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Colle di Valcournera – Valtournenche (AO)
Quota | 3075 |
Disl. | 1509 |
Diff. | E |
Segnavia | 6 |
Tempo | 4h30′ |
Questo itinerario percorre una parte della ex Alta Via n°3 e mette in comunicazione la Valtournenche con il lago di Place Moulin ed il rifugio Prarayer in alta Valpelline. Il dislivello ci consente di passare dalle zone boschive del fondovalle, passando per qualche laghetto alpino, dallo storico bivacco Manenti e dal bel rifugio Vuillermoz-Perucca sino agli ambienti morenici tipici dell’alta montagna; l’unico tratto difficoltoso dell’itinerario è l’ultimo strappo della risalita al colle che si svolge su terreno pietroso e friabile.
Avvicinamento
Si percorre la a-5 Torino-Aosta e si esce al casello di Chatillon-St.Vincent. Si seguono le indicazioni per Cervinia e superato di alcuni chilometri il comune di Antey St. Andrè si arriva al capoluogo Valtournenche. Subito all’inizio dell’abitato, in corrispondenza di una curva, si imbocca sulla sinistra una strada con le indicazioni per Valmartin. Giunti alla chiesetta della frazione si posteggia l’auto negli spazi circostanti.
Descrizione
Dalle case poco oltre la chiesetta si trovano le paline segnaletiche che indicano l’itinerario e ci fanno superare le poche case e salire per piccoli pascoli terrazzati con muretti a secco. Si continua a camminare entrando nel rado bosco di faggi e si incontra un bivio segnalato da una palina, lo si supera e volgendo ogni tanto lo sguardo a sinistra si vede tra gli alberi dall’alto il sottostante lago artificiale di Maen. Il sentiero prosegue nel bosco che si fa più rado e dove i faggi lasciano il posto alle conifere, supera un ponticello di legno e poco sopra giunge nei pressi di una costruzione per la gestione delle condotte forzate dell’acqua dirette alla centrale di Maen. Prima di superare la vecchia rotaia che serviva per far salire i materiali alla diga e si passa per le baite di Promoron (1812 m) e successivamente si arriva alle baite di Falegnon ( 1914 m) da dove, poco più avanti, si trova un bivio segnalato da una palina con una deviazione a sinistra, che si tralascia. Ora il tracciato si addentra nel vallone salendo per un tratto su pietre gradinate e dopo aver aggirato un promontorio si procede salendo a mezzacosta e giungendo nel fondo della piccola valle che si trova appena sopra, la si attraversa e si arriva in vista della diga che contiene il lago di Cignana. Risalendo col sentiero sulla sinistra orografica si arriva ad un bivio segnalato da una palina: si lascia la traccia a sinistra e si prosegue risalendo una bassa costola erbosa che ci porta all’estremità della diga. Ora si cammina su una poderale che costeggia il lago per quasi tutta la sua lunghezza e, arrivati all’altezza della Cappella di Cignana posta alla sua estremità nord, la strada risale di poco verso destra ed arriva all’alpeggio di Chevalley (2323 m) dove si trova un bivio. Si abbandona la poderale e si attraversa il torrente incamminandosi sull’evidente sentiero che sale dapprima una corta dorsale erbosa e poi, compiendo un semicerchio verso sinistra, supera una marcata costola che scende dal mont Rouge e si dirige verso il fondo del piccolo vallone. Portandosi verso il torrente che scende da destra lo si attraversa voltando a sinistra e si risale con qualche tornante un corto tratto un po’ ripido che arriva sotto una grossa caverna rocciosa e da qui si sale a mezza costa verso destra passando un breve tratto attrezzato con un paio di catene, utili in caso di terreno bagnato o gelato,arrivando al vecchio bivacco Duccio Manenti (2783m) situato su di un piccolo dosso poco sopra le sponde del lago di Balanselmo e dal quale si vede sulla sinistra il rifugio meta dell’escursione. Si oltrepassa il bivacco e, su evidente tracciato, si risale una zona pietrosa che arriva sotto un dosso roccioso; lo si contorna sulla sinistra arrivando un torrente che si supera su di un piccolo sbarramento artificiale arrivando così in breve al soprastante rifugio. Alla destra di questo si stacca sulla destra una traccia che si porta sul pietroso ripiano appena al di sopra e, senza eccessiva pendenza, prosegue tra le basse morene del vallone. Davanti a noi è ben visibile l’intaglio del colle e, puntando verso di esso, si arriva al ripido pendio posto alla sua base; lo si risale faticosamente su pietrisco mobile con stretti tornanti e si giunge alla croce del passo.
Rispetto a questa descrizione è stata aperta una variante finale nel tratto tra il rifugio Perucca e il Colle. NOn si affronta più direttamente la parete finale ma si rimontano gli sfasciumi dietro il rifugio appoggiando a destra e puntando alla fascia di rocce che si trova a destra del colle stesso (guardando). Il sentiero, ben tracciato e segnalato, rimonta le ghiaie sempre più ripidamente e raggiunge la bastionata quasi alla sua estrema destra superando un primo saltino con un tratto attrezzato a scalini di ferro. Giunti quasi a contatto con le rocce superiori si va a sinistra e si discende brevemente in un canalino anch'esso attrezzato. Al suo termine ci si trova praticamente alla stessa altezza del colle: si piega decisamente a destra e si traversa tutta la fascia rocciosa con brevissimi saliscendi e aggirando un'asperità ancora con gradini e un breve ponticello. Gli ultimi metri, al termine delle corde fisse, sono più agevoli e conducono direttamente alla croce del Passo.