Punta Maurin (o di Serrù) – Valgrisenche (AO)

31 luglio 2011 at 21:39

giancarlo

0

 

punta-maurin

 

 

 

Quota 3233
Dislivello 1466
Difficoltà EE
Segnavia 12 E
Tempo 4h45′

 

Traccia GPS

Visualizza con Google Earth

Altimetria e dettagli

La lunga e faticosa salita a questa cima è consigliata ad escursionisti allenati ed abituati alla progressione su terreni instabili e pietrosi a cui si aggiungono un dislivello già elevato ed un lungo sviluppo (oltre 22 km); l’itinerario qui proposto effettua la salita su terreni , pur con qualche traccia di passaggio e qualche raro ometto di pietre,  un po’ franosi ma meno ripidi e quindi meno faticosi della cresta che si alza poco distante dal Col du Lac Noir su terreno sì di poco più stabile ma molto più ripido: la salita si può fare anche da questa cresta e la scelta dell’itinerario dipende solo dall’escursionista. Le difficoltà iniziano comunque dalla fine del sentiero sino ad arrivare in vetta ma non vi sono tratti esposti e l’unico pericolo oggettivo è lo scivolamento di sassi durante la salita. Il panorama dalla vetta è eccezionale su tutte le altre cime dell’alta Valgrisenche a cominciare dai vicini Becca di Suesse con il suo bel scivolo ghiacciato, Ormelune e Rutor sino alle altre dalla Grande Rousse a quelle che dominano i ghiacciai dell’alta valle; si vedono altresì il Lac du Fond e gli altri laghi del versante francese.

Avvicinamento

Si percorre la A-5 Torino-Aosta e si supera la barriera di Aosta est per uscire al casello successivo di Aosta ovest; qui si prende la direzione per Aosta e, giunti al semaforo, si svolta a sinistra in direzione di Courmayeur. Superata la rotonda per Arvier si entra nel villaggio di Leverogne e si seguono le indicazioni per la Valgrisenche; percorsa la strada sino al fondo della valle si oltrepassa la frazione di Bonne e si prosegue ancora sopra il lago di Beuregard effettuando poi una discesa verso le baite di Surrier dove si può lasciare l’auto nel parcheggio in prossimità del bivio.

Descrizione

Poco più avanti dal parcheggio si trovano le paline dell’itinerario che ci fanno imboccare la poderale che si inoltra, con tracciato quasi rettilineo e con poca pendenza, nell’ampio vallone arrivando ben presto ad un bivio al quale si tralascia la poderale che svolta a sinistra per continuare diritto. Si passa di fianco al vecchio alpeggio semi diroccato di Tsalé (1932 m) e successivamente, dopo aver superato un torrentello su un ponte, si arriva ad un bivio dove si trovano delle paline (2024 m) e dove termina la poderale; qui, per accorciare un po’ il percorso senza raggiungere il rifugio Bezzi, conviene deviare a destra scendendo verso la Dora di Valgrisenche che si attraversa su un ponte e proseguire su una larga mulattiera che attraversa le vecchie baite di Saxe Ponton (2052 m). Continuando sull’evidente traccia si supera un piccolo traliccio della teleferica di servizio del rifugio bezzi e si prosegue  in leggera pendenza a mezzacosta sino ad arrivare ad una bassa costola erbosa che si trova tra due ruscelli (2275 m) alla quale si sale a destra su una labile traccia che la rimonta in direzione di un grosso masso isolato. Poco sopra si raggiunge il sentiero che proviene dal rifugio (volendo si può proseguire per qualche decina di metri e raggiungere il bivio col sentiero che proviene dal rifugio ad a questo svoltare a destra) e si devia a destra passando di fianco ad un rudere (2375 m). Ora si compie un lungo traverso che sale in leggera pendenza tra gli scoscesi versanti erbosi attraversando qualche ruscello e arrivando a contornare un basso promontorio dove, piegando leggermente a sinistra, si entra in un lungo vallone al fondo del quale si trova il colle Vaudet; ci si addentra passando quasi subito passando il torrente e, salendo sulla sinistra orografica, si supera qualche dosso erboso arrivando ad un bivio ben segnalato da un sasso giallo (2629 m) al quale si svolta a destra. Anche qui si contornano i versanti di una piccola cima e si entra nella solitaria Comba du Rocher Blanc, parallela a quella precedente, continuando sul sentiero che giunge nei pressi di un grande masso (2722 m) dove si trovano gli ultimi bolli di vernice gialla dell’itinerario; seguendo gli ometti di pietre si cammina verso il fondo del vallone sul sentiero che si avvicina al colle du Lac Noir ma,senza raggiungerlo, si devia a destra ad una quota di 2849 m circa uscendo dalla traccia proseguendo su facili sfasciumi. Proseguendo verso la bastionata pietrosa che ci si trova di fronte si passa accanto ad un laghetto dopo il quale si inizia a risalirla faticosamente su terreno ripido di fine detrito e pietre mobili; giunti alla sommità si piega a sinistra e, con minor pendenza, ci si dirige verso un’altra bastionata pietrosa che si risale dapprima con un traverso e poi, tenendo sempre più la destra, con uno strappo un po’ ripido si raggiunge la larga cresta. Ora si devia a sinistra e si punta ad un corto canale di sfasciumi, delimitato da due basse crestine rocciose, che si risale anche questo faticosamente sino ad arrivare poco sotto la vetta su terreno più stabile e, rimanendo sulla sinistra, si sfrutta qualche cengia e si risalgono facilmente gli ultimi metri che ci separano dall’ometto di pietre culla cima. Per il ritorno dalla vetta si prende la più ripida e rocciosa cresta sud-ovest che a prima vista sembra impegnativa ma offre un terreno di rocce più stabili e la presenza di qualche traccia di passaggio; si inizia dunque la discesa zigzagando tra le rocce rimanendo pressoché sempre sul filo aiutandosi anche in qualche breve tratto con le mani per arrivare dove la pendenza diminuisce sensibilmente  e, superando un paio di dossi, arrivare al Col du Lac Noir. Da qui parte alla destra una traccia che con l’aiuto di qualche ometto ci riporta al punto dove abbiamo deviato all’andata e poi si ritorna per l’itinerario di salita.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *