alla barriera di Aosta est per proseguire verso il tunnel del Gran San Bernardo, dopo la seconda galleria si imbocca lo svincolo sulla destra con le indicazioni per la Valpelline. Si segue la strada di fondo valle sino all’ingresso del territorio del comune di Bionaz dove sulla sinistra si trova la strada per la frazione di Ruz che si raggiunge dopo qualche tornante e dove si può lasciare l’auto nel parcheggio all’ingresso dell’abitato.
Descrizione
Dal parcheggio ci si dirige verso le poche case superandole e continuando sulla strada poderale che si alza con dolci tornanti sulla fiancata boschiva della montagna; dopo qualche tornante si trova sulla sinistra il sentiero indicato da bolli gialli che, compiendo numerose svolte, taglia la poderale in più punti. Dopo aver incrociato più volte la strada si trovano ora dei bolli gialli ben visibili su un sasso (1839 m) che ci indicano la direzione di salita del sentiero il quale, con un tratto in falsopiano, attraversa una piccola frana di sassi raggiunge le baite di Primo(1892 m); da queste si risale ancora alla sinistra col sentiero che in breve raggiunge di nuovo la strada per percorrerla brevemente arrivando, nei pressi di una curva, a riprenderlo indirizzandosi verso delle piccole opere idriche. Senza raggiungerle si devia a sinistra incrociando poco sopra di nuovo la strada dove, proprio di fronte, si alza una evidente traccia non segnalata, una comoda scorciatoia ,che rimonta un largo pendio erboso-detritico al termine del quale si ritrova il sentiero per il rifugio (2253 m). Svoltando a sinistra lo si percorre contornando a mezzacosta la fiancata della montagna sino ad incrociare un’altra traccia (2286 m), che si trascura, percorrendo l’ultimo tratto che raggiunge una marcata dorsale sopra alcuni paravalanghe; ora camminando brevemente su di essa si raggiunge il piccolo spiazzo dove è situato il rifugio. Da questo si sale sul sentiero che, partendo col segnavia su un sasso proprio davanti all’ingresso, si dirige verso destra risalendo le basse alture erbose che si addentrano nel piccolo vallone; all’inizio si cammina comodamente su fondo terroso per poi salire su pietre e terriccio con percorso però sempre evidente e segnalato. Ci si dirige verso la parte alta dove si trova una bastionata rocciosa la cui base si raggiunge deviando a destra ad un bivio (2500 m) con bolli ben evidenti su un sasso e poi si inizia a risalirla, sempre sul lato destro, con numerosi ripidi tornanti che fanno guadagnare subito quota. Quando la pendenza diminuisce si arriva al grande pianoro detritico denominato Plan de la Sabla dove si prosegue seguendo qualche ometto per poi attraversare a sinistra nel suo punto migliore i vari rigagnoli che scendono dai nevai soprastanti; proseguendo verso il fondo del pianoro si giunge ad un grosso masso (2611 m) dove, seguendo le indicazioni dei bolli verniciati su di esso, lasciamo il sentiero che prosegue diritto e, svoltando a sinistra, ci dirigiamo verso una grande morena. La sua risalita si fa subito faticosa sia per la qualità del terreno che per la pendenza accentuata e la si percorre su una traccia ben evidente, con qualche bollo giallo sui sassi, che con numerosi tornanti ci porta quasi alla sommità dove si devia a destra per prendere la ripida dorsale di un’altra morena. In seguito, diminuendo un poco la pendenza, ci si addentra in un vallone selvaggio ben indirizzati da ometti di pietre che ci indirizzano verso i bassi nevai alla base del piccolo ghiacciaio dell’Arolletta; qui le vie di salita possono variare sia a seconda dell’innevamento sui pendii che dalle tracce esistenti e comunque di solito si tiene un po’ la destra per raggiungere un’altra bassa dorsale morenica dalla quale si imbocca un largo canale di neve. Si sale con pendenze variabili, ma mai eccessive, alternando qualche breve tratto pietroso agli scivoli dei nevai coi quali si raggiunge, un po’ più a destra del Col du Mont Gelè, un alto ometto di pietre (3190 m) situato sulla dorsale spartiacque col vallone che sale dal bivacco Regondi e quindi dal vallone di Ollomont: da questo punto è ben visibile la parte alta dell’itinerario che, contornando il ghiacciaio del Mont Gelè, raggiunge le roccette finali. Da questo punto si prosegue in leggera pendenza camminando tra i sassi della dorsale per andare a prendere il margine del ghiacciaio sotto una rocciosa punta triangolare; rimanendo in alto si prosegue contornandolo vicino alle rocce della lunga cresta; quando questa si abbassa ad un piccolo colletto si devia a destra per mettere piede sulle poco pronunciate roccette della parte finale della cresta. Rimanendo sul versante del ghiacciaio del Mont Gelè si risale la cresta con facili passaggi, mai obbligati, tra grossi massi, terriccio friabile e qualche piccolo nevaio che in breve portano alla grande croce lignea posta sulla panoramica vetta.
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